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Alberto Viriglio è stato il primo amoroso raccoglitore di
tradizioni, proverbi, canzoni, giuochi, usanze, voci vive del
linguaggio del popolo piemontese, con tutto il sapore e
il colore che hanno queste ricerche folcloristiche. Tutti
hanno preso da lui, spesso senza neppure citarlo. Ma solo
la genuinità della fonte prima ed originale può soddisfare
chi ama conoscere il patrimonio popolare del Piemonte.
Alberto
Viriglio Alberto Viriglio nacque a Torino, in Via Roma, dove è oggi l'angolo di Via Monte di Pietà, il 17 febbraio 1851, e morì, sempre in Via Roma, all'angolo dell'attuale Via Gramsci, il 22 agosto 1913.
N suo capolavoro, questo Voci e cose dai Vecchio Piemonte, è stato pubblicato postumo, nel 1917, a cura di un altro illustro folclorista, Giuseppe Deabate, e confermò la meritata fama dell'autore e lo spirito d'innamorato della sua terra.
Scriveva Deabate che questo libro appariva « quale lo trovammo fra i manoscritti del poeta, raccolto ed ordinato con quella cura minuziosa che fu una delle sua caratteristiche »... Questo libro ci pare argomento, nuovo e non comune, dell'amore grande che Alberto Viriglio portava alla sua città e alla regione subalpina, e allo studio che poneva nel ricercarne e rievocarne le voci e le cose, le vicende
e le memorie, i tipi e le macchiette.
Certo a queste pagine altre egli ne avrebbe aggiunte; le avrebbe rivedute e forse qua e là ritoccate... Ma la sostanza sarebbe pur stata la medesima; chè solamente la incontentabilità dell'artista e il
desiderio di arricchire sempre più la prediletta raccolta, lo inducevano a ritardare l'ora della pubblicazione. Ragione facile a comprendersi, chi pensi alla natura dell'ingegno e all'indole di quello studioso singolare, che non soltanto dagli archivi, da vecchie carte e da ogni sorta di documenti, scovati qua e là, veniva traendo e formandosi quel suo svariato corredo di notizie curiose, di ricordi, di aneddoti, di tradizioni, di motti ».
dal volume VOCI E COSE DEL VECCHIO PIEMONTE |