C'è chi non può amare l'avvenire senza odíare il passato: fatica inutile, errore irreparabile. Vana fatica voler uccidere il passato, perché quel che di esso è passato, cioé mortale, muore naturalmente da sé, mentre quel che di esso è eterno, che è poi l'umano, dura contro ogni nemico e s'ínfutura da sé. Errore spesso irreparabile ostinarsi ad abolire il passato in nome dell'avvenire, perché il passato non è che la radice dell'avvenire (...) Amare il passato e conservarlo, vuol dire insomma lavorare per l'avvenire".
La corona sulle ventitré
Si va dalla vita romanzata dell'"onesto lestofante" Leone Canetti, alias Léon Donà, pubblicata da Einaudi nel '56, alla memoria (pubblicata, sempre da Einaudi, nel '61) di una crescita psicologica e sentimentale che avviene sullo sfondo di un borgo toccato negli anni '20 dalla crescita industriale: protagonista la ragazza Caterina Bauchiero, alias Angela Vochieri, poi diventata Monti allo stato civile, in grazia di uno straordinario innamoramento e di un matrimonio celebrato in sordina il 1° maggio del '51 nella sacrestia della parrocchia torinese del Sacro Cuore. La ragazza, insomma, che sposa "monssù" - il signore -, il professore di quarantatré anni più grande. (...)
Le quattro opere qui raccolte costituiscono un arcipelago d'isole vicine tra loro e, per un verso o per l'altro, abbastanza - anche se diversamente - affini. Isole che fanno corona all'opera della vita intera, I Sanss assi: racconto d'ere e generazioni in dialogo e conflitto, lavoro in progress, affresco di storie plurime, laicamente e crocianamente provvidenziali, storia che si fa progresso, ottimismo che si converte in ragione, esperienza che diventa formazione e orgoglio di vita morale, scrittura "utile" e "civile" che veste la sua cosa come l'epica aristotelica i suoi eroi: grande cattedrale che oscura le chiesette foranee.
Dall'introduzione di Giovanni Tesio
INTRODUZIONE
1. "Faccio la 'madre nobile': madame De la Haute Tourelle in 'Durand-Durand', Veronica in 'Camere ammobigliate', la baronessa D'Aigreville in `Bebé'. Dicono che sono comicissimo, e appena esco sul palcoscenico con la mia parrucca grigia e la sottana scura, il teatro crolla dagli applausi". Così Augusto Monti alla prima moglie in una lettera dal campo di Mauthausen, 7 settembre '17. Niente più - a prima vista - che un'annotazione divertita per una lettera che tranquillizzi quelli di casa. Molto di più invece - a ben vedere - perché in modi brillanti vi sono fissati i termini di una vocazione "drammatica" addirittura fondamentale.
Monti il teatro ce l'ha nel sangue. Teatrante a scuola quando legge i classici, o quando legge Dante ad alunni che - stando alle mitologie - non rinunciano allo spettacolo nemmeno se hanno in corpo la febbre terzana. Teatrante quando alla "banda" degli "ex" usciti dal "D'Azeglio" (anche se non tutti covati da lui), Pinelli Ginzburg Giacchero Bobbio Mila Pavese Monferini, interpreta via via i capitoli dei Sanss &si' che viene componendo. Teatrante quando in carcere raccoglie una piccola accolita di uditori-amici, che amici gli sono - stando alla testimonianza delle Lettere a Luisotta - "non perché, professore, faccio loro scuola, ma perché io scolaretto ruzzo e faccio il chiasso con loro: e li diverto e li tengo su".
