MASSIMO D'AZEGLIO - EPISTOLARIO XI - (1° gennaio 1864 – 11 gennaio1866) |
All'indomani della morte di Massimo d'Azeglio (1866), la pubblicazione delle sue lettere apparve come un'impresa da avviare senza indugio. La figlia Alessandrina ne cominciò la raccolta, ma le difficoltà, forse accresciute dalle polemiche nate sia negli ambienti intellettuali e politici che in quello familiare, fecero sì che tra il 1867 e il 1915 non si riuscisse a realizzare — oltre all'antologia pubblicata dal genero Matteo Ricci negli Scritti postumi dell'Azeglio — che alcune raccolte parziali di lettere a Eugène Rendu, a Luisa Blondel, a Roberto e a Emanuele d'Azeglio, a Diomede Pantaleoni; né le varie pubblicazioni successive apparse in tempi diversi hanno certo colmato le molte e lamentate lacune. Poco meno di 5000 lettere acquisite (di cui almeno un terzo inedite) e indirizzate a 400 destinatari costituiscono il corpus dell'Epistolario, offerto in una edizione filologicamente corretta, prevista in 12 volumi. Oltre ai grossi fondi archivistici di Roma, di Milano, di Torino, di Saluzzo, di Forlì, di Ravenna e di Livorno vi confluiscono gli autografi provenienti da tutte le altre sedi che è stato possibile interrogare cercando di porre fine, almeno in gran parte, alla "diaspora" lamentata da tutti gli studiosi di Massimo d'Azeglio. Ad opera ultimata, la conoscenza dell'azione e del pensiero dello Statista ne uscirà più completa ed esatta. La personalità dell'Azeglio (politico, uomo di mondo, scrittore, pittore, viaggiatore) ne risulterà incontestabilmente approfondita, illustrata anche negli aspetti più sottilmente e psicologicamente legati all'uomo tout court. Questa edizione fa dunque intera luce sull'ampio giro di relazioni che l'Azeglio intrattenne con corrispondenti vari, con amici e con familiari. Anche i contorni esatti dell'uomo reale si compongono in una fisionomia più varia e sfaccettata. I suoi giudizi privati, le sue idiosincrasie, i suoi movimenti d'umore, l'espressione spontanea dei suoi sentimenti sono stati infatti molte volte devotamente o cautamente edulcorati da zelanti curatori, affinché l'immagine del "cavaliere della prima passione nazionale" si discostasse il meno possibile dal modello dell'agiografia risorgimentale. Carteggiando l'Azeglio scriveva come parlava ed era per lo meno trilingue se abbiamo di lui lettere in italiano, in francese e in piemontese. Il milanese gli era inoltre diventato più che familiare e non di rado coloriva la propria favella con idiotismi romani. Vivo esempio di una comunità plurilingue, questa diversità si esprime spontaneamente nella sua varietà e ricchezza, ed era dunque indispensabile che la sua corrispondenza venisse finalmente restituita all'autentica versione originale. L'Azeglio si voleva "pitor éd mésté" e l'attenzione rivolta dalla critica alla sua opera pittorica e grafica è oggi più che mai vivace. Gli storici dell'arte non hanno avuto finora disponibile per i loro studi se non il testo dei Ricordi e qualche frammento |
della corrispondenza. Le lettere del primo periodo romano (1819-1829) e del periodo milanese (1831-1844), durante i quali l'attività dell'Azeglio è quasi esclusivamente letteraria e artistica, erano fino ad oggi per la maggior parte inedite. Alle molte lacune e alle vecchie imperfezioni hanno posto rimedio, per il periodo che va dal 1819 al dicembre 1863 i primi dieci volumi usciti finora, che possono essere messi subito a disposizione di chi voglia sottoscrivere l'opera intera. Alle imperfezioni e lacune restanti attenderanno i due ultimi volumi che saranno via via pubblicati in un arco di tempo breve. L'Epistolario azegliano, frutto di un'imponente mole di lavoro, è curato da Georges Virlogeux, italianisant dell'Università di Aix-en-Provence, che ha censito, raccolto, ordinato, annotato l'intero materiale con filologica acribia e dedizione appassionata. Dal volume IV l'Epistolario si pubblica grazie al sostegno della Compagnia di San Paolo nell'ambito del progetto: "Massimo d'Azeglio un torinese per l'Italia e per l'Europa". I (1819-1840) (1987) II (1841-1845) (1989) III (1846-1847) (1992) IV (1 gennaio 1848 - 6 maggio 1849) (1998) V (8 maggio 1849 - 31 dicembre 1849) (2002) VI (2 gennaio 1850 - 13 settembre 1851) (2007) VII (19 settembre 1851 - 4 novembre 1852) (2010) VIII (4 novembre 1852 - 29 dicembre 1856) (2013) IX (2 gennaio 1857 - 27 dicembre 1859) (2016) X (2 gennaio 186o - 31 dicembre 1863) (2019) XI (1 gennaio 1864 - 11 gennaio 1866) (2020) XII (Supplementi) (in corso di stampa) |
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