Il vocabolario e la grammatica del patois di Ceres sono una testimoniava attuale della cultura e della lingua francoprovenzale delle Valli di Lanzo e si propongono di essere un significativo incentivo e un efficace aiuto per coloro che desiderano tramandarle alle
generazioni future. |
PRESENTAZIONE
Perché uno "Scartablàri freuncprouvensàl d'la modda d'Séreus"?
Sono molteplici le motivazioni che mi hanno spinto ad iniziare la ricerca condotta sul campo che è consistita nel trascorrere molte ore a parlare con le persone più anziane del mio paese, Ceres, per riscoprire vecchie parole e modi di dire che, purtroppo, sono ormai sempre meno usate o del tutto dimenticate.
Portando avanti il lavoro, mi sono accorto che la convinzione che ogni paese, o addirittura ogni frazione, avesse un suo patois non è del tutto esatta. Il più delle volte i vocaboli sono praticamente gli stessi, ma pronunciati in modo differente. Quando il vocabolo cambia, è perché (in genere) è stato sostituito con un termine derivato dal piemontese, o dall'italiano, e francoprovenzalizzato. Un esempio, per quanto riguarda Ceres, è il termine con il quale si indica la neve. Nel concentrico del comune e in alcune frazioni si dice fiocca, termine palesemente derivato dal piemontese fiòca e trasformato in un vocabolo del patois col raddoppiamento della lettera c. Nelle frazioni verso la Val d'Ala si usa invece l'antico termine francoprovenzale nèi. Interessante è poi osservare come anche nel comune di Mezzenile (a valle di Ceres) e nel comune di Ala (a monte di Ceres) si usino i vocaboli originari nai e né. In base agli insegnamenti del linguista Matteo Bartoli, ed in particolare la "norma delle aree laterali", quando si incontra una stessa parola utilizzata per indicare un oggetto in due aree diverse, ed un'altra parola nell'area intermedia alle precedenti, la parola delle aree laterali di solito è quella più antica.
Spero vivamente che questo vocabolario contribuisca ad evitare che la particolarità linguistica delle Valli di Lanzo svanisca, prima o poi sopraffatta dal piemontese e dall'italiano. L'aggressione subita dal patois da parte di lingue più forti, in quanto parlate da un maggior numero di persone e, fino a non molti anni or sono, l'ostracismo della scuola dell'obbligo verso qualsiasi tipo di "dialetto", lo stanno portando verso l'estinzione. La necessità, conseguente all'unità nazionale, di dare una stessa lingua a tutti gli italiani, ha avuto come conseguenza di ridurre a "dialetti" quelle che, come il patois francoprovenzale, erano vere e proprie lingue parlate su vasti territori.
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Diego Gente Toumazìna - Claudio Santacroce
VOCABOLARIO DEL PATOIS FRANCO PROVENZALE DI CERES
editore IL PUNTO - PIEMONTE IN BANCARELLA
edizione 2013
pagine 240
formato 15x21
plastificato con alette
tempo medio evasione ordine ESAURITO
18.00 €
18.00 €
ISBN : 978-88-88552-98-9
EAN : 9788888552989
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