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Giuseppe
Emilio Franco
nasce a Mombarone d'Asti nel 1913. Mombarone, che oggi è una frazione
di Asti, è il paese che lo vede crescere e in cui egli trascorre tutta
la sua vita, seguendo le orme del padre Carlo Franco, che era stato collaboratore
di Secondo Pia, il fotografo che per primo aveva fotografato la Sacra
Sindone. Giuseppe Emilio, Nino per gli amici, cresce coltivando la passione
di famiglia per la fotografia.
Si specializza a Torino nell'arte del ritocco e della colorazione a mano
e diventa ben presto "il fotografo" di Mombarone, raccogliendo l'eredità
paterna, insieme alla passione per le immagini di Secondo Pia e di Giovanni
Pastrone, primo regista cinematografico italiano, entrambi legati a questo
piccolo centro della Val Rilate. Una professionalità che cresce con gli
anni ed è riconosciuta ad apprezzata da tutti quanti lo conoscono.
Con la maturità ed il passare del tempo, si fa sempre più forte il desiderio
di non disperdere il patrimonio di immagini e di storia racchiuso nella
sua casa. Raccoglie immagini e oggetti ormai desueti in un piccolo museo
nella sua "crota", inaugurata nel 1997, un anno prima della sua morte,
quando sta per essere pubblicato il volume Nelle
immagini di ieri….il futuro del passato (1998), un'opera
da lui fortemente voluta e desiderata. "Nino" crede fermamente che il
passato, rivelato in centinaia di immagini che testimoniano il passare
del tempo, della moda, delle stagioni nella campagna artigiana, non vada
perduto, ma debba essere offerto alle generazioni future per quello che
è: una testimonianza genuina e immediata della storia sociale dell'Astigiano.
Ricordo di averlo incontrato nel suo studio fotografico, traboccante
di ricordi e documenti, ordinati con pazienza meticolosa, fotografie,
lastre, cavalletti, macchine fotografiche, l'occorrente per sviluppo e
stampa e di aver colto, oltre alla sua grande passione per tutte queste
cose che gli appartenevano profondamente, anche l'ansia e la preoccupazione
che potessero essere indifferenti a molti e quindi, dimenticate.E' per
lui grande sollievo e profonda soddisfazione il potersi finalmente accingere
alla pubblicazione del volume, che rappresenta un punto d'arrivo importante,
la realizzazione di un sogno.
Nel periodo in cui vi lavora, "Nino" sottopone all'attenzione di molti
anche un piccolo manoscritto, che racconta di aver trovato tra le mura
di casa. Si tratta di un quadernetto scritto alla fine del '700, un "diario
contadino" di particolare interesse, perché vi si annotano i prezzi delle
derrate alimentari, ma anche le condizioni atmosferiche del periodo, il
susseguirsi delle stagioni e dei raccolti, oltre che il mutarsi della
situazione politica di quegli anni. Ne parla a molti, consapevole di possedere
un piccolo, ma significativo contributo alla storia artigiana, che vorrebbe
dare alla stampa. Il "diario", risultato autentico, viene pubblicato nell
1999 da Bollettino di Storia Patria e Subalpina e sostenuto dallo studio
accurato della Dott. Monica Parola. E' un ulteriore contributo che Franco
dà alla storia e alla cultura locale. Il documento, la cui pubblicazione
non è stata oggetto di grande pubblicità e divulgazione, è veramente molto
interessante per capire gli ultimi anni del '700, tra echi di rivoluzione
e annate "grame" nelle campagne artigiane. Anche di questo dobbiamo dire
grazie a "Nino" che, quasi con caparbietà, ha creduto in questi frammenti
di storia e nel loro valore di conoscenza per tutti noi.
a cura di Maria Grazia Cavallino |