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dal CORRIERE
DELLA SERA martedì 24 gennaio 2006
"ALPI, CAMBIAMO LE MAPPE FATE SPARIRE QUELLE
CENTRALI"
Il
nuovo atlante: divise tra Occidentali e Orientali. Il Cai: è così in
tutta Europa, siamo fermi dal 1924
LAURA GUARDINI
Compie ottant’anni,
e mostra i segni dell’età: è ora non di mandarla
in archivio ma, certo, di farle un vigoroso bagno di giovinezza. È la «Partizione
delle Alpi» così come la disegnò una commissione
incaricata nel 1924 dal Congresso geografico nazionale che, due anni
più tardi, diede il suo imprimatur a quella suddivisione. La vecchia
frasetta — «Ma con gran pena le reca giù» — studiata
da generazioni sui banchi di scuola per mandare a memoria le catene in
cui quella maggiore è divisa (Marittime, Cozie, Graie, Pennine,
Lepontine, Retiche-Carsiche, Giulie) non va proprio in soffitta,manon
basta più. Due soli grandi settori, Alpi Occidentali e Alpi Orientali,
divisi dal Passo dello Spluga, 36 settori e 132 sottosezioni: la Soiusa—Suddivisione
orografica internazionale unificata del sistema alpino — è stata
presentata ieri nella sede milanese del Club Alpino italiano. «Divisione
sbagliata — dice però dalla Valtellina l’ex ct della
Valanga Azzurra, Mario Cotelli —. Perché a separare le Alpi,
geologicamente e morfologicamente, è lo Stelvio, non lo Spluga».
ATLANTE — In 416 pagine con 148 tavole cartografiche e 20 fotomosaici
ottenuti sovrapponendo le mappe alle foto dal satellite, l’autore — il
varesino Sergio Marazzi — ha raccolto anni di informazioni: «Scopo
del nostro lavoro—ha detto—è stato ordinare e coordinare
tutti i dati secondo criteri di morfologia, altimetria e alpinistici
comuni ai sei Paesi interessati: Italia, Francia, Svizzera, Germania,
Austria e Slovenia». Ci sarebbe anche l’Ungheria, che viene
appena lambita dalle propaggini orientali della catena alpina. Il volume — che
costa 39 euro — è firmato dalla Priuli&Verlucca,
editrice piemontese specializzata nella letteratura di montagna.
L’INIZIO E LA FINE — La Bocchetta di Altare — in provincia
di Savona —è il punto in cui le Alpi si staccano dagli Appennini:
di qui arrivano sino alla Sella di Godovic, in Slovenia, diramandosi anche
in innumerevoli catene secondarie. «Duemila anni fa già Strabone
faceva iniziare qui le Alpi» ha ricordato il presidente nazionale del
Cai, Annibale Salsa. Più complicato e non esente da qualche disputa
tra geografi, invece, determinare il confine orientale delle Alpi, tra Austria
e Ungheria, dove le montagne si perdono nella pianura Pannonica.
PROPOSTA — «Le Alpi sono la spina dorsale dell’Europa, e
fin qui noi le abbiamo forse guardate più che altro da casa nostra,
dimenticando che la maggior parte del territorio è nello spazio transalpino » ha
ricordato ancora Sansa. La proposta lanciata dal libro di Sergio Marazzi parla
dunque ai geografi:maanche ai 13 milioni di persone che abitano le Alpi (e
si esprimono — dice la Cipra, la commissione internazionale che le protegge — in
qualcosa come 100 idiomi diversi tra lingue e dialetti) perché «senza
la visione dell’intero la dimensione locale diventa localismo»
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da
LA PADANIA martedì 18
aprile 2006
COME SONO CAMBIATE LE ALPI
VIAGGIO ALLA SCOPERTA DEI
NOSTRI MONTI
Un nuovo
atlante
racconta
il sistema
più importante
del Continente.
Dedicato
agli amanti
delle
escursioni,
ma non solo
PAOLA
CEREDA
Correva l’anno 1926 quando fu introdotta
in Italia dal Comitato Geografico Nazionale la “Partizione delle
Alpi” che,
articolata su 3 parti, 26 sezioni e 112 gruppi, suddivideva l’arco
alpino in zone tenendo conto dei Paesi confinanti. Molto tempo è passato
da allora, e la classificazione nel frattempo è diventata
obsoleta, anche per i cambiamenti avvenuti negli ultimi decenni
in Europa.
