|
da
ttL LA STAMPA sabato 11 novembre 2000
MACRINO D'ALBA, IL GENIO DEL '400 PIEMONTESE
La
fondazione Ferrero pubblica un saggio sul maestro di Gaudenzio Ferrari
Mirella Bandini
Con
la pubblicazione di questa importante monografia sul pittore rinascimentale
albese, a cura di Edoardo Villata, la Fondazione Piera Pietro e Giovanni
Ferrero di Alba ha voluto ribadire la sua funzione di promozione culturale
sul territorio, rivolta a valorizzare intellettuali e artisti che abbiano
varcato i confini locali per imporsi sulla scena italiana e internazionale.
E' il caso di Macrino D'Alba (1465/70 - dopo 1513), un pittore che, come
scrive Giovanni Romano nella prefazione, "si difende dietro uno schermo
severo di cultura "alta" e non regionale" e per la sua rilevanza
resta figura isolata nella pittura '400 piemontese. L'ultimo studio monografico
sul pittore è del 1935 (rieditato nel 1962) dall'ingeniere albese
Giovanni Oreste Della Piana, che curò anche una sua mostra nel municipio
di Alba. Oggi, dobbiamo al giovane storico dell'arte Villata l'attuale minuziosa,
serrata analisi stilistica e tecnica dell'opera di Macrino, e
il riconoscimento del suo ruolo storico nell'arte rinascimentale piemontese
da lui rinnovatacon aperture culturali originali rispetto ai colleghi attivi
nella stessa area. Questi apporti culturali, dovuti a contatti con l'ambiente
artistico dell'Italia centrale e a un suo soggiorno a Roma, erano stati
oggetto della sua riscoperta alla fine del '700 da parte di Giuseppe Vernazza,
che lo accostò al Perugino, e quindi da Giuseppe Battista Piacenza
che ne tracciò una biografia; e soprattutto da Luigi Lanzi agli inizi
dell'800 che designò Alba come prima città piemontese per
evoluzione artistica, principalmente per Macrino.
Agli inizi del '900 nella monografia di Gian Bistolfi, Macrino è
visto come l'iniziatore del Rinascimento in Piemonte, con esperienze culturali
lombarde e centroitaliane, e come maestro di Gaudenzio Ferrari.
|