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Alcune proposte
VIGNALE E IL MONFERRATO
dalle origini al 1713
PREMESSA

Perché solo Vignale

Il titolo del presente libro riporta il toponimo Vignale in luogo di Vignale Monferrato, perché tale è stata la denominazione del nostro paese fino alla seconda metà del secolo XIX. Va infatti precisato che a Vignale è stato aggiunto l'appellativo "Monferrato" soltanto a partire dal 1863, quando a seguito dell'unità d'Italia è stato necessario distinguerlo dagli altri tre Vignale esistenti: quello in Provincia di Novara, che ha conservato il toponimo originale, e quelli nelle Province di Livorno e Salerno che hanno assunto altri appellativi. Analoga operazione è stata effettuata nella stessa data per tutte quelle località, che potevano essere confuse con altre omonime, come per esempio quelle contenenti i toponimi Villa e Castello.

Un metodo narrativo


Non sfuggirà al lettore che nello svolgimento dei vari capitoli ho preso quasi sempre lo spunto da un oggetto trovato in loco (il masso nel cortile del Castello, l'orecchino barbarico d'oro, ecc.) o da un episodio della storia vignalese (p. es. la vendita del Castello e del loco di Vignale nel 1432 a Franceschino dell'Isola) per passare a descrivere, a loro chiarimento e spiegazione, le vicende del Monferrato e, quando necessario, anche della storia italiana. Ho ritenuto che questo metodo, di passare dal particolare al generale, dalla storia minima alla "grande storia", possa essere più stimolante per la conoscenza e la memorizzazione di entrambe.
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Alcune riflessioni dopo la lettura

Viviamo oggi le dinamiche straordinarie della globalizzazione con conseguenze positive ma anche negative se non vengono regolate. Può apparire inutile chequalcuno si accinga con grande impegno per un'opera storica che apparentemente va in direzione contraria e che spinge il lettore interessato (probabilmente poco numeroso e limitato alla popolazione monferrina) a riflettere sulle sue radici più lontane.
Invece io penso che non sia così: noi, monferrini tutti, dobbiamo essere grati al dottor Carlo Ferraris per lo sforzo profuso nella ricerca della nostra più antica identità storica e culturale. Ritengo sia inconfutabile l'affermazione che chi non ha "memoria" delle sue radici culturali non ha futuro". Il nostro futuro non può essere altro che il frutto del passato che è già in noi, quasi a formare il nostro patrimonio genetico che si è stratificato culturalmente nel tempo. Solo apprezzando le virtù di chi è venuto prima di noi e conoscendone anche a fondo i difetti per evitare di ripeterli, potremo migliorare noi stessi e sperare in un futuro più promettente.
Per conoscerci meglio è certamente importante inquadrare gli eventi, come ha fatto egregiamente l'autore, nell'ampia cornice della "grande storia" ma anche non trascurare quegli episodi particolari e locali che più incisivamente mettono in risalto con pennellate forti il carattere peculiare della nostra gente monferrina. E' dalla conoscenza di questi dettagli che emerge il carattere di una popolazione mai rassegnata, abituata a lottare in situazioni difficili al limite della sopravvivenza, pronta a ricostruire con tenacia ciò che i molti eserciti che transitavano per le nostre terre, regolarmente distruggevano.
Mi permetto ora di esprimere un desiderio e di avanzare un suggerimento.
Sarebbe bello e utile che questo volume facesse parte della biblioteca di ogni famiglia di origine monferrina; non solo quelle che vivono in Italia, ma quelle più numerose che vivono all'estero. Un qualche Ente o Fondazione locale dovrebbe farsi carico di promuoverne la diffusione nel mondo: perché no! Addirittura tramite Internet.
Oggi, che la nostra Nazione sembra avere riscoperto l'interesse e l'ambizione di tenere legati alla comune Patria (fino a poco tempo fa concetto desueto e perfino irriso) i tanti italiani nel mondo, il mandare in omaggio ai nostri conterranei sparsi dovunque i ricordi storici della loro terra d'origine, può essere un fatto molto significativo. Ne potremmo avere ricadute in termini di riconoscenza che non è difficile immaginare. E ciò, sia ben chiaro, vale anche se ci sentiamo oggi parte integrante della comunità più ampia che è l'Unione Europea e domani di quella planetaria.
Questo suggerimento mi è venuto mentre leggevo questo libro e mi sono venuti alla mente alcuni episodi che ho vissuto girando il mondo. Nelle mia vita professionale ho avuto molte occasioni di incontrare in molte parti del pianeta, monferrini e in particolare vignalesi, che vi erano emigrati. Sono sempre stato colpito dall'attaccamento che mostravano dopo tanto tempo alla loro terra d'origine. Essi si lamentavano delle difficoltà che avevano nel rendere partecipi i loro figli dei loro ricordi e delle loro tradizioni. Così, le nuove generazioni nate all'estero, poco sapendo delle loro radici, finiscono per non sentire più un legame forte con la loro terra d'origine.
Ho visto in Argentina, a Rosario e Cordoba, comunità di monferrini che hanno insegnato il loro dialetto ai negri che hanno lavorato per loro nei filari delle aziende sviluppate in quelle terre, ho visitato in Chile un piccolo villaggio che porta il nome di Vi gnal vicino a Constitution, dove tutti gli abitanti, per lo più indios, parlano il nostro idioma di fine ottocento, insegnato loro dai fratelli Negri, vignalesi che si erano trasferiti laggiù alla fine del XIX secolo. Ho trovato nel 1968 vicino a Los Angeles su una pianta di fico, alla tenera età di novantanni l'ex vignalese Luigi Gotta che con orgoglio mi mostrava le sue rigogliose vigne piantate da lui con cultivar provenienti da Vignale che gli mandava la sorella dall'Italia.
È commovente leggere nei loro occhi la nostalgia per le nostre ubertose colline che hanno dovuto abbandonare, ma per cui nutrono un profondo anelito di continui riferimenti, almeno nel ricordo.
Per essi, per tutti noi, il nostro Cadetto (così noi lo chiamiamo come compagni di scuola e di giochi) ha voluto consegnare un'opera meritoria della nostra riconoscenza.

