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Davide
Lajolo
nasce a Vinchio il 29 luglio 1912, "nella stagione del grano biondo",
da una famiglia contadina. Segue gli studi classici in collegi salesiani.
Reduce dalla guerra di Spagna, illuso dalla mistica della rivoluzione
fascista, conosce gerarchi del regime e inizia la sua attività giornalistica
a Il Corriere adriatico di Ancona. Progetta una rivista di poesia
Glauco. Come ufficiale dell'esercito, partecipa alle guerre di
Grecia e d'Albania. Anche sui campi di battaglia, continua a scrivere,
soprattutto poesie di rifiuto della morte e della guerra e di fedeltà
ai giovani commilitoni caduti. Ritornato a Vinchio, dopo l'8 settembre
1943, prende la tormentata decisione di "voltare gabbana" e di organizzare
la guerriglia partigiana sulle sue colline, assumendo Ulisse come
nome di battaglia. Traccia della sua conversione si trova in Classe
1912 (1945), ristampato nel 1975 e nel 1995 con il titolo A conquistare
la rossa primavera e ne Il voltagabbana (1963).
Subito dopo la Liberazione, va a fare il giornalista a l'Unità di Torino, di
cui diventa in breve tempo caporedattore. Dal 1947 si trasferisce, come
vicedirettore, a l' Unità di Milano e dal 1949 al 1958 ne è direttore.
Rimarrà sempre legato al mondo del giornalismo, fondando il giornale sportivo
Il campione, dirigendo negli anni '70 Giorni-Vie Nuove,
collaborando assiduamente a quotidiani e settimanali. Per molti anni è
condirettore con Giancarlo Vigorelli della rivista Europa letteraria.
Nel 1958 viene eletto deputato per il partito comunista e lo sarà per
tre legislature, assumendo la responsabilità di questore della Camera
dei Deputati e di componente della Commissione di Vigilanza della RAITV.
Nel 1960 dà alle stampe la fortunata biografia di Cesare Pavese, Il
vizio assurdo, tradotto in molte lingue, e poi, tutti i suoi libri
più noti: I mè, Il voltagabbana, Veder l'erba dalla
parte delle radici (Premio Viareggio 1977), le biografie di Fenoglio
e di Di Vittorio, Il diario 24 anni (1945-1969), Il merlo di
campagna e il merlo di città, Gli uomini dell'arcobaleno, dedicato
ai suoi amici pittori. Svolge anche un'intensa 'attività di consulente
per le case editrici Rizzoli, Sperling e Kupfer, Frassinelli. Chiude la
sua vita, vissuta come un'epopea, il primo giorno d'estate, il 21 giugno
1984. E' sepolto nella tomba di famiglia, nel cimitero di Vinchio.
dal risvolto di copertina I mè ed. IMPRESSIONI GRAFICHE |