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Recensioni NASCITA DI UN ACQUEDOTTO - PAESI



da LA NUOVA PROVINCIA martedì 22 settembre 2015

ALLA RICERCA DEL TEMPO PERDUTO:
LA NASCITA DELL'ACQUEDOTTO DI S. DAMIANO
E così, una pagina dopo l'altra, si snoda una storia personale e familiare, scritta congarbo e dedicata al padre, a partire dall'arrivo a Pralormo sino alla sua scomparsa, ad Asti mel 1994 - Il ricordo dei nonni

Renato Romagnoli

Sono stati presentati nel salone consiliare del Municipio di San Damiano due libri scritti dalla prof.ssa Carla Cuminetti, intitolati l’uno “San Damiano d’Asti-Nascita di un acquedotto”, l’altro “Paesi-Vita vissuta. Vita raccontata di un Segretario Comunale”. Di fronte ad un folto pubblico, l’autrice ha voluto sottolineare come questi volumi siano di fatto l’uno legato all’altro e rappresentino un po’ una “ricerca del tempo perduto”, in cui le vicende personali della giovane  Carla si incrociano con quelle lavorative del padre Guglielmo, segretario comunale nei diversi paesi in cui la famiglia Cuminetti visse. “Ad un certo punto della vita, dopo la perdita di mia madre – ha detto l’autrice – ho sentito il bisogno di guardarmi indietro, di riscoprire le tappe fondamentali della mia esistenza. Con questi due scritti ho voluto ricordare l’opera di mio padre nella sua funzione di segretario comunale: è stato perciò naturale ripensare ai paesi in cui sono nata e vissuta, in conseguenza dei diversi spostamenti di mio padre, che ebbe incarichi a Pralormo, poi ad Almese, quindi a Castelnuovo Don Bosco e a San Damiano, dove si concluse la sua carriera, nel 1972. Non ho potuto non raccontare di Poirino, dove mio padre nacque nel 1906, né dimenticare Buttigliera d’Asti, paese d’origine dei nonni materni e di mia madre Eligia.” E così, una pagina dopo l’altra, si snoda una storia personale e familiare, scritta con garbo e dedicata al padre, a partire dall’arrivo a Pralormo, sino alla sua scomparsa, avvenuta ad Asti nel 1994. Non mancano affettuosi ricordi dei nonni materni, che Carla Cuminetti così ricorda: “Nonno Luigi aveva sposato nel 1906 Margherita Vergnano: due caratteri molto diversi, allegro, pronto alla battuta, di grande compagnia lui; di poche parole, apparentemente scontrosa e severa lei. (...) . Erano molto uniti, tanto che la nonna venne a mancare pochi mesi dopo la morte del nonno.” Gli anni difficili spinsero i nonni ad emigrare in America: “ Lì, a Fall River, nel 1908 nacque mia madre, la prima figlia. Ma quando, nel 1910, la nonna rimase incinta del secondo figlio Carlo, volle ritornare nella sua Buttigliera e, da sola, portando con sé la piccola Eligia, intraprese il viaggio di ritorno imbarcandosi nuovamente. Ora a distanza di tempo, la figura della nonna acquista grandezza e suscita profonda ammirazione per il suo coraggio; lei, piccola, giovane donna capace di affrontare un interminabile viaggio di ritorno, senza aiuti, senza neppure una parola amica, pur di portare i suoi figli nella terra dove voleva farli crescere.” Guglielmo Cuminetti proveniva invece da Poirino, dove il nonno era titolare di un’impresa di costruzioni che si distingueva “per perizia tecnica e puntualità nell’esecuzione.” Conseguito il diploma di geometra, negli anni di crisi del primo dopoguerra Guglielmo Cuminetti sostenne gli esami per diventare segretario comunale, in modo da poter mantenere la famiglia con uno stipendio fisso, che nel 1927 era di 519 lire mensili. Il primo incarico lo ebbe a Buttigliera, dove conobbe e sposò Eligia; nel 1931 Guglielmo fu trasferito a Pralormo ed anche lì seppe farsi apprezzare per impegno, serietà e dedizione al lavoro, seguendo con attenzione tutte le pratiche che gli furono affidate. La tappa successiva fu ad Almese, dove il segretario Cuminetti prese servizio il 18 giugno 1934; qui visse gli anni difficili del fascismo, soprattutto nel periodo della guerra partigiana. “Cielo e terra tenevano in una morsa di paura il piccolo paese, (…) In piazza e nella nostra casa era il temuto calpestìo di uomini diversi, divise diverse, ma tutti con la stessa voce di comando, le stesse armi. In tutti la stessa violenza della guerra che non ha confini né etichette.” Nel 1944 Cuminetti fu trasferito a Castelnuovo Don Bosco, dove si occupò della costruzione della scuola e della fognatura, sempre distinguendosi per l’attenzione con cui espletava gli incarichi: l’ultimo trasferimento della sua carriera fu a San Damiano, dove giunse nel 1956, e lì dovette subito occuparsi di un annoso problema, ossia della necessità di un nuovo acquedotto, che in quattro anni venne realizzato. Il 31 maggio 1972, in consiglio comunale, il sindaco Giovanni Volpe salutò con parole di grande stima il segretario Cuminetti che era stato per anni “consigliere sincero e spassionato, funzionario saggio e onesto, collaboratore fattivo e operoso.”

