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Luciano Gibelli
è nato a Canelli nel 1925, quando era ancora in uso pattuire con
una stretta di mano.
La casa in cui è cresciuto, aperta a tutti, non disponeva di serrature.
"Tanto - afferma - non c'era alcunché da portare via".
Dapprima impiegato presso la Casa Gancia, giovanissimo si trasferì
a Torino in cerca d'uno spazio, E nella capitale piemontese si formò,
mai dimenticando la sua Gente e le sue contrade nel coltivare la cultura
e le tradizioni georgiche del Piemonte.
Il tempo libero dal lavoro lo dedicò alla montagna e alle attività
dilettantistiche, delle quali ama ricordare la filodrammatica diretta
da Giovanni Drovetti.
Nel 1970, a Grottaferrata, ricevette la Coppa Fedic-Nicolini per un film
documentario sulla vita del Bombix Mori.
Nel 1971 vinse il Festival du Film Amateur di Cannes con un soggetto a
morale ecologica, e la Rassegna del Film di Montagna di Allos con un documentario
sulle incisioni rupestri preistoriche del Monte Bego. Nel 1981 si afferma
al Concorso Sita 'd Canéj con un racconto d'ambiente contadino.
L'ampio contatto con la gente e la maggior possibilità di muoversi,
gli permisero di svolgere ricerche e approfondimenti che ha riunito nel
suo libro "Memorie di cose prima che scenda il buio",
una raccolta di preziosità e di memorie d'una civiltà trascorsa,
da non dimenticare perché sopravvivano.
E' anche l'autore dei circa quattrocento disegni di attrezzi che illustrano
l'opera premiata a Trento nel 1989 con un premio speciale della Giuria
del Premio ITAS di letteratura alpina.
Da una delle sue testimonianze cinematografiche e dalla frequentazione
assidua della Val Meraviglie deriva un altro suo libro: "Scrissero
nella montagna", un esteso documento sulle incisioni preistoriche
di quel territorio archeologico, arricchito da cinquecento immagini fotografiche
che egli stesso ha eseguito.
Con l'esperienza acquisita si dedicò alla ricerca delle incisioni
rupestri nostrane sparse per tutto l'arco alpino repertandone
14.000, giungendo così alla stesura del nuovo libro intitolato
"Incisioni Rupestri Alpine" di recente edizione.
Sono molti gli audiovisivi documentaristici che l'autore ha prodotto e
impiega per illustrare l'estroso passato ai frequentatori del corsi dell'Università
della Terza Età ed ai giovanissimi delle scuole.
Le sue opere si caratterizzano per il costante riferimento alla lingua
piemontese, cosi volute nello spirito dei "Brandé", il
sodalizio che, anche per questo, lo accoglie.
a cura dell'Autore
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