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VOCABOLARIO ITALIANO-PIEMONTESE PIEMONTESE-ITALIANO
edizione 2008

Questa nuova edizione in unico volume del vocabolario ITALIANO-PIEMONTESE e PIEMONTESE-ITALIANO presenta in una confezione unica anche la grammatica e sintassi della Lingua Piemontese.

PRESENTAZIONE

Sono trascorsi due secoli e un quarto da quando ha visto la luce la prima regolamentazione scritta della lingua piemontese ad opera del medico Pipino, ma occorre considerare che poi non sono state molte le grammatiche scritte fra il 1783 e il 1967, anno che ha visto la pubblicazione della prima edizione della «GRAMÀTICA PIEMONTÈISA» scritta da Camillo Brero ed uscita per i tipi dell'editore Mario Gros. Questa è rimasta per molto tempo un punto di riferimento fisso per tutti quelli che volevano avvicinarsi con costrutto alla lingua piemontese. Molte sono state le ristampe e riedizioni sino al 1987 ed anche molte altre grammatiche hanno visto la luce in successione, ma sempre fedeli a quei capisaldi indicati dai maestri. Il successo e la diffusione della grammatica di Brero oltre ad essere inconfutabili hanno rappresentato un indicatore del desiderio della gente di apprendere le regole di quel modo di parlare, magari così comune perché ancestrale per molti, e sentirsi più fieri e sicuri sapendo di avere alle spalle il valore di un testo riconosciuto e validato dai massimi esperti linguisti. La scelta operata dall'autore di utilizzare in toto la lingua piemontese poteva rappresentare una scommessa, un rischio di difficoltà nella comprensione, ma i fatti hanno premiato l'audacia. Queste sono appunto le sue parole riportate sulle prime edizioni: «A son tanti ij motiv, ma doi a l'han cissane pì fòrt e a l'han fane decide. El prim a l'é col éd dimostré a tuti che nòstra lenga, pròpi pérchè lenga, a peul esprime qualonque concet leterari, gramatical, filosòfich, stòrich, etc. E lé scond a l'é col che an fà védde lògich éd dovè] parlé ai Piemontèis an soa lenga, tantopì che nòstra gramàtica a l'é adréssà, prima che a j'àutri, a coj che dél piemontèis a son ij cultor».
Quella grammatica, infatti, non l'hanno utilizzata, consultata, consumata solo i cosiddetti «addetti ai lavori»: scrittori, poeti e studiosi. Essa è diventata compagna fedele di molti altri piemontesi, ma anche motivo di stimolo per chi si è poi voluto cimentare in opere simili. In poche parole ha rappresentato il classico sasso gettato nello stagno che genera onde ed increspature.
[..]

Sono passati ormai parecchi anni dalla prima edizione del vocabolario della Lingua Piemontese e, nell'attesa di una revisione moderna, si va ad una ristampa per soddisfare le richieste che ci giungono. Questo è un segno positivo non solo da un punto di vista editoriale, ma soprattutto dal punto di vista culturale. La diffusione di un vocabolario è indice di un interesse diffuso da parte di un pubblico che ne sente l'esigenza.
Prima della ristampa ci siamo posti la domanda su quale sia il tipo di pubblico che si avvicina a questo genere di pubblicazione, diremmo di nicchia, la risposta è sorprendente in quanto ci si trova davanti ad una varietà inattesa d'utenti, dal cultore delle tradizioni al collezionista librario, dallo scrittore che cerca una conferma alle sue conoscenze al neofita che scopre un patrimonio linguistico finora sconosciuto, dal filologo che analizza i lati meno evidenti della lingua allo straniero che la vuole apprendere per integrarsi meglio.
Sicuramente la formula di un volume unico, che comprenda sia la parte dall'italiano al piemontese e viceversa, è risultata più pratica e moderna per la consultazione anche in considerazione della dimensione più maneggevole, ma senza pregiudicarne il contenuto, e quindi rimane inalterata.
Questo vocabolario si pone con merito nel novero di una serie d'importanti vocabolari della lingua piemontese che, nel corso di due secoli, ne hanno accompagnato l'evoluzione. Le varianti ci sono inevitabilmente state, rispetto ai predecessori, sia per le trasformazioni che caratterizzano una lingua viva e dunque legata al cambiamento deí tempi, della cultura e del modo di vivere, ma lo spirito originale, quello che discende dai «Sermoni Subalpini», è rimasto lo stesso. È lo spirito di un popolo che ha vissuto e fatto la storia e che crede profondamente nel valore delle proprie radici in quanto conscio che, solo con la conoscenza e la valorizzazione di esse, potrà affrontare il futuro confrontandosi con il mondo. Pur restando fermo il ceppo originale del Piemontese l'autore aveva scelto, proprio nell'ottica della modernità, la forma di grafia unificata, detta de «Ij Brandé», quella che a suo tempo portò un po' di chiarezza e d'uniformità in quella scrittura che prima veniva spesso interpretata «ad personam». Tale scelta permette ancora oggi di avere uno strumento valido che si può completare con la «Grammatica della Lingua Piemontese», formando così un binomio pressoché indissolubile nel campo della lingua subalpina. Non è quindi senza una punta d'orgoglio che vogliamo mantenere una continuità nel rapporto con gli appassionati, riproponendo quello che rappresenta senza dubbio uno scrigno in cui sono conservati, per l'oggi e per il domani, i tesori di una lingua che c'è stata tramandata dai nostri avi.

L'Editore




Camillo Brero

NUOVO VOCABOLARIO ITALIANO-PIEMONT PIEMONT-ITA

editore IL PUNTO - PIEMONTE IN BANCARELLA
edizione 2008
pagine 914
formato 17x24
cartonato a colori
tempo medio evasione ordine
ESAURITO

40.00 €
40.00 €

ISBN : 978-88-88552-47-7
EAN : 9788888552477

 
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