PREFAZIONE
di Fabio Pierangeli
Università di Roma Torvergata
A cento anni esatti dalla nascita di Cesare Pavese, su gentile invito di Laurana Lajolo, sfoglio di nuovo, con emozione, Il Vizio assurdo di Davide Lajolo. La storia di Cesare Pavese. Prima edizione, 1960. Pagine appassionate, vive come un romanzo, vere come la vita. Trovo quello che cerco, ad apertura di pagina. Si parla del Poli, il diavolo sulle colline, tra i personaggi più memorabili di Cesare Pavese, perché, nei suoi accenti spesso "sbagliati", lo scrittore della Langa vi aveva trasmesso la «ricerca spasmodica e senza speranza di qualcosa in cui credere che non si spegnesse nella notte per restare un mucchio di cenere all'alba».
Ancora di recente, l'autorevole italianista e critico militante, Giulio Ferroni, discutendo con il sottoscritto in preparazione di un convegno romano alla Casa delle Letterature per i cento anni dalla nascita nel marzo del 2008, testimoniava della necessità di leggere Pavese allontanandosi da un effetto bruciante e annichilente del primo impatto dell'adolescenza e della giovinezza. Così amici e colleghi, di diverse generazioni, ancora più nettamente, mi confessavano della difficoltà di confrontarsi con quello scrittore, furiosamente legato alle ansie di una età trascorsa, a domande a cui, con difficoltà, con rude maturità, si è dovuto rispondere una volta per tutte, oltrepassandole. Si tratta di evitare, insomma, un possibile terremoto interiore.
Nel frattempo, abbattute ostilità varie, da Moravia agli integralisti di partito, studi ed edizioni accurate donavano a Pavese il profilo che gli spetta. quello di un classico del Novecento per lo stile, la lingua, l'inconfondibile voce narrativa e poetica, per il lavoro editoriale e di traduttore. Si pensi all'edizione curata dal compianto Marziano Guglielminetti e da Mariarosa Masoero, dei Romanzi e Racconti per la prestigiosa Pleiade Einaudi, e alla monumentale bibliografia della critica, a cura di Luisella Mesiano, Cesare Pavese di carta e di parole, Edizioni dell'Orso. Senza riandare alle roventi polemiche intorno alla biografia prima e alla riduzione teatrale poi, su cui mi sono espresso altrove, in questo fermento di studi accademici su Pavese, il Vizio assurdo, pietra miliare delle biografie degli anni Sessanta, alla scuola di un critica di grande impegno narrativo e stilistico, Giacomo Debenedetti su tutti, veniva pressoché ignorato, se non a volte, malignamente e provocatoriamente, attaccato, al di là della misura di alcune precisazioni storiche. Una specie di congiura del silenzio, alcune volte incosciente. altre, mi pare, mirata. Una delle ragioni. se non forse la principale, e qui lo "studioso" fedele torna ad essere il lettore "furiosamente" appassionato, appare così semplice (semplicistica?) da essere sconcertante.
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Cesare Pavese è stato, e continua ad essere presso le nuove generazioni. uno degli scrittori più amati della letteratura italiana contemporanea: per la lucidità con cui tradusse nella poesia e nella prosa la sua avventura esistenziale; per la coincidenza diretta, tragica, tra i motivi letterari della sua opera e le conseguenze che ne trasse sul piano umano e personale con il suicidio; per l'atteggiamento riservato ma schietto fino alla durezza con cui visse uno dei periodi politici più densi di avvenimenti della storia d'Italia contemporanea: dal fascismo, all'antifascismo vissuto nel gruppo degli intellettuali torinesi (da Norberto Bobbio a Massimo Mila), alla rinascita culturale del dopoguerra, cui Pavese contribui non solo come autore ma anche con la collaborazione editoriale alla casa Einaudi. Davide Lajolo, che raccolse direttamente. da amico e intellettuale, le confidenze dello scrittore, ripropone qui la sua biografia umana e letteraria di Pavese, Il vizio assurdo; sotto un'angolazione nuova che integra la narrazione puntuale delle vicende della sua vita con una valutazione critica che il tempo ha reso più pacata e ragionata, arricchendola con i risultati di un dibattito letterario che ha continuato a svilupparsi e a scoprire nell'opera di Pavese nuovi motivi e nuove implicazioni.
INDICE
Prefazione di Fabio Pierangeli
Introduzione
I Santo Stefano Belbo: nascita e campagna
II - I primi anni a Torino: scuola e periferia.
III - Al liceo "D'Azeglio" con Augusto Monti
IV - Le poesie liceali e il "vizio assurdo"
V - L'università e la "Strabarriera"
VI - La donna dalla voce rauca
VII - Le altre donne come vendetta
VIII - Il periodo delle traduzioni
IX - I "sansôssi" e la Casa Einaudi
X - Le lettere dal confino
XI - Dalle poesie ai racconti
XII - Da Il carcere a Paesi tuoi
XIII - Torino durante la guerra
XIV - La guerra tra le colline
XV - Un gatto graffia alla porta
XVI - Spenti i falò, la luna splende ancora
Conclusione
Itinerari pavesiani
La risposta del diavolo
Amore e letteratura
Dal Baule di Cesare Pavese di Laurana Lajolo
Album fotografico
Appendice |
Davide Lajolo
IL VIZIO ASSURDO
editore DANIELA PIAZZA
edizione 2008
pagine 366
formato 16x22
plastificato con alette
tempo medio evasione ordine 2 giorni
17.50 €
17.50 €
ISBN : 978-88-7889-213-2
EAN : 9788878892132
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