TERRE DELL'UOMO AFRICA storie, leggende, immagini |
Africa? Cosa significa questo termine così vago? Questa definizione geografica che spesso traduciamo con «continente nero», così come gli antichi romani la indicavano sulle loro carte con un semplice, ma efficace, hic sunt leones. Africa? Esiste davvero un'Africa? Sappiamo indicare un tratto comune che corra dal Cairo a Città del Capo, da Dakar a Gibuti? Ed è davvero un continente nero? Non dovremmo forse parlare di Afriche? Di terre e genti accomunate in un grande spazio, che è diventato una sorta di enorme, smisurata isola solo grazie alla mano dell'uomo, che ha scavato un canale, separando l'Africa dall'Asia. Afriche che hanno volti diversi, storie diverse, paesaggi, lingue, religioni, costumi diversi. Dalle rive del Mediterraneo, che si affacciano all'Europa e all'Asia, giù per il Mar Rosso fino all'estremità orientale di Gibuti, che si protende come un dito a indicare la penisola arabica. Ancora a sud, dove le sponde d'Africa sono bagnate dalle acque dell'Oceano Indiano, che le accompagna fino al Capo di Buona Speranza, dove due oceani si fronteggiano e si incontrano, scambiandosi onde spumose, schiaffeggiate dai venti e dal freddo. Poi si torna verso nord, per le coste sabbiose della Namibia, fino alle isole di Capo Verde, alle spiagge bianche del Senegal e della Mauritania, dove ogni giorno pescatori sfidano le onde dell'Atlantico con le loro barche affilate. E deserti, dal Sahara all'Etiopia, al Namib, al Kalahari, arroventati dal sole e schiaffeggiati dai venti, che si spingono fino al limite del Tropico, dove la terra trasuda d'acqua e umidità. Poi le savane, popolate di animali, che hanno contribuito a creare l'iconografia classica dell'Africa. C'è l'Africa dei monti, dal Kilimanjaro al Semien, dal Ruwenzori al Mount Kenya e quella dei laghi e delle foreste. Quanti volti hanno le Afriche! Tanti quanti quelli delle loro genti. Volti di nomadi, segnati dal sole e dalle sabbie, che percorrono piste millenarie con le loro mandrie, di donne velate che scivolano silenziose per le strade, di anziani capi villaggio che discutono pazientemente, di contadini alle prese, talvolta, con terre troppo avare. Di artigiani che lavorano pelli, tessuti, legno, metalli. Di persone costrette a mettere in scena la loro tradizione per i turisti. E poi le donne, quelle donne africane che sopportano quotidianamente fatiche enormi, che mandano avanti con forza e ingegno le loro famiglie, i loro villaggi, le loro città. Donne, uomini, bambini che hanno saputo costruire con tecniche e stili diversi le loro abitazioni, sfidando climi differenti, utilizzando i materiali che avevano a disposizione, ispirati da necessità di difesa, di bellezza, di preghiera. Afriche, dunque, Afriche che vivono esistenze diverse, che hanno voci e volti diversi, che occorre scoprire uno a uno, per riuscire, non a comprenderne, ma almeno a familiarizzare con le loro culture. MARCO AIME |
INDICE Il futuro dell'Africa L'uomo e l'acqua Divinità d'Africa Deserti Uomini e animali Saper danzare Disegnare il corpo Generazioni a confronto Parlare con i proverbi L'uomo e la terra Sulle spalle delle donne L'arte della parola Mercati Costruire in Africa FOTOGRAFI MARCO AIME S. ARDISSONE PAOLO BELTRAME MAURO CARLI JUSTINE EDANGA MARIO FERRERI MASSIMO FORNACIARI MARCO GASTALDI NINO LORENZATO ENZO MASS EFFAT NABIL EL REFAI NOUR YLMAR OKAN JENNY STILWELL MARIO TIBLE LINO TIOZZO MICK VAN DER WERFF PAESI VISITATI ALGERIA BENIN BURKINA FASO CAMERUN CAPO VERDE CIAD COSTA D'AVORIO EGITTO ERITREA ETIOPIA GAMBIA GHANA GIBUTI GUINEA KENIA LIBIA MALAWI MALI MAROCCO MAURITANIA NAMIBIA NIGER SENEGAL SUD AFRICA TOGO TUNISIA |
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