IL
GOTICO |
INTRODUZIONE Il titolo di questo secondo volume di "Arte in Piemonte" richiede una breve precisazione. L'itinerario copre un arco cronologico che va all'incirca dal 1180, data probabile della prima fase costruttiva di Santa Maria di Vezzolano, fino alla seconda metà del Quattrocento, quando la supremazia dei modelli francesi e lombardi si intreccia alle suggestioni del nuovo linguaggio maturato nelle Fiandre, con il suo sottile umanesimo e il suo nuovo interesse per la realtà. Tre secoli per i quali è lecito parlare di "Gotico" solo se lo schema interpretativo viene assunto come strumento per seguire lo sviluppo di linguaggi diversificati e compositi, fioriti all'interno di un assetto geografico, istituzionale e politico anch'esso fortemente disomogeneo. I primi chiari segni di omaggio ai modelli francesi che ritroviamo, in scultura, a Vezzolano e a Vercelli, si scontrano con le resistenze di una tradizione padana assestatasi nel corso del XII secolo e approdano, nel Trecento, ai toni cortesi divulgativi dai maestri degli altari aostani e dai frescanti attivi nel biellesi e nel saluzzese. Con Giacomo Jaquerio i territori del Piemonte e della Savoia si aprono al gotico internazionale e al suo peculiare intreccio di eleganza sofisticata e di gusto per il dato reale, destinato a una lunga e articolata fortuna soprattutto sul versante occidentale. Su questo si innestano le esperienze di artisti di formazione oltramontana, dalle maestranze attive nel Trecento per la cattedrale di Asti, allo scultore della Madonna della collegiata di Chieri - forse da identificare con Jean de Prindall - fino al pittore-miniatore di cultura franco-borgognona Antoine de Lonhy. Rappresentare in maniera estesa ed esaustiva la densità e le innumerevoli diramazioni territoriali di questa produzione figurativa non poteva naturalmente essere l'obbiettivo di un volume di taglio divulgativo come questo. Piuttosto, si è cercato di enucleare alcuni temi-chiave che, intersecandosi, potessero restituirne un'immagine quanto più possibile articolata: emergono alcuni luoghi, alcune grandi figure di committenti ed artisti, una realtà molto variegata di tecniche e di materiali, e infine l'apporto di opere venute da lontano, destinate a lasciare un segno importante anche nella formazione degli artisti attivi all'inizio del Cinquecento. |
Un
opera straordinariamente accurata che illustra le massime realizzazioni
dell'arte gotica in Piemonte - dai superbi cicli d' affreschi nel castello
della Manta all'incomparabile maestria di Giacomo Jaquerio - analizzate
con stile brillantemente divulgativo e corredate da un apparato iconografico
d'eccezione. Pagine emozionanti nelle quali ai capolavori riconosciuti sono
affiancati gioielli pressoché ignoti o da poco scoperti, in un compendio
semplicemente imperdibile. INDICE INTRODUZIONE LE VIE DEL GOTICO I cantieri del primo Duecento Il cardinale Guala Bicchieri committente e collezionista Una capitale gotica: Vercelli Scultura dipinta LA CITTA' E LE CORTI Una città internazionale: Asti Pittura del Trecento in Piemonte Castelli e arte di corte: i conti di Savoia e i principi d'Acaja Sviluppi dell'architettura Jaquerio e il gotico internazionale I miniatori di Amedeo VIII: Jean Bapteur e Péronet Lamy CULTURE DELL'UMANESIMO La tradizione jaqueriana Artisti forestieri e culture confinanti Il Piemonte e le Fiandre Bibliografia Indice dei nomi Indice dei luoghi |
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