Quanto mai opportuno, allora, la realizzazione del progetto Soiusa,
la “Suddivisione
orografica internazionaleunificata del Sistema Alpino”, che proponeuna
moderna chiave di lettura della complessa orografia delle Alpi e un’innovativa
proposta di aggiornamento della stessa «Partizione delle Alpi», nonché di
normalizzazione delle diverse suddivisioni alpine nazionali in un’unica
classificazione europea dei raggruppamenti montuosi delle Alpi secondo l’attuale
letteratura geografica e di montagna.
UN PROGETTO NUOVISSIMO
Concretizzazione di questo progetto è l’Atlante orografico delle
Alpi appena pubblicato dalla casa editrice piemontese Priuli & Verlucca,
nostra vecchia conoscenza, da sempre specializzata nella valorizzazione e divugazione
del patrimonio storico, antropologico, culturale e naturalistico del territorio
alpino.
Nella Soiusa le Alpi assumono finalmente il ruolo di sistema montuoso europeo,
nel quale per la prima volta si è ottenuta un’armonica fusione con
un uniforme criterio morfologico-altimetrico-alpinistico dei gruppi italiani
della partizione delle Alpi debitamente aggiornata con quelli francesi delle
Alpi Occidentali, quelli svizzeri delle Alpi Centrali e quelli austriaci, tedeschi
e sloveni delle Alpi Orientali. L’unificazione delle suddivisioni alpine
nazionali, compresa l’«Alpenvereinseinteilung der Ostalpen» (la
suddivisione delle Alpi Orientali secondo i club alpini austro-tedeschi), si è potuta
conseguire unicamente grazie all’adozione del più razionale concetto
di bipartizione alpina in Alpi Occidentali eAlpi Orientali (suffragato anche
da fondamenti geologici e fito- geografici) invece di quello tradizionale di
tripartizione del1926, inaccettabile in Austria e Germania. Tutto ciò ha
potuto rendere la Soiusa condivisibile in ogni paese dell’arco alpino,
come auspicato dall’Uiaa.
LA MAPPA DEI NOSTRI MONTI
I raggruppamenti montuosi delle Alpi (dalle due grandi parti alle 36 sezioni,
alle 132 sottosezioni e agli 870 gruppi) sono gerarchicamente classificati, ognuno
col proprio codice identificativo alfanumerico, in stretto ordine orografico,
seguendo lo spartiacque principale dalla Bocchetta di Altare (già Colle
di Cadibona, dove le Alpi si staccano dagli Appennini) fino alla Sella di Godovic
(dove hanno inizio le Alpi Dinariche) e le innumerevoli catene secondarie con
le relative diramazioni che a mano a
mano si incontrano.
Nell’atlante, dopo un’introduzione alla Soiusa che illustra con adeguate
tavole cartografiche anche le più note suddivisioni alpine nazionali,
il testo della Soiusa procede parallelamente affiancato da una scomposizione
oro-cartografica del Sistema Alpino
in tre serie di tavole cartografiche analitiche, in cui l’essenzialità delle
linee colorate tracciate a mano su fondo bianco ne consente una lettura chiara
e immediata: una serie di 4 tavole generali (con le grandi parti, i grandi settori
e le sezioni alpine); una serie di 20 tavole di base alla scala
1:750.000 (con le sezioni e le sottosezioni alpine), ognuna seguita dal corrispondente
estratto della carta Alpen alla medesima scala di Kümmerly + Frey, con i
codici identificativi e i limiti geografici dei raggruppamenti ben evidenziati
in sovrapposizione; una serie di 46 tavole di
sviluppo alla scala 1:500.000 (con i gruppi).
A TUTELA DELL'IDENTITÀ
Le 416 pagine dell’atlante, con 148 tavole cartografiche e illustrative
a corredo, contengono anche una serie di 20 fotomosaici sulle Alpi dal satellite
Landsat che offre un utile riscontro della Soiusa con la realtà del rilievo
alpino visto dallo spazio. Infine un dettagliato indice alfabetico dei nomi dei
raggruppamenti orografici, ciascuno con il proprio codice identificativo alfanumerico,
permette la sua rapida localizzazione sia nel testo della Soiusa (nella propria
sezione alpina di appartenenza con l’ausilio delle intestazioni di pagina)
sia nella relativa tavola cartografica. In considerazione dello scopo divulgativo
dell’atlante, destinato non solo agli alpinisti e agli escursionisti, ma
a tutti gli appassionati di montagna, si è cercato – pur nel rigore
scientifico della metodologia adottata e nell’inevitabile complessità della
classificazione – di redigerlo nel modo più semplice possibile e
con una struttura tale da facilitare la ricerca e l’immediata individuazione
sulla carta di ogni gruppo montuoso classificato.
Un utilissimo ausilio, quindi, per tutti gli amanti della montagna, uno strumento
indispensabile per chi l’arco alpino lo studia e lo vive come parte integrante
della propria identità.
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