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Aris D'Anelli
è uno dei medici più noti e stimati di Asti.
Ha al suo attivo ben quarant'anni di servizio ospedaliero, svariate pubblicazioni
sia in campo medico scientifico che in ambito culturale.
Questo personaggio della vita astigiana colpisce chi lo conosce, per la
sua grande signorilità, che tuttavia non gli impedisce di essere una persona
spontanea e semplice, dotata di grande umanità e di una cultura poliedrica
e profonda.
La sua stessa vita è ricca di risvolti di grande interesse e fascino.
Nato in Etiopia nel 1924, vi ha trascorso la sua vita di bambino e ragazzo.
Il padre infatti, lasciata la Marina Italiana, si trasferì in Eritrea
a soli ventuno anni e qui iniziò l'attività di telegrafista. Questo "uomo
che parlava con i fili" e che sapeva parlare perfettamente la lingua locale,
l'amarico-arabo, seppe conquistare la fiducia sia degli italiani, sia
di Hailè Sellasiè e questo lo portò a condividere la vita di corte, in
un ambiente dorato ed aristocratico, pur restando a stretto contatto anche
con la vita più vera ed umile dei villaggi.
Il ricordo che Aris d'Anelli ha di questi anni trascorsi in Etiopia ed
Eritrea, è personale, ma è anche stato suffragato ed integrato dai ricordi
e dalla testimonianza del padre, autore tra l'altro di una splendida collezione
di fotografie da lui scattate durante gli anni vissuti in Africa. Sono
ritratti di indigeni e di occasioni mondane a corte, attimi di vita privata
con moglie e figli e celebrazioni, occasioni storiche e mondane allo stesso
tempo. Alcune di queste fotografie compaiono sul libro "L'uomo che
parlava con i fili", che Aris d'Anelli ha dedicato a suo padre,
raccontandone la storia e gli anni in Africa. Il libro, autobiografico,
è stato il primo pubblicato da d'Anelli ed è stato stampato nel 1994,
anno in cui è andato in pensione dopo aver ricoperto per 23 anni il ruolo
di primario della Divisione di Cardiologia dell'Ospedale Civile di Asti.
Dopo l'esperienza di vita etiope, d'Anelli inizia nel 1940 la sua vita
astigiana. Laureato in Medicina e Chirurgia e specializzato in Cardiologia
presso l'Università di Torino, egli esercita la sua professione presso
l'Ospedale Civile di Asti e dà un forte contributo al reparto di Cardiologia,
con l'istituzione della Sala Botallo.
Dal 1967 al 1978 è stato Presidente della Casa di Riposo "Città di Asti",
un'esperienza che lui stesso definisce di grande valore e significato,
a cui si è dedicato con tanta passione realizzando, negli anni della sua
presidenza, un'intera ala dell'edificio.
E' stato inoltre presidente della sezione piemontese dell'Associazione
Piemontese Medici Cardiologi Ospedalieri dal 1974 al 1980 e per due legislature
ha fatto parte del Consiglio Regionale di Sanità.
E' stato consigliere dell'Ordine dei Medici della Provincia di Asti nel
corso di ripetute legislature e Presidente dell'Ordine dal 1982 al 1984.
Ha ricevuto inoltre la medaglia d'oro dalla Croce Rossa Italiana, con
cui ha collaborato a lungo.
Nel corso della tragica carestia che ha colpito vari paesi dell'Africa,
nel corso del 1985, ha svolto attività di volontariato prima in Zaire,
poi in Etiopia, dove con alcuni mesi di intenso lavoro, affiancato da
altri medici europei ha organizzato un ospedale. E' stata l'unica volta
che è tornato nel paese che aveva lasciato da ragazzo. Un viaggio sicuramente
emozionante, in condizioni totalmente diverse da quelle vissute nell'infanzia.
Aris d'Anelli ha compiuto questo viaggio e questa missione con grande
amore e con la sensazione di avere un debito morale da pagare verso questo
paese in cui aveva trascorso anni felici e dorati. Questo soggiorno in
Etiopia è stato un'esperienza importante, "indimenticabile e toccante"
come lui stesso l'ha definita, svolta a contatto con i lebbrosi, in condizioni
certamente non facili, con lunghe giornate di lavoro intenso che andava
dall'alba al tramonto.
Attualmente lavora come libero professionista presso la Casa di Cura S.
Secondo. E' autore di oltre un centinaio di pubblicazioni di carattere
medico-scientifico ed è stato redattore della rivista scientifica medica
"Astensia Acta Medica", fondata e diretta dall'allora primario di Medicina,
il Prof. Angelo Galeone.
Su questa rivista veniva solitamente inserito un articolo sulla storia
della medicina astigiana. Anche questo ha contribuito a suscitare l'interesse
per l'aspetto storico della medicina nella nostra città. Già Bianco aveva
scritto sulla sanità ad Asti, attraverso la storia degli ospizi della
città. D'Anelli ha ripreso l'argomento nei volumi "Il cuore dell'antico
convento" (1995), in cui ripercorre la vita ospedaliera attraverso
ricordi personali ed aneddoti e "Un Ospedale Una Città" (1997).
Il volume, attraverso le grandi personalità dei medici astigiani che hanno
accompagnato la medicina della nostra città nell'epoca moderna, offre
un vero strumento di studio per chi voglia occuparsi della storia della
sanità in Italia.
Non bisogna inoltre tralasciare la passione che d'Anelli nutre per fotografia
e cinema, che oggi ne fanno stimato docente di Storia del Cinema dal 1996
presso l'Università della Terza Età di Asti. Alle lezioni, frequentatissime,
d'Anelli porta il suo contributo, costruito negli anni da una passione
che non lo ha mai abbandonato e a cui si è dedicato sin dagli anni 40.
E' stato infatti fondatore, con Eugenio Guglielminetti, Roberto Marchetti,
Giorgio Griffa, Giovanni Boano, Osvaldo Campassi, Pietro Cazzani, Ileana
Ghione, Valerio Miroglio, Amelia Platone, Giuseppe Rosso e Giuseppe Villavecchia
del movimento culturale "La Giostra", che tanta parte ha avuto nella vita
culturale astigiana. Occupandosi di cinema, diedero vita ad un prestigioso
Cineclub aperto a tutta la cittadinanza.
Ultimamente sono usciti il suo romanzo "Il duello mancato" (1999)
e "La malinconia del Signor Conte" (1999), una interessante percorso
nella vita di Vittorio Alfieri, studiato attraverso la sua autobiografia
e il folto epistolario: un'analisi medica e psicologica del famoso Astigiano.
Un racconto affascinante, che ci avvicina a Vittorio Alfieri, ma che ci
aiuta ad apprezzare ancora di più la grande vivacità culturale di Aris
d'Anelli, medico astigiano, ma anche romanziere, storico, esperto di cinema
, di per sé lui stesso grande personaggio.
Aris D'Anelli, padre della Cardiologia astigiana, è morto a 90 anni il 17 novembre 2014.
a cura di Maria Grazia Cavallino |