Gian Mario Rossignolo
Presentazione del Sindaco di Vignale Monferrato

Alcune riflessioni dopo la lettura (Gian Mario Rossignolo)

Il pensiero e la memoria (Nino Sannazzaro)

Premessa dell'Autore


Preistoria. I Liguri invadono il Monferrato

Primi secoli a.C. I nostri antenati diventano cittadini romani

Primi secoli d.C. Molignano, Lignano e la Pax Romana

Alto Medioevo. I nostri antenati diventano Cristiani

Secoli V-VI. Arrivano i Barbari

Secoli VI-IX. Orecchino barbarico d'oro trovato a Vignale. La guerra gotico-bizantina. Longobardi e Franchi

Secoli IX-XII. Il Feudalesimo in Monferrato

Secoli IX-X. Arrivano Saraceni e Ungari

Secolo X. Aleramo: la leggenda e la storia

Secoli X-XI. Inzia la rinascita

Vignale intorno al 1000

1149. Vignale feudo degli Occimiano sotto la sovranità di Asti. Il sistema monetario medievale

Secoli XI-XII. Sorgono i Comuni e incominciano le Crociate

1164. Vignale torna ai Marchesi di Monferrato. Casal Sant'Evasio in lotta con Vercelli ed Alessandria: il Barbarossa e Guglielmo V

1178. Pastoronus de Vignali testimonio alla pacificazione tra Guglielmo V ed Alessandria

1175-1225. I Pastrone protagonisti in Viagnale durante l'epopea del Monferrato in Medio Oriente

1229-1243. Prima battaglia di Vignale ai tempi di Bonifacio II e Federico II. Vignale infeudato ai Pelletta di Asti

1254-1290. Vignale ai tempi di Guglielmo VII. Ingloriosa fine del Gran Marchese

1290. Un presunto tradimento, il cittadinatico di Vignale e la quietanza al Conte di Savoia

1292-1310. Seconda battaglia di Vignale ai tempi di Teodoro I ed Enrico VII. Dagli Aleramici ai Paleologo

1310-1338. I Secchi bandiscono da Vignale i Pastrone che rientrano con l'aiuto di Teodoro I. Casale sotto i Monferrato. Asti ed Alessandria sotto gli Angioini

Vignale intorno al 1300

1348. I "Batû", San Rocco, San Sebastiano e la peste nera

1350. Gli antichi Statuti di Vignale e la "Carta Pactorum"

1338-1381. Un Vignalese in una compagnia di ventura al soldo del Conte Verde. La battaglia di Gamenario e il nuovo assetto territoriale del Piemonte

1388, 1407, 1413. Un Parlamento monferrino a Moncalvo e due a Vignale ai tempi di Teodoro II e Facino Cane

1432. Vignale infeudato e Franceschino dell'Isola del Marchese Gian Giacomo.
Prima grave mutilazione del Monferrato

1470-1505. La costruzione della chiesa e del convento dei Serviti ai tempi di Guglielmo VIII

Vignale intorno al 1500

1514-1525. La prima fase della lotta tra Francia e Spagna per il predominio in Italia. Il primo saccheggio di Vignale. La monetazione nei secoli XVI e XVII

1525-1559. Il Monferrato ai Gonzaga di Mantova. I Calori acquistano un nono del feudo vignalese.
Il saccheggio di Vignale del 1556

1559-1587. Un periodo di assestamento e di... tasse. Unione delle due parrocchie vignalesi e fine della Repubblica casalese

1587-1612. Ancora tasse.
La descrizione del Baronimo e la questione colombiana

1612-1626. La prima guerra di Monferrato. Il processo Calori.
Camilla Faà di Bruno

1626-1631. "De bello peste et fame liberet nos Deus omnipotens". La seconda guerra di Monferrato.
Il trattato di Cherasco

1631-1640. "Galinni e puvertà prest anrassà".
Terzo infruttuoso assedio di Casale da parte degli Spagnoli

1640-1659. "Francia o Spagna basta che si mangia". La fine della guerra dei trent'anni e la pace dei Pirenei.
I Calori, Conti di Vignale

1665-1690. Il ritorno dei Francesi in Casale e Monferrato. La Grande Alleanza contro la Francia

1691-1713. Il saccheggio di Vignale del 1691. Lo smantellamento della Cittadella di Casale. La battaglia di Torino e il passaggio del Monferrato sotto Casa Savoia

Vignale e Monferrato intorno al 1700

BIBLIOGRAFIA

FONTI E ABBREVIAZIONI



Carlo Ferraris

VIGNALE E IL MONFERRATO

editore G.Ri.F.L.
edizione 2002
pagine 352
formato 17x24
brossura
tempo medio evasione ordine
ESAURITO

15.00 €
15.00 €

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