Ancora teatrante quando a Chieri, sfollato nel vecchio casamento di via San Giorgio 6, intrattiene la famiglia dei Bauchiero, da cui trarrà la seconda moglie, voce narrante di Ragazza 1924. Teatrante quando interpreta alla radio certe sue rievocazioni risorgimentali del '48. Teatrante quando alla Famija Piemontèisa di Roma spreme tutte le energie migliori in un'interpretazione da guitto: "Il successo è stato sbalorditivo - scrive all'allieva-amica Paola Malvano trasmigrata in Israele -, il tuo amico Monti ha fatto come l'uomo-orchestra che una volta - cappello a campanelli, gran cassa coperchi e triangolo, fisarmonica impugnata, gomitate e strappi di corda col piede - visitava i cortili di Torino deliziando i piccini e i grandi affacciati ai balconi interni: il vecchio Monti ha fatto le voci maschili e femminili, ha cantato in piemontese e in toscano, fatto la tromba il tamburo e le campane, fra l'entusiasmo dei piemontesi romanizzati e dei romani piemontesizzati; e Gatti della Lux-F dm l'ha proclamato un 'grande attore".
Ma ancor più decisivamente teatrante quando, "borbottando sottovoce, sorridendo a tratti, come se discorressi con qualcuno che fosse lontano, sì, ma che mi sentisse ancora", viene configurando a se stesso il mondo di quelle storie che sono il primo nucleo dei Sanssossi.
Più decisivamente - anche se più segretamente - proprio perché questo è il germe di ogni opera di Monti, l'oralità dei suoi testi è inscritta nel loro principio inaugurale. Più che il testo a farsi performance, la performance che si fa testo. Non parola che non sia pronunciata davanti a qualcuno, non silenzio che non sia rimuginìo di voce in embrione, di scrittura radicalmente configurata come dramatis persone.
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INDICE
Introduzione di Giovanni Tesio
LA CORONA SULLE VENTITRE'
Lettera dedicatoria a Camillo Franco
I. Un «sogno» del Marcheis Curlo
II. L'ultimo dei Faydítti di Montjovet e Coazze, ovverossia: l'arte del conversare
III. Quando il Rousseau era lacché a Torino
IV «O poca nostra nobiltà di sangue...»
V Silentium vox Dei, radio vox diaboli
VI. Val d' l'Armureu
VII. Il piviale con le tre frecce
VIII. Una villa, anzi una «vigna», sulla collina torinese
IX. Curlo e Silvio Pellico
X. All'«Archeologica» (Dai petroglifi dí Monte Bego alle canzonette del ant 'd Piossàsc)
XI. Il Baleni e dintorni
XII. L'Indritto di Coazze e il mistero del suo trappista
XIII. Alla «Nazionale» di Torino
XIV. Al servizio del Re di Sardegna
XV. La Coppa
XVI. L'«Angelica» dell'Ariosto e quella del Marcheis Curlo Congedo
VIETATO PENTIRSI
I. Punti di partenza
II. L'ultimo dei Borletti
III. Tio Alejandro y el nitio
IV. La scuola di Rudy
V Scoppia la guerra e io mi guadagno il pane
VI. Pot-pourri del dopoguerra
VII. Donne fra due secoli
VIII. Chi rompe e chi paga
IX. Parigi non è Ginevra
X. Il protettore di «zia» Genoveffa
XI. Un colchico sul Salève
XII. Eugenia
XIII. Viaggio in Italia
XIV I «mortinpiedi»
XV. Vietato pentirsi
RAGAZZA 1924
I. Sotto l'asse del bucato
II. Evasione dalla culla
III. Il Cortile della Cornetta
IV. Crisi
V. Giuochi proibiti
VI. «Educazione nazionale»
VII. Il lunedì del mio villaggio
VIII. La fabbrica
IX. All'ombra di San Domenico
X. Il clandestino
VAL D'ARMIROLO, ULTIMO AMORE
I. La valle
II. La gente
III. Le bestie
IV. Montagna che se ne va
V. Après le déluge
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Augusto Monti
VIETATO PENTIRSI
editore ARABA FENICE
edizione 1996
pagine 468
formato 15x21
cartonato con sovracoperta a colori
tempo medio evasione ordine 2 giorni
27.00 €
16.90 €
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