BIANCA LANCIA D'AGLIANO fra il Piemonte e il Regno di Sicilia |
Atti
del convegno (Asti-Agliano, 28/29 aprile 1990) INDICE RENATO BORDONE, Presentazione Prima Parte PAOLO BREZZI, La politica di Federico II in Piemonte ERNST VOLTMER, I collaboratori piemontesi di Federico II e di Manfredi GIGLIOLA SOLDI RONDININI, Asti e le città pedemontane nella politica egemonica milanese durante il primo trentennio dell'impero di Federico II NATALE FERRO, Chi fu Bianca Lancia d'Agliano SERGIO NEBBIA, La castellania di Annone e la casa sveva Seconda Parte ARMIN WOLF, La discendenza di Bianca Lancia e di Federico II "Tochterstamme" degli Svevi di Sicilia in Europa e la dominazione d'Italia HUBERT HOUBEN, Adelaide "del Vasto" nella storia del Regno di Sicilia HENRI BRESC, Gli Aleramici in Sicilia: alcune nuove prospettive ENRICO PISPISA, I Lancia, gli Agliano e il sistema di potere organizzato nell'Italia meridionale ai tempi di Manfredi Terza Parte ALDO A.SETTIA, Assetto diocesano e signoria vescovile. Le presenze pavesi fra Astigiano e Monferrato LUIGI PROVERO, Clientele e consortili intorno ai Lancia ALESSANDRO BARBERO, I signori di Canelli fra la corte di re Manfredi e gli ordini monastico-cavallereschi RENATO BORDONE, Castelli e pennoni nelle miniature dei "Codex Malabayla". Alla ricerca di un sistema iconografico medievale. |
dalla
presentazione di RENATO BORDONE Le due giornate del Convegno internazionale di Studi dedicato a "Bianca Lancia d'Agliano. Tra il Piemonte e il Regno di Sicilia", tenutosi ad Asti e ad Agliano il 28 e 29 aprile 1990, hanno fornito contributi e sollecitazioni di grande interesse per l'approfondimento di alcuni aspetti ancora poco indagati della storia del XIII secolo. La suggestione di un personaggio come Bianca Lancia "di Agliano" - al quale l'incontro si intitolava, in omaggio anche al luogo che con grande generosità ha ospitato i lavori- non si è infatti dimostrato un puro pretesto per presentare accurate ricostruzioni di storia piemontese, poiché la figura della "pulchenima nimis" dei Lancia, tale almeno nella trasfigurazione dei cronisti successivi, ha finito per assumere un significato esemplare e al tempo stesso emblematico delle ambizioni di un'intraprendente aristocrazia rurale non chiusa nel suo ristretto ambito d'affermazione locale, ma proiettata ben al di là dei propri confini naturali. Bianca, dunque, o della secolare vocazione delle stirpi subalpine (in particolare del Piemonte centro-meridionale) all'avventura esotica, alla conquista dei più alti livelli della politica internazionale. Su di lei, sulla figura storica e umana, troppo laconiche sono le fonti coeve e troppo fantasiose quelle successive - proprio per il grande fascino sprigionato dalla sua straordinaria "carriera" di moglie dell'imperatore più favoloso del medioevo, quello Stupor Mundi che pure "summe dilexerat" la bella piemontese - per poter aggiungere qualcosa a quanto le faticose e contraddittorie ricerche erudite hanno appurato e delle quali si traccia qui un bilancio conclusivo. Gli stessi dubbi sulla sua ascendenza, le complicate attribuzioni ora a questa ora a quella stirpe signorile locale non fanno altro che evidenziare la complessa rete parentale di un'aristocrazia che ricorre sistematicamente alla strategia dell'imparentamento come a un mezzo per rafforzare il proprio potere, per garantirsi la sopravvivenza politica in un mondo che sta cambiando. L'unione con l'imperatore, certo ricercata e deliberata all'intemo dei clan più potenti, rappresentò l'esito più prestigioso di queste raffinate alchimie matrimoniali e come tale manifesterà tutta la sua efficacia: con buona pace della favola romantica dell'innamoramento a prima vista di Federico, il quale, dal canto suo, mirava piuttosto a rafforzare legami di fedeltà in un'area di apparente consenso, ma dove non gli sfuggivano certo i potenziali pericoli di un movimento comunale in progressivo e minaccioso sviluppo. Sicché l'unione sortisce lo scambievole effetto di procurare all'imperatore la solidarietà della famiglia del "dilectus affinis" Manfredo Il Lancia, e alla stirpe piemontese la possibilità di accesso alla corte imperiale. [..] |
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