Il volume “San Damiano – nascita di un acquedotto” è la naturale conseguenza della ricerca di Carla Cuminetti negli archivi comunali, la cui documentazione le ha restituito molte testimonianze dell’attività del padre. Giunto a San Damiano nel 1956, il nuovo segretario si trovò alle prese con la situazione di un acquedotto vetusto, che da tempo preoccupava le amministrazioni per la insufficiente portata d’acqua, lasciando molte famiglie prive di acqua potabile. “Insomma, siamo poveri d’acqua e tutti ne facciamo alti lamenti nelle arsure estive e specialmente negli infortunii d’incendio …” aveva scritto lo storico sandamianese Felice Daneo nel 1889. Il problema era ben noto a tutte le amministrazioni ed ai sindaci che si succedettero nel secondo dopoguerra. Nel 1946 – 47 si progettò di captare acqua nel territorio di Ferrere, poi si pensò di attingere al sub alveo del fiume Tanaro, in regione Tanarella, e si ebbe dal Ministero dei Lavori pubblici un finanziamento di 40 milioni. Nel 1954 il sindaco Giuseppe Marinetto incaricò la ditta ARIS di Torino di trivellare quattro pozzi in regione Bottassa, ma l’acqua che se ne ebbe non fu sufficiente, per cui tutto si fermò e sfumò il finanziamento del Ministero. Nel 1956, sindaco l’ing. Prospero Nuvoli di Grinzane, furono fatti altri sondaggi in regione Val Maggiore, località Martinetta, dove si sapeva che vi era buona acqua: si scavò sino alla profondità di 80 metri (per non danneggiare la captazione di un altro pozzo poco distante e che dava acqua a Tigliole) ed ai primi di agosto del 1956 l’acqua sgorgò abbondante; nei giorni successivi l’ufficio di igiene di Asti certificò la sua potabilità. Si trattò allora di costruire un nuovo acquedotto, in sostituzione di quello vecchio, e gradualmente si arrivò prima alla realizzazione della rete per il concentrico, poi alla realizzazione di quello destinato alle frazioni; intanto furono scavati altri cinque pozzi, ma nel 1967 l’acquedotto potè considerarsi ultimato. Non tutti i Sandamianesi fecero richiesta di allacciamento alla nuova rete: il primo a volere l’acqua fu Michele Topino, ma su 1300 titolari, solo 560 abitanti nelle frazioni fecero domanda di allacciamento, mentre nel concentrico furono 300. In tutta questa vicenda Cuminetti fu il trait d’union nell’avvicendarsi delle amministrazioni, sollecitando instancabilmente gli interventi di uomini politici, uffici locali e governativi, Prefettura ed ogni altro genere di autorità per combattere le lungaggini della burocrazia: fu questo l’importante  contributo che egli diede alla realizzazione dell’acquedotto di San Damiano.
Carla Cuminetti

SAN DAMIANO D'ASTI - NASCITA DI UN ACQUEDOTTO

editore DIFFUSIONE IMMAGINE
edizione 2015
pagine 112
formato 15x21
brossura
tempo medio evasione ordine
2 giorni

10.00 €
10.00 €

ISBN : 978-88-89277-54-6
EAN : 9788889277546

Carla Cuminetti

PAESI

editore DIFFUSIONE IMMAGINE
edizione 2015
pagine 144
formato 15x21
brossura
tempo medio evasione ordine
2 giorni

15.00 €
15.00 €

ISBN : 978-88-89277-51-5
EAN : 9788889277515
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