Nel
duomo di Torino c'è una lapide e un busto, proprio a destra dell'ingresso:
è la sepoltura di Giovanni Argentero, astigiano di Castel Nuovo Don Bosco
(1513-1572), medico dottissimo, un luminare del suo secolo, noto come "il
gran medico di Lione" citato da Montaigne, Paracelso, Fioravanti e Vallauri.
Quasi contemporaneo, e come lui astigiano, Leonardo Botallo (1519-1588).
Una lapide collocata sulla piazzetta dell'ospedale di Asti lo ricorda come
"medico e chirurgo espertissimo". Egli aprì la strada alla moderna medicina
basata sulla ricerca sperimentale, operando al servizio del re di Francia.
Astigiano è pure Carlo Lessona (1784-1858) professore dell'Università di
Torino e direttore del collegio veterinario della Venaria: ebbe intuizione
dei rapporti tra fattori ambientali e processi evolutivi (Charles Darwin
pubblicò L'origine della specie nel 1859). Suo figlio Michele è un celeberrimo
nome nella storia delle scienze naturali. Nel 1934 Salvatore Ottolenghi
chiudeva per sempre gli occhi sui preannunciati orrori delle leggi razziali
e dei crimini antigiudaici. Era stato insigne allievo e collega di Cesare
Lombroso a Torino e quindi docente all'università di Siena. A Poma aveva
fondato la prima scuola di polizia scientifica del mondo, istituita dallo
Stato italiano nel 1903. Era nato ad Asti nel 1861. Asti non è soltanto
città di cultura letteraria (Vittorio Alfieri offusca anche i nomi di Alione
e Della Valle) e artistica (da Gandolfino da Roreto a Benedetto Alfieri),
ma anche di cultura nel campo della medicina e non solo, ma di quella scientifico-tecnologica,
(Alberto Castigliano e Alessandro Artom, ma anche Francesco Cirio e Giovanni
Pastrone ... ) come di quella pedagogica e sociale (Giovanni Bosco e Guglielmo
Massaia sono i più noti, ma non si dimentichino Luigi Camillo Goltieri né
la silenziosa ma eccezionale Lina Borgo ... ) e musicale (Graziani, Polledro,
Desderi ... ). La ricerca storica degli studiosi astigiani, così come quella
archeologica degli specialisti di tale materia, sta portando alla luce tesori
di cultura che impongono all'attenzione di tutti "questa straordinaria città"
come si espresse Neomi Gabrielli, indimenticabile nume tutelare - anche
se non sempre fortunato - dei suoi beni artistici e storici.
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Questo volume
di Aris d'Anelli, illustre cardiologo, astigiano d'elezione, condensa
i quasi dieci lustri di passione dell'autore per l'esercizio dell'arte
medica, descrivendo con grande impatto emotivo - insieme con l'ospedale
in cui si è svolta la sua attività professionale - la città per cui non
nasconde un amore intelligente, critico all'occorrenza, profondamente
radicato nella sensibilità per il piacere di raccontare, già sperimentato
in varie opere precedenti. Sullo scenario della storia di una città che
ha svolto un ruolo determinante nella formazione del Piemonte, per essere
stata capoluogo del territorio compreso tra il Tanaro e le Alpi Marittime
(estendendosi per lunghi periodi fino al Mar Ligure) e che ha dato a questa
regione, all'Italia, all'Europa e al mondo intero i suoi grandi tesori
d'intelligenza, di lavoro e di risorse naturali (Noè salvo il genere umano
dalle acque inventando... il vino!), si stagliano tre grandi personalità
di medici che hanno "traghettato" (termine caro al d'Anelli) la medicina
astigiana dal medioevo alla contemporaneità: Mario Fasano, Ettore Debenedetti
e Carlo Currado. Il lavoro di d'Anelli non è soltanto un piacevolissimo
libro di ricordi, né prevalentemente una miniera di informazioni sul Piemonte
"minore", ma un vero strumento di lavoro per chi voglia studiare il passato
della sanità in Italia e della provincia astigiana in particolare, ma
soprattutto per chi intenda seriamente interrogarsi sull'infinita ragnatela
di relazioni e di interazioni che sta dietro la serenità - solo apparentemente
imperturbabile - degli uomini e delle donne in camice bianco, laici o
religiosi, a cui affidiamo la nostra speranza e, talvolta, la nostra disperazione.
Un libro che, senza volerlo espressamente, finisce per diventare un atto
politico, dove per politica s'intenda intensa e umile collaborazione alla
crescita della "città".
ROLANDO PICCHIONI
Presidente
del Consiglio Regionale del Piemonte
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Aris D'Anelli
UN OSPEDALE UNA CITTA'
editore PLATANO
edizione 1997
pagine 224
formato 17x24
copertina cartonata
tempo medio evasione ordine ESAURITO
15.50 €
15.50 €
ISBN :
EAN :
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