|
Guglielmo
Visconti
Monsignor
Guglielmo Visconti non si è scoperto storico ed autore nel 1992, anche
in quel tempo si è presentata l'occasione per dare organicità in un volume
ad ampio respiro a tutta una serie di monografie ed articoli scritti in
precedenza per riviste specializzate in argomento religioso come Seminarium,
Presbiteri e Settimana ed il quotidiano l'Osservatore Romano.
Ordinato sacerdote nel 1945 don Guglielmo Visconti ha conseguito i diplomi
di laurea in Teologia e Diritto Canonico presso le pontificie università
Gregoriana e Laternense, ed ancor giovanissimo sacerdote ha sentito una
ulteriore vocazione: quella di compiere il proprio ministero anche attraverso
scritti e saggi.
Questa attività di divulgazione di argomenti inerenti al proprio ministero,
pur portata avanti con assiduità, è sempre stata condotta all'ombra di
altri impegni che lo hanno portato a rivestire incarichi di primaria importanza
nell'ambito della diocesi di Asti.
La sua nomina a Vicario Generale gli ha permesso di venire a contatto
con tutti i sacerdoti della diocesi e per molti di
essi ha tracciato ritratti a pieno campo che poi sarebbero stati utilizzati
nella realizzazione della sua opera prima: il libro: "Storia di Fede e
di fatiche" edito in occasione della visita del Santo Padre ad Asti appunto
nel 1993. L'idea di questo volume è nata dalla volontà di offrire al Papa
venturo, in modo sintetico ma completo, l'immagine della diocesi a partire
dai cenni storici per terminare con la presentazione dei sacerdoti la
cui operosità l'ha resa tale e che ormai si erano affidati alla Divina
Provvidenza. Il volume fu bene accolto da ampie fasce della popolazione
che hanno visto in esso un compendio storico, sia pur limitato agli ultimi
due secoli della chiesa astigiana, dal quale gli appassionati di storia
potevano trarre informazioni sulle vicende, non necessariamente ecclesiastiche,
troppo spesso dimenticati dagli storici laici locali che tendono a fermare
le proprie ricerche alla rivoluzione francese, mentre la gente comune
ritrovava nelle biografie i tratti di un anziano sacerdote, un parroco
conosciuto in gioventù, che aveva lasciato una buona e mai dimenticata
impressione.
Non si hanno dati sicuri sul numero delle persone che abbiano letto, o
almeno consultato, il volume, certo è però che fu attentamente preso in
considerazione da un personaggio molto importante che ha dimostrato così
il suo reale interesse per le persone, per la loro storia, che è poi la
loro vita, che la sua missione gli porta ad incontrare. Nel libro vi è
un refuso, una svista occorsa prima all'autore e poi al correttore di
bozze: il santuario di Nostra Signora Porta Paradisi comunemente conosciuto
dagli astigiani con nome di santuario della Madonna del Portone è stato
ricordato semplicemente come santuario del Portone.
Oltre 50.000 persone domenica 26 settembre 1993 in piazza Campo del Palio
hanno ascoltato Sua Santità Giovanni Paolo II, in un breve intervento
a soggetto posto ad epilogo del discorso ufficiale, riferirsi al luogo
di culto citandolo erroneamente proprio come nel libro. Con questa pubblicazione
pare che don Guglielmo Visconti abbia superato quella fase inerziale che
ostacola sul nascere ogni iniziativa; pressoché
a ruota, nel 1995, a cura delle Edizioni Gazzetta d'Asti ha pubblicato:
"La diocesi di Asti tra 800 e 900" che, sulla falsariga della
pubblicazione precedente, amplia il discorso legando le vicende della
chiesa locale alla storia vissuta "con il preciso intento, - afferma l'autore
- di contribuire alla divulgazione delle vicende di cui furono protagonisti
gli abitanti nel convincimento che l'affezione per la propria terra sia
soprattutto conseguenza della conoscenza dei luoghi, degli eventi e di
tutto ciò che è proprio del territorio in cui ognuno è chiamato a vivere".
Convinto che anche la divulgazione storica sia dunque un atto se non propriamente
d'amore, senz'altro di affetto, capace di crescere coinvolgendo un sempre
maggior numero di persone, lo storicoi ha curato una ricerca su San Paolo
Solbrito, paese natale, pubblicato nel 1999. San Paolo Solbrito, sull'orlo
di un altipiano che degrada in un complesso collinare in maniera così
particolare da permettere ai suoi abitanti di osservare le cime della
più alte colline volgendo lo sguardo verso il basso, fu nei secoli passati
crocevia di importanti strade di comunicazione, e nel suo territorio si
incontrava il confine fra tre diocesi: Asti, Torino e Vercelli. Un tempo
i confini erano territori "caldi", oggetto di contese tra i potenti giocate
sulla pelle della gente comune, ma appunto da questi scontri, che fortunatamente
non sempre sono stati violenti, e soprattutto con il pacifico scambiarsi
di idee si è fatto strada il progresso riguardante ogni ambito delle attività
umane. Nel libro facendo, ricorso alle testimonianze delle visite pastorali
si tratta soprattutto dell'evoluzione sociale degli abitanti, spiegando
come i centri abitati si siano evoluti acquisendo le sembianze odierne.
A questa opera ha fatto seguito nel 2000 la Storia di Montechiaro scritta
su invito del sindaco Gianmarco Rebaudengo in occasione dell'ottavo centenario
di fondazione del paese nato dall'unione di tre borgate: Pisenzana, Maresco
e Mairano.
Per il futuro, ha affermato don Guglielmo Visconti c'è in programma la
stesura della biografia di suor Maria Teresa Camera, nativa di Ovada ma
per anni, nel secolo scorso, residente ad Asti fondò il convento delle
Suore della Pietà; quest'opera sarà in libreria in concomitanza con la
sua proclamazione beata. Ma nel cuore dello storico vi è ancora un altro
sogno maturato insieme alla nomina di Presidente dell'Archivio Capitolare
della Cattedrale: dare organicità all'immenso patrimonio documentaristico
conservato nelle parrocchie della diocesi, dove spesso si trovano, dimenticate,
testimonianze a partire dal XVI secolo.
a cura di Domenico Bussi
|