È
stato edito da Daniela Piazza di Torino il volume di Aris D'Anelli "La
malinconia del signor Conte, Vittorio Alfieri da Asti malato non immaginario";
è questo uno studio medico accurato, per quanto è stato possibile condurre
con testimonianze vecchie di oltre due secoli, per altro neanche registrate
con i criteri scientifici di oggidì, sullo stato di salute psicofisico
del trageda astigiano che è destinato a rimanere un punto di riferimento
per la compresione del carattere del personaggio, come testimonia, sia
pure indirettamente, la prefazione firmata da Carla Forno direttrice del
Centro nazionale di studi alfieriani. Partendo dalla autobiografia, l'autore,
medico noto alla grande maggioranza degli artigiani per aver diretto per
molti anni il reparto di cardiologia del locale ospedale, in questo volume
è finalmente riuscito a conciliare l'impegno assunto nei confronti di
Ippocrate con la devozione alle Muse, realizzando un libro in cui viene
tentata una anamnesi con relativa diagnosi circa la salute del vate astese.
Rifuggendo la facile, e forse per lui più comoda, tentazione di realizzare
un trattato medico, D'Anelli ha saputo realizzare un volume scritto in
stile piano, accessibile a tutti, dove il rigore della ricerca non viene
però sacrificato alla superficialità. Le conclusioni proposte al termine
di un'esposizione chiara ed invitante alla lettura sono quelle proprie
del ricercatore scientifico più che non del romanziere, e l'accurata ricerca
antecedente alla scrittura del testo è garantita da una bibliografia ricca
di oltre 120 citazioni. Vittorio Alfieri, nel passato sia recente che
remoto, è già stato oggetto di studio di numerosi medici, ma soprattutto
psicologi e psichiatri troppo spesso più interessati a dar credito alle
proprie teorie, che non a inquadrare gli aspetti complessi di una personalità
forgiata spesso attraverso esperienze anche traumatiche. Grande assente
nella vita del poeta e stata la figura paterna: il padre, Conte Antonio,
morì poco dopo la sua nascita a causa di una malattia da raffreddamento
contratta in seguito ad una visita al figlio in quel periodo affidato
a balia presso una famiglia che abitava nel circondario di Asti; tale
circostanza forse indusse Vittorio a ritenersi, sia inconsciamente, responsabile.
Forse proprio per questo motivo egli non superò mai il trauma che lo spinse
sempre a cercare il sostituto della figura paterna venuta improvvisamente
e tragicamente a mancare prima ancora che ne potesse percepire consciamente
la presenza, trovandone alfine un valido surrogato in Tommaso Valperga
Conte di Caluso. "L'imposizione poi della dura scuola militare di Torino
- spiega D'Anelli - contribuì a segnare negativamente la personalità non
ancora completamente formata del giovane; ben lungi dal presentare veri
e propri aspetti patologici, il carattere si formò comunque emotivamente
instabile facile preda di eccessi d'ira intervallati da stati di profonda
depressione ed insicurezza che lo spinsero sempre alla ricerca di figure
di riferimento che in età matura si identificano poi nell'amante Luisa
Stolberg contessa d'Albany". A questo stato di cose, ereditato da una
adolescenza con molti problemi, ma non necessariamente infelice, si aggiunse
in età matura un desiderio sempre più forte di perfezionismo, di condurre
a buon fine qualsiasi progetto intrapreso insieme al timore che potesse
in qualche modo mancare il tempo per portarlo a perfezione, intesa sia
nel significato etimologico che corrente; queste pulsioni che spesso si
pongono in antagonismo, gli acuirono la già spiccata volubilità del carattere
facendogli mutare repentinamente stato d'animo cosicché depressione, ansia,
ira e malinconia sembravano in lui coesistere. Alfieri fu dunque un uomo
moderno anche per i disturbi psicofisici ai quali era soggetto, in particolare
lo stress che talvolta arrivava a livelli parossistici al punto da provocare
di stati di malessere psicosomatico che alcuni studiosi hanno interpretato
come crisi di epilessia. Anche dal punto di vista medico Alfieri fu contemporaneo;
la sua modernità balza evidente soprattutto nel suo rifuggire la medicina
del tempo, ancora troppo ricca di retaggi prescientifici, preferendo cercare
di assicurarsi la salute osservando regole dietetiche e sportive che potrebbero
essere paragonate alle teorie di medicina preventiva oggi tanto in auge.
Il libro si conclude con tre ipotesi sulla possibile causa di morte del
poeta; queste sono avanzate da D'Anelli tenendo in debita considerazione
i sintomi che trapelano dall'accenno a diversi malanni accusati dal trageda
e descritti nell'autobiografia; identificati uno ad uno e quindi presi
in esame nel loro insieme nel procedere del racconto che segue la falsariga
della biografia, hanno portato D'Anelli medico ad interessanti conclusioni
che D'Anelli autore ha poi sinteticamente ma esaurientemente esposto.
Senza dubbio sembra esservi stato un serio problema di fondo: l'ipertensione
arteriosa che condusse a complicazioni cardiovascolari che potrebbero
essere culminati in un fatale infarto miocardio; ma stando ai sintomi
di cui si è a conoscenza non si potrebbe escludere a priori un'insufficienza
renale che potrebbe aver provocato una crisi non superata. Una terza ipotesti
sulle presunte cause della morte riguarderebbe l'insorgere di un'inarrestabile
malattia di natura oncologica a carico dell'apparto digerente. Alla stato
attuale delle conoscenze, e quindi con molta probabilità mai più, si potrà
essere più precisi conclude Aris D'Anelli che rimpiange la prematura dipartita
di un grande letterato conosciuto in età scolare, quando sua madre additandoglielo
ad esempio lo convinse a seguire con più profitto le lezioni scolastiche,
e che forse molto avrebbe potuto ancora dare alla letteratura.
DOMENICO BUSSI |
INDICE
Prefazione
Premessa
LA PRIMA VOLTA CHE SENTII PARLARE DI VITTORIO ALFIERI
Capitolo Primo
NON E' LUOGO COMUNE DIRE CHE L'INFANZIA DI VITTORIO ALFIERI FU INFELICE
Capitolo Secondo
QUESTO CAPITOLO "ABBRACCIA OTTO ANNI DI DISEDUCAZIONE" DAL
1758 AL 1766
Capitolo Terzo
INIZIA ALL'ETA' DI VENTICINQUE ANNI L'ATTIVITA' DI POETA TRAGICO
Capitolo Quarto
INIZIA ALL'ETA' DI VENTICINQUE ANNI L'ATTIVITA' DI POETA TRAGICO
Capitolo Quinto
INIZIA ALL'ETA' DI VENTICINQUE ANNI L'ATTIVITA' DI POETA TRAGICO
Capitolo Sesto
INIZIA ALL'ETA' DI VENTICINQUE ANNI L'ATTIVITA' DI POETA TRAGICO
Capitolo Settimo
INIZIA ALL'ETA' DI VENTICINQUE ANNI L'ATTIVITA' DI POETA TRAGICO
Capitolo Ottavo
INIZIA ALL'ETA' DI VENTICINQUE ANNI L'ATTIVITA' DI POETA TRAGICO
Bibliografia |
Aris D'Anelli
LA MALINCONIA DEL SIGNOR CONTE
editore DANIELA PIAZZA
edizione 1999
pagine 126
formato 13x21
rilegato con sovracoperta colori
tempo medio evasione ordine a richiesta
13.00 €
11.10 €
ISBN : 88-7889-087-1
EAN :
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