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IL CORRIERE DELLA SERA lunedì 22 settembre 2003
SESSO, CALVIZIE E INFELICITA'. IL MONDO SECONDO MAREK
Da domani in libreria il romanzo che in Olanda è
già un caso: 50mila copie vendute e un autore premiato due volte
come miglior esordiente
Stefano Bucci
Non
è un trattato di tricologia come potrebbe far pensare il titolo.
Storia della mia calvizie. E neppure il libro di un giovane Pirandello olandese
(Arnon Grunberg) che ha scelto di abbandonare gli agi della celebrità
per sfuggire all'assillo dei critici e ritornare semplice esordiente (sotto
lo pseudonimo di Marek van der Jagt). Arrivando così a vincere per
la seconda volta nella sua carriera, Il "Premio per la miglior opera
prima in lingua nederlandese"
Il romanzo di Grunberg-van der Jagt (che arriva domani nelle librerie italiane)
ha invece come protagonista un piccolo Werther molto contemporaneo, chiamato
Marek come il "falso esordiente", che alla pari di molti uomini
al mondo è alla ossessiva ricerca della felicità. Per lui,
"cresciuto nel lusso di una grande casa viennese", questa felicità
dovrebbe nascondersi nei trionfi dell'amore più folle e assoluto.
Dopo la prima, fallimentare esperienza sessuale finisce invece per trasformarsi
in un problema di centimetri più o meno mancanti. "Pensavo -
scriverà poi Marek - all'infinità del pi greco, alla calcolatrici,
ai computer e ai satelliti che ruotavano intorno alla Terra e che non potevano
comunque mascherare un fatto. Ossia che il risultato delle somme era identico
e che rimandava al nano segreto che dimorava in me."
La calvizie del titolo? Solo un effetto "collaterale" di questo
dramma della virilità agognata che però è anche "la
storia del talento sprecato, della mancanza di virtù, della mediocrità".
Dove centimetri carenti e capelli perduti rappresentano forse "il male
minore", tanto che l'autore assicura di aver scelto di parlare di calvizie
perchè quella parola ( "kaalheid" in olandese) gli è
sembrata "in primo luogo bellissima".
Il giovane Marek del romanzo scrive poesie alla maniera di Paul Celan, si
muove tra una madre bellissima e sfrenata ( che finisce più o meno
incidentalmente cadavere in un dirupo della Alpi Bavaresi), un padre troppo
preso dal lavoro e un fratello che vuole diventare Yehudi Menhuhin "al
massimo in due anni". Il suo è un universo assai poco romantico
e molto fetish fatto di "rigonfiamenti bavaresi" e di hot pant
in pelle rossa ma anche di caramelle rosa lasciate sul cuscino e di torte
di mele, di maggiolini e di rose bianche.
Mentre
la sua angoscia esistenziale appare perennemente condita dalla trash-music
degli Abba e di Blondie.
"L'amore è una guerra combattuta su molti fronti e uno dei fronti
di Marek era il suo cuoio cappelluto". Una guerra persa visto che per
lui non ci sarà nessun "amor fou", nonostante l'impegno
galeotto di Mica, "un'anziana signora con il corpo da città
bombardata". Che, proprio cercando di convincerlo che la passione non
è questione di metraggio, finirà per provocare in lui (complici
misteriosi farmaci omeopatici dall'effetto miracoloso) la perdita rapida
e totale dei capelli.
Dietro questa Storia della mia calvizie si nasconde l'odissea, amara e volgare
di un "mezzo bambino-mezzo uomo" ( "un pò scarso come
complimento" secondo lo stesso protagonista) che non vuole condannare
né diversità né debolezze ma che attraverso i frammenti
della propria vita disgraziata sembrerebbe piuttosto voler deridere "
ogni possibile parametro di presunta normalità". E per far questo
Arnon-Marek offre al lettore una storia assai divertente e dai ritmi quasi
cinematografici, in cui aleggia una sottile voglia di castrazione e che
ha finora venduto cinquantamila copie nella sola Olanda ( del trentaduenne
Grunberg sono già usciti in Italia, per Mondadori, Lunedì
Blu e Comparse). Una storia costantemente all'insegna
di un'ironia assai amara che prende di mira tutti e tutto. A cominciare
dalla stessa arte dello scrivere: " Ci sono scrittori che hanno in
sè un unico libro e che in quel libro parlano di una guerra, di una
terribile malattia, di una figlia scomparsa ritrovata dopo quattro anni
in un pozzo. Al confronto la calvizie è ben poca cosa ma anche le
piccole storie hanno la loro importanza".
Impossibile non credergli soprattutto
quando la felicità dell'essere umano finisce per assumere sempre,
come per Marek, gli inquietanti contorni di una boa conscrictor.
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