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tuttoLIBRI sabato 2 febbraio 2008
Emiliano Poddi "Tre volte invano", il basket come costruzione del Sé
IL RAGAZZO DEL SUD VA A CANESTRO
Ernesto Ferrero
Dopo Fabio Geda (Per il resto del viaggio ho sparato agli indiani), la Instar libri mette a segno un altro esordio notevole. Emiliano Poddi (Brindisi 1975) vive a Torino da cinque anni, ha studiato allа Holden dove poi è rimasto come insegnante, scrive per la radio e per il teatro. Hа un fresco passato di cestista (playmaker), e una carriera nei campionati minori interrotta da un infortunio. Tre volte invano racconta appunto di un ragazzo del Sud che cresce nella passione del basket e la vive come costruzio ne del Sé ed esperienza del mondo, inseguendo con determinazione verso la grande partita che cambierà il suo futuro. In fondo anche una squadra di basket è un microcosmo sociale, le sue leggi e le sue dinamiche riproducono quelle più vaste degli scontri-incontri che si vivono fuori dei palazzetti degli sport. I giochi collettivi restano un grande serbatoio di storie romanzesche, e forse proprio per questo appassionano tanto le masse illetterate quanto gli ipercolti.
Come in altri romanzi e racconti d'ambiente sportivo, da Testori ad Arpino, dall'Osvaldo Soriano di Fútbol a Voltolini, ad Antonio Franchini e alle sue palestre di arti marziali, la pratica agonistica, con il suo sistema di regole e di segni, diventa presto metafora, apologo, cifra simbolica di una partita che è di tutti: quella che si gioca tra vocazione e destino, progetto e realizzazione, necessità e caso malevolo «a due minuti e diciassette dalla fine». Come nella vita, sono proprio gli scarti minimi dell'imprevedibile a inventare svolte drammatiche, a creare suspense.
Nel romanzo di Poddi tutto è realistico e tutto è trasfigurato. Si veda ad esempio la bella pagina che ferma l'attimo in cui l'arbitro solleva in aria il pallone su cui i due pivot avversari si avventeranno. Da quell'intermina attimo di sospensione tutto deriva: «Una delle due squadre può gestire il primo possesso e da questo discende tutta una catena di conseguenze inarrestabili i cui anelli sono canestri di ferro intrecciati tra loro, l'ultimo dei quali ti porterà dritto in un'altra città, fuori dell'interzona, o magari al punto di partenza».
Voglio dire che il pubblico potenziale del romanzo è ben più vasto di quello che pratica o segue una disciplina sportiva, come ii vecchio e il mare non è un racconto per pescatori. Мerito di una scrittura già matura, precisa, sicura dei propri mezzi senza esibizionismi o spavalderie. L'esercizio sportivo insegna anche questo: la fatica della preparazione, la misura, l'umiltà (le sconfitte sono più numerose delle vittorie), ma sotto di quelle l'intensità, la tensione vera. Tra centrare un canestro e centrare pagina le differenze non sono molte. Per sua e nostra fortuna Poddi ha segnato un bel сanestro, e può guardare con fiducia ad altre partite importanti.
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