Il
titolo sembra uscito da una canzone di Enzo Iannacci: «Volevo tanto
fare il tramviere ma mi hanno cambiato i tram».
L'autore, pagina dopo pagina, ci fa rivivere se stesso bambino con una minuzia
e un'attenzione ai particolari che hanno del prodigioso, e che si spiegano
in parte con il fatto che l'autore, andando a vivere lontano, ha fissato
una volta per sempre l'esperienza torinese nella sua memoria.
Inoltre un'arguzia sottile percorre sotto traccia tutto il racconto, deliziando
il lettore con frasi come: «Abitavamo in una strada di bruttezza esemplare
che si chiamava via della Misericordia, e papà la chiamava via Miseria».
«Il maestro Cerato era cieco e suonava le sue canzonette senza che
neanche dovessero girargli i fogli». «Il ricordo più
vivido di Vannuccini (un professore del ginnasio) per me è associato
alle macchie di vino e di uovo che adornavano i nostri compiti, da lui corretti
fra un boccone e l'altro al Sollazzo Gastronomico di via Palazzo di Città»...
Chiudo il libro con il rammarico che sia già terminato, e con due
sogni: che l'Atm offra a questo cantore l'opportunità di guidare
un tram e che un e ditore di cose torinesi pubblichi questo libro.
Bruno Gambarotta
(Storie di città, da Torino Sette)
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INDICE
Glossario
Volevo tanto fare il tramviere ma mi hanno cambiato i tram
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Gino Moretti
VOLEVO TANTO FARE IL TRANVIERE
editore ANGOLO MANZONI
edizione 2000
pagine 224
formato 14x22
brossura con alette
tempo medio evasione ordine 2 giorni
12.40 €
12.40 €
ISBN : 88-86142-57-9
EAN :
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