LE DIMORE DI BACCO - 2006 Uno strumento moderno e coraggioso per meglio conoscere il mondo discreto delle "sentinelle del territorio" |
Non
mi è caro chi, presso il cratere ricolmo bevendo, narra i tumulti,
le risse, le lacrimose guerre; ma solo chi d'Afrodite e delle Muse
insieme i bei doni associando, canta l'amabile gioia. (Anacreonte 570-485 a.C.) INTRODUZIONE DEGLI AUTORI L'idea di creare una guida sulle aziende agrituristiche produttrici di vino (e di altri prodotti) italiane nasce dalla volontà di dare al turista enogastronomico - al food-trotter, come l'ha voluto chiamare Davide Paolini - uno strumento valido per avvicinare la realtà di questo prezioso comparto. Per meglio comprendere le problematiche che si sono presentate agli estensori dei criteri di giudizio, è innanzitutto opportuno ricordare, ad esempio, che la storica mentalità del vigneron alla francese manca ancora quasi totalmente in Italia, come parallelamente manca la mentalità del terroir. Per meglio chiarire, basti sapere che mentre il vitivinicoltore francese - il vigneron appunto - contrassegna con precisa e pervicace ostinazione la sua proprietà e i suoi vigneti al punto di mettere delle targhe di bronzo con il proprio nome sui pilastri d'ingresso dell'azienda anche se non si tratta di uno chateau, il viticoltore nostrano giunge perfino a trascurare di indicare l'ubicazione della sua azienda e, ancor più, di dargli un nome e una precisa identificazione. Parimenti, solo in pochissimi casi lo stesso produttore si sente facente parte viva del territorio e della sua storia: ne è la dimostrazione lo spiccato assenteismo che caratterizza i comportamenti di una gran parte dell'imprenditoria agricola nostrana, e di quella vitivinicola in particolare (sempre impegnata in fantomatiche trattative commerciali nei 5 continenti). Tutto ciò premesso, il nostro impegno si esprime particolarmente nel voler fornire una valutazione complessiva dell'azienda da noi visitata tenendo conto di tutta una serie di parametri (ambientali, territoriali, storici, impiantistici, strutturali, qualitativi, di accoglienza, di presenza attiva e di comunicazione) affinché il turista possa decidere in totale autonomia se visitare o meno una certa azienda: e questo, non solo sulla base dei prodotti da essa commercializzati, ma anche per l'importanza che essa può rivestire sul territorio in termini turistici, culturali ed ambientali. Si ribadisce quindi che l'intento non è tanto quello di parlare di un prodotto, quanto di parlare delle aziende che lo producono; laddove la qualità dei prodotti rappresenta solamente una percentuale di valutazione poiché, al lato pratico, sulla qualità dell'azienda vengono ad incidere un gran numero di altri parametri. Per scendere nel particolare, si è pensato di strutturare la scheda di valutazione complessiva (espressa in 100/100) sulla base di 9 funzioni interattive che tengono conto a loro volta di numerosi fattori [..] |
PRESENTAZIONE E CONSIDERAZIONI EDITORIALI La Guida alle Aziende Vitivinicole Italiane è nata dall'esperienza maturata dai suoi ideatori, Carlo Ravanello e Cinzia Tosetti, in tanti anni di lavoro svolto nell'ambito delle aziende che operano in campo vitivinicolo; esperienza affinata nel Movimento Turismo del Vino, nell'Associazione Nazionale Città del Vino, nelle Strade del Vini, nonché nei rapporti con Regioni, Provincie e Comuni, Consorzi, Associazioni di produttori, Sommeliers, ecc. La guida si propone di offrire ai tour operators e ai turisti del vino una panoramica la più ampia possibile sulle aziende vitivinicole italiane, interpretandole non tanto secondo i classici metri di giudizio sui vini prodotti, ma attraverso una serie di parametri che portano alla definizione di valori numerici la cui somma conduce al valore complessivo dell'azienda stessa.. Non si è potuto quindi non tenere conto, nelle valutazioni che appaiono sulla guida, dell'ambiente in cui l'azienda vitivinicola è inserita, della sua storia, della sua presenza attiva sul territorio, degli impianti e delle strutture, della sua capacità di accoglienza, del management, dei rapporti con la clientela, della volontà di comunicazione e, naturalmente, (ma senza esserne conditio sine qua non) della qualità dei suoi produttori. Fattori tutti, cui sono stati assommati altri contributi suggeriti da cartelli segnalatori ben visibili, pannelli pubblicitari collocati lungo le strade, adeguate indicazioni stradali, parcheggi comodi ed ampi, ecc. Il progetto editoriale de "Le Dimore di Bacco", come si evince dal titolo stesso, intende in definitva dare un contributo all'attività delle imprese vitivinicole che stanno vivendo una fase evolutiva con: - il superamento del valenza e/o della qualità del vino come primo ed unico parametro per la definizione del valore dell'Azienda. L'assioma di base della ricerca è infatti che "enologo può fare il vino buono, ma è solo il proprietario che può fare buona l'Azienda"; - la certezza ormai generalmente acquisita che il futuro della viticoltura italiana si debba ricercare anche nello sviluppo di un turismo attento e responsabile in grado di portare sui territori un flusso di risorse superiore a quello realizzabile con il solo svolgimento dell'attività agricola. La motivazione che spinge al viaggio gli appassionati è composta, infatti, oltre che dall'attrattiva per il vino, anche da stimoli non strettamente legati all'attività produttiva come la natura, il clima, l'arte, la gastronomia tipica e, last but not least, i rapporti umani. [..] |
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