Monsù
Pingon
è il titolo del romanzo più noto, forse il più
riuscito, il suo capolavoro, che prende ad argomento gli avvenimenti drammatici
del 1574.
Gramegna "ci rivela i complicati intrighi che fecero morir di veleno
la Duchessa Margherita, moglie di Emanuele Filiberto. Giuco segreto e
misterioso: in primo piano poche e grandi figure, delineate sommariamente:
con abbondanza e continuità di particolari appaiono invece gli
orditori del delittuoso retroscena. Il referendario barone Filiberto Pingone,
maniaco collezionista di anticaglie, tiene - senza saperlo - le file del
complotto dell'Ambasciatore di Spagna ed è il Don Abbondio del
libro (Arrigo Cajumi)".
Per Annibale Brosio si tratta del più spassoso, del più
divertente, del più vivo tra tutti i romanzi gramegnani; pervaso
da un interesse immenso, che non sminuisce mai. In una Torino ancora di
modesta capienza, ma tutta invasa da un fervore d'opere lievitanti la
grandezza futura, vivono operano amano odiano uccidono e si sublimano
i molti personaggi delle complesse vicende. |
AVVERTENZA
Questo Monsù Pingon apparve per la prima volta nel 1906, quasi
contemporaneamente a Dragoni Azzurri.
Erano i due primi romanzi di luigi Gramegna, e restarono i più
amati dal pubblico, forse per la vastità dell'intreccio storico,
la fantasiosità fascinosa dello svolgimento, per la carica di simpatia
umana impressa ai principali protagonisti, forse anche per l'intrinseco
interesse dei due rispettivi periodi, denominati dalle grandi figure di
sovrani che furono Emanuele filiberto e Vittorio Amedeo II.
Esauritasi al prima edizione del lattes, Monsù Pingon fu ristampato
soltanto nel 1925, in due volumi, sempre a Torino, per i tipi di Alberto
Giani.
Il popolare capolavoro ora torna al pubblico in una edizione più
curata sia per la correzione del testo, sia per l'aggiunta di illustrazioni
e note storiche, ritenute opportune per la miglior comprensione degli
avvenimenti narrati, delle più ampie vicende storiche in cui i
particolari episodi si inquadrano, dell'ambiente, degli usi dell'epoca,
del carattere e delle reale figura storica dei personaggi.
Per quanto possibile è stata uniformata la grafia di certi nomi
propri; per i termini dialettali attenendosi alla lezione classica.
Torino, febbraio 1961
L'EDITORE |
Luigi Gramegna
MONSU' PINGON
editore VIGLONGO
edizione 1978
pagine 520
formato 15x22
rilegato con sovracoperta colori
tempo medio evasione ordine 2 giorni
20.00 €
18.00 €
ISBN :
EAN :
|
|