Il Centro storico genovese è un'opera d'arte nella sua globalità e - purtroppo - è una realtà sconosciuta ai più. Quando passiamo per i caruggi non ci accorgiamo di quello che ci circonda e ci osserva dai muri delle case: edicole votive, portali, lastre scolpite affreschi scoloriti. Ogni edicola ha un nome, cosi come quasi tutti i palazzi. Ogni lapide o fregio ha un significato ben preciso nella storia della città, noi non lo capiamo piú, o meglio, sono molto pochi i genovesi che ne sanno decifrare il significato. Questo volume vuole aiutare i cittadini e i turisti a conoscere meglio città antica, fuori dalla noia dei percorsi turistici.
PRESENTAZIONE
La nostra città è bellissima e ricca di leggende. Storie incredibili, allegre e dolorose, che ci osservano dalle mura del Barbarossa, dai trompe-l'oeil dei palazzi nobiliari, dai merli delle torri e dei campanili, dalle cariatidi dei portali, dalle targhe dei vicoli e delle piazze.
Le leggende non si fermano mai, ne nascono sempre di nuove e quelle vecchie sono destinate ad arricchirsi di nuovi particolari. Fanno lo slalom nella nostra vita, cambiano repentinamente direzione, si smentiscono, creano nuove leggende.
La storia si comporta nello stesso modo. La memoria riaffiora da un buco nel selciato, in una cantina, scrostando un muro in cucina, e ci narra la sua storia che credevamo ormai perduta.
Troppo spesso ci capita di non sapere cosa stiamo guardando, di non capire cosa ci raccontano i muri che sfioriamo tutti i giorni, quando andiamo al lavoro o a fare la spesa.
Così mi è venuta voglia di scrivere questo volumetto, per invitare tutti noi, cittadini e turisti, ad alzare il naso e guardare con più interesse ciò che ci circonda.
La speranza è quella che si cominci a considerare la nostra città antica come un'opera d'arte nella sua globalità e non solo un territorio per la transumanza di abitanti distratti e turisti occasionali.
I media - le istituzioni - ci parlano di una città d'arte che ha i suoi motori trainanti nei grandi musei, nei palazzi della Strada Nuova, nelle mostre di palazzo Ducale, nell'Acquario.
Un atteggiamento miope, che non tiene conto di cosa с'è intorno, sopra, sotto, ai lati e dentro. C'era e c'è la città che ha dato origine a tutto questo.
Ci sono i suoi muri sbreccati, le sue facce, le erbette schiacciate nelle torte, i suoni basculanti della sua calata.
La bella via Garibaldi non esisterebbe senza il ventre gorgogliante dei caruggi dove tutto è nascosto dietro l'angolo, tanto in cima che non si vede, nel portone di un palazzo fatiscente.
Il malcostume di gerarchizzare l'arte ha portato storicamente solo a disastri, degrado e oblio. Sarebbe veramente orrenda una città senza
odori e rumori, distillata come un liquorino per zitelle, linda e per bene, finta come un resort turistico, con gli orologi a cucù al posto di San Giorgio.
Questa è una città che non deve diventare di cartapesta.
Tutta votata al turismo usa e getta.
I turisti che amo sono quelli che amano la mia città. Che la scoprono fuori dai depliant turistici. Che tornano a casa e ne parlano agli amici. Che sono curiosi e ficcanaso, quelli con l'espressione un po' così.
Non mi piace chi ha paura di avventurarsi nei pericolosi vicoli, anche se è genovese. Che non sopporta lo stretto, che spende una manciata di euro all'Acquario e poi scappa. Il turista che viene a Genova come andrebbe a Gardaland, allo zoo o al centro commerciale di Busalla, spinto dalla forza inarrestabile della pubblicità.
Una città bellissima - dicevo - ma trattata malissimo.
Il Piano di Ricostruzione, dopo la Seconda Guerra Mondiale, è stato un selvaggio inno alla speculazione. Palazzi orrendi a Caricamento, iI delirante grattacielo della CARIGE, il palazzo della Questura a Matteotti, quello di Campetto e cento altri. E ancora demolizioni dissennate che si sono protratte fino agli anni Settanta, Ottanta e Novanta. Ruderi e macerie tenute bene in vista per quaranta e cinquant'anni e poi sostituiti da costruzioni vergognose e spesso inutili, frutto della mancanza totale di programmazione nel riordino del Centro Storico. Le banche che occupano con decine di vetrine – piene di niente – interi palazzi storici e intere piazze, (22 vetrine solo a Banchi).
Sarebbe stato meglio concedergli i primi piani di questi palazzi e lasciare le botteghe al commercio, almeno nel centro storico.
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INDICE GENERALE
Ringraziamenti
Presentazione
Introduzione
Sconvolgimenti urbanistici e patrimonio artistico
L'arredo urbano storico
Porta Soprana
Chiostro di Sant'Andrea
Piano di Sant'Andrea
Via di Ravecca
Salita Coccagna
Salita della Fava Greca
Via del Colle, passo delle Murette
Mura del Barbarossa
Via Ravasco
Piazza Sarzano
Il nome Genova
Complesso conventuale di Sant'Agostino
Complesso conventuale di San Silvestro
Vico del Dragone, piazza delle Lavandaie
Vico delle Fate
Vico dei Tre Re Magi, salita Re Magi
Vico del Fico
Campo Pisano
Vico Sotto le Murette
Via della Madre di Dio
Lo scempio della via della Madre di Dio
Via e piazza di Santa Croce
Piazza Embriaci
Torre degli Embriaci
Via e piazza di Santa Maria di Castello
Piazza Santa Maria in Passione
Via e salita di Mascherona
Vico delle Camelie
Via delle Grazie
Piazza Cattaneo
Piazza, via e vico San Giorgio
San Giorgio
Via Canneto il Curto
Piazza Stampa, piazzetta dei Luxoro
Vico Fornetti
Piazza Stella
Mura delle Grazie e della Marina
Piazza Leccavela
Piazza San Cosimo
Vico dietro il coro di San Cosimo
Vico dei Caprettari
Via di Canneto il Lungo
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Azulejos
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La Torre Grimaldina
Costantino Georgakis
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Una piccola leggenda
L'arrotino
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Bancarelle di Piazza Banchi
Un mozzicone di colonna
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Il Teatro delle Vigne
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Le strade nuove
I Palazzi dei Rolli
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Il Grifone
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Giovanni Carbone e il vico della Croce Bianca
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Il ghetto ebraico
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Commenda e chiesa di San Giovanni di Prè
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Fronte mare, Sottoripa
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Genova bombardata
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"Combattenti" e speculatori
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Appendice
Musei
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Mappe
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Film
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Bibliografia essenziale
Indici
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Riccardo Navone
VIAGGIO NEI CARUGGI
editore FRILLI EDITORI
edizione 2007
pagine 528
formato 17x24
plastificato con alette
tempo medio evasione ordine ESAURITO
35.00 €
35.00 €
ISBN : 978-88-7563-334-9
EAN : 9788875633349
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