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da LA DOMENICA di Repubblica venerdì 12 dicembre 2010
ITALIA DI CARTA
Il lungo viaggio dello stivale
La Liguria è un rettilineo, l’Adriatico un oceano.
Ma per quanto bizzarro il Belpaese disegnato nel Medioevo assume già la forma a noi nota
Paolo Mauri
Non molto tempo fa Antonio Paolucci, direttore dei Musei Vaticani, ricordava
in un articolo apparso sull’Osservatore Romano la bellissima galleria dedicata
alle carte geografiche italiane voluta
da papa Gregorio XIII, al secolo Ugo Boncompagni, sul finire del Cinquecento, per realizzare
la quale furono impiegati, sotto la direzione del geografo Egnazio Danti, Girolamo Muziano, Cesare
Nebbia, Mattia e Paolo Bril. La galleria è lunga centoventi metri. Con una bella immagine Antonio Pinelli ha scritto che il Papa «andava a passeggiare per l’Italia senza uscire di Palazzo» e questo grazie anche al fatto che le carte dipinte nella galleria erano e sono molto piacevoli a vedersi, ricche di dettagli, con i panorami e le piante delle principali città e addirittura la segnalazione delle battaglie più importanti, compresa quella, allora recentissima, di Lepanto (1571). Si può dunque andare a passeggio o addirittura viaggiare in una carta
geografica, anche se la carta non riproduce i luoghi reali, ma li rappresenta simbolicamente e naturalmente in scala ridotta, visto che una carta uno per uno, come sognava Borges, sarebbe di fatto piuttosto ingombrante e soprattutto inutilizzabile.
Roberto Borri, collezionista e cartografo, pubblica ora un suo nuovo studio delle carte geografiche italiane a stampa (L’Italia nelle antiche carte dal Medioevo all’Unità nazionale, Priuli & Verlucca, 320 pagine, 75 euro) che consente appunto una dettagliata ricognizione delle rappresentazioni del nostro Paese per come se lo immaginavano nel passato. I geografi di allora potevano contare su strumenti ancora abbastanza imprecisi e raccoglievano dati come potevano, restando inevitabilmente lontanissimi dalle osservazioni che si possono fare ora guardando il mondo dall’alto. La più antica immagine dell’Italia elaborata secondo i criteri del geografo Claudio Tolomeo ci è giunta grazie a un codice greco manoscritto del secolo Undicesimo che sitrova alla Biblioteca Vaticana. Alla prima occhiata si ha qualche difficoltà a riconoscere l’Italia: la Liguria è diventata un rettilineo ed è sullo stesso parallelo di Chieti: ma, come Borri racconta, gli errori sono moltissimi e difatti sia l’Adriatico che il Tirreno appaiono sproporzionati e mal collocati, per non parlare delle isole. Il nord della Corsica si apre in una so rta di “V” un po’ rozza e possiamo anticipare che anche insuccessive carte più precise i famoso“dito” dell’isola verrà rappresentato approssimativamente e indebitamente gonfiato. Ma anche le altre isole minori appaiono sproporzionate. Il fatto è che Tolomeo partiva da dati sbagliati circa le dimensioni del globo: quattro secoli prima di lui Eratostene era stato molto più preciso. L’uso dei meridiani e paralleli, di per sé molto importante,ma ancora una volta impreciso, faceva sì che molti particolari risultassero inesatti. Insomma, l’Italia disegnata secondo i criteri di Tolomeo era più immaginaria che reale e tuttavia fu ripresa e pubblicata nei principali atlanti sino alla metà del secolo Diciottesimo. Tolomeo era vissuto ad Alessandria tra il 90 e il 168 dopo Cristo, potendo approfittare della più grande biblioteca del mondo antico. Le sue opere si erano per lungo tempo perdute. Sua è l’ipotesi della terra al centro dell’universo che solo molti secoli dopo Copernico, Galileo e Keplero smontarono.
Roberto Borri studiale carte dividendole per autori e ci consente così di avvicinare i grandi geografi e conoscerne le particolarità. Una delle carte d’Italia più rare si deve a Pietro Plancius (1552-1622) che fu teologo, astronomo e naturalmente geografo. Partecipò allafondazione della Compagnia delle Indie Orientali e ne divenne il cartografo ufficiale. Disegnò nel 1595 a Haarlem una carta idrografica e geografica, buona sia per i marinai che per i viaggiatori di terra, con l’indicazione della direzione dei venti, dei porti e delle insenature. Non è presente in nessun atlante e l’esemplare riprodotto fa parte di una collezione privata.
Ma quanto può costare una carta antica? I prezzi variano molto ma, per esempio, l’Italia di Johannes Janssonius pubblicata ad Amsterdam nel 1640 è stata comprata dalla Regione Lombardia a un’asta di Sotheby del 2000 per poco meno di 145 milioni di lire. Dai tempi della scuola noi siamo abituati a vedere le carte geografiche di certe dimensioni appese ai muri di un’aula. Secondo Borri la prima carta murale fu realizzata da Giacomo Gastaldi a Venezia nel 1561, ma era molto più piccola di altre carte murali stampate in seguito: per esempio di quella in quindici fogli firmata da Giovanni Maria Cassini nel 1793 a Roma, cui altre ne seguirono di dimensioni ancora maggiori. Fin qui non abbiamo potuto dare che qualche frammento della rassegnadi carte propostadaBorri. A ciascuna è dedicatauna scheda con tutti i particolari e con due indici: di rilevanza e di rarità. In fondo al volume per ogni scheda c’è una bibliografia. Non mancano le curiosità. Per esempio, apprendiamo che la tradizionale figura allegorica dell’Italia (floridae formosa) compare per la prima volta nella carta murale di Magini stampata nel 1616 ad Amsterdam, mentre il sistema viario postale è presente, sempre per la prima volta, nella carta realizzata da Giacomo Cantelli a Roma nel 1695.
Le carte nascono con un fine utilitaristico, ma qualche volta per ragioni diverse, come la carta evocativa della proclamazione a Re d’Italia di Vittorio Emanuele II. È una carta panoramica rarissima, in cui l’Italia è vista dalle Alpi, circondata da quarantasei ritratti di italiani illustri, settantotto stemmi di città, quindici vedute di monumenti. Finalmente chiude l’epoca delle carte, spesso caricaturali, in cui lo stivale è diviso e conteso. Notava Paolucci nell’articolo che ho citato in apertura, e nota anche Borri, che il concetto di Italia è ben presente fin dall’antichità, nonostante le divisioni politiche che si concluderanno con il 1861. La prima carta ufficiale del Regno d’Italia verrà stampata dall’Ufficio Superiore di Stato Maggiore nel 1865.
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