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LA STAMPA venerdì 20 aprile 2001
E GOBETTI PRESE IL FUCILE
A
cent'anni dalla nascita, un libro fotografico raccoglie le persone, gli
eventi e i documenti di una vita breve ma intensa.
Dall'immagine "militaresca" di Piero bambino ai compagni del ginnasio
e del corso allievi ufficiali. In ordine cronologico appaiono gli affetti,
i maestri e l'attività pubblica del pensatore morto a Parigi a 25
anni.
Alberto Papuzzi
I
luoghi, le persone, gli eventi, i documenti, che ricordano l'esistenza di
Piero Gobetti sono stati raccolti, in occasione del centenario della nascita,
in un libro fotografico, uscito ieri dallo stabilimento di stampa: Piero
Gobetti. Biografia per immagini, di Cesare Pianciola, studioso e docente
torinese di filosofia (ediz. Gribaudo). E' la cronaca di una vita tanto
breve quanto intensa, il diario di una privata quotidianità affollata
di progetti e di amicizie, il lato visibile di una attività straordinaria
di organizzatore di cultura, basta ricordare Montale o Prezzolini. Organizzato
come un esemplare percorso nella vita e nelle opere del giovane pensatore,
nato a Torino il 19 giugno del 1901 e morto a Parigi il 16 febbraio del
1926, il volume si avvale di una inedita prefazione di Norberto Bobbio,
di cui pubblichiamo in questa pagina la seconda parte, che spiega che cosa
Gobetti intendesse per Rivoluzione liberale, ed è completato
da una appendice di Pietro Polito, che ricostruisce la storia del gruppo
di amici che ha tenuto in vita l'eredità gobettiana e del Centro
studi Piero Gobetti, fondato nel 1961.
I capitoli dedicati alla vita di Gobetti seguono l'ordine cronologico degli
avvenimenti: la famiglia e la scuola, l'incontro con Ada Prospero Marchesini,
che diventerà sua moglie nel 1923, la prima rivista, Energie Nove,
fondata a 17 anni, i rapporti con il gramsciano L'Ordine Nuovo, l'idea
che fa germinare La Rivoluzione Liberale, la reazione al delitto
Matteotti, l'esilio e la morte a Parigi. In queste pagine si trovano riproduzioni
parlanti come una posa di Piero a sei anni, con berretto militare e fucilino
alla spalla, la fotografia con i compagni di classe al Ginnasio Balbo, quella
con i commilitoni al corso allievi ufficiali, le pagelle del liceo con un
iniziale cinque in filosofia in prima che però diventerà un
nove in terza, il frontespizio della Piccola enciclopedia Melzi su cui Gobetti
ragazzo annotava: "Questo libro è la vera guida per imparare
tutto sbagliato".
Ci sono naturalmente i professori e i maestri, da Gioele Solari a Benedetto
Croce, da Luigi Einaudi a Gaetano Salvemini, ci sono gli amici, a cominciare
dal coetaneo Natalino Sapegno, ci sono i quadri di Felice Casorati, che
ritrasse Gobetti in una vedutissima tempera, diventata quasi un'icona gobettiana.
Molti materiali ridisegnano il contesto della società torinese di
quell'epoca, con le proteste operaie e il "biennio rosso". Molti
materiali restituiscono il clima dll'avvento del fascismo: le squadracce
in camicia nera, i redattori del giornale Non mollare. La narrazione
di Pianciola, che fa da collante, è intervallata da citazioni da
opere di Gobetti, da sue lettere o da scritti su Gobetti: quelli di Carlo
Levi sugli Anni di "Energie Nove" o di Umberto Terracini
sul Giovane Borghese che affascinava Gramsci. Fino all'ultima immagine:
la fototessera con firma sul passaporto.
Cinque capitoli danno invece conto, in una seconda parte del volume, di
cinque libri di Piero Gobetti: Felice Casorati pittore (1923), La
frusta teatrale (1923), La Rivoluzione Liberale (1924), Risorgimento
senza eroi (1926), Paradosso dello spirito russo (1926). Le cinque
opere rendono tutta la complessità e frammentarietà della
produzione gobettiana, dove si accostano temi che stanno spesso separati.
Questa è la ragione d'altra parte dell'attualità di Gobetti,
secondo quanto scrive Pianciola: "Forse il suo essere vivo oggi, in
un'epoca completamente diversa a quella in cui operò, è dovuto
soprattutto al fatto di inquietare, di non essere facilmente classificabile,
di essere eccedente rispetto ad operazioni sia di sistemazione teorica sia
di appropriazione politica".
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