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L'ULIVO DI ARGOSTOLI
Lettere da Cefalonia di un marinaio di collina

L'ulivo di Argostoli è la storia di un giovane capitano della Regia Marina , troncata da una raffica di mitra tedesco il 22 settembre 1943, e di una famiglia che cerca di capire cos'è successo a Cefalonia dopo l'armistizio.
Autoritratto fatto di parole di un marinaio di colline tra sogni e ricordi, affetti e piccole avventure: gli amici a Milano e le vacanze al Breuill, le vigne del paese in Terre d'Asti e i mari della seconda Guerra mondiale.
Il racconto della vita normale di un ragazzo in divisa, regolarmente iscritto al PNF e al GUF, che dopo il 25 luglio scrive da Argostoli a casa "Finalmente!...Se n'è andato!... Siete contenti?... Il nostro buon Pidrin (Pietro Badoglio), piemontese e pieno di buon senso è venuto a mettere un pò di serenità!..."
E l'8 settembre sta con chi decide di non cedere le armi ai tedeschi.
La vicenda di Gino Pozzi, classe 1915, Capitano Commissario responsabile dei servizi amministrativi del Comando Marina Argostoli, "medaglia d'argento alla memoria sul campo" si intreccia con l'angoscia di madre, padre, fratello che cercano (e non trovano) notizie e di un paese intero che vive il dramma della guerra, dello sbandamento e della Resistenza.
La storia di un eroe della normalità, uno dei diecimila dimenticati di Cefalonia, raccontata come un reportage attraverso fatti, opinioni e documenti con linguaggio semplice, asciutto, diretto.

INDICE

L'ULIVO DI ARGOSTOLI

L'ANTICA CASA DELLA MEMORIA

SONO UNA POVERA MAMMA ITALIANA

AUTORITRATTO DI PAROLE SOLE

LETTERE DI CEFALONIA

FINALMENTE!... SE N'E' ANDATO!

VENTICINQUE LUGLIO A CEFALONIA

L'ARMISTIZIO... OBBLIGATORIO, CHE E' UNA RESA

OTTO SETTEMBRE AD ARGOSTOLI

MARINA ARGOSTOLI NON SI ARRENDE

ULTIMA NOTTE IN BATTERIA E208

LA STRAGE CHE NON C'E'

HO IL DOLORE DI COMUNICARE CHE..

I MORTI VOGLIONO DORMIRE

GINO, UN EROE NORMALE

PREGHIERA PER UNA MADRE

NOTA DELL'AUTORE

BIBLIOGRAFIA


La tragedia dei diecimila e più della Divisione Acqui a Cefalonia raccontata attraverso la ricostruzione della storia personale di un giovane Capitano di marina fucilato, come gran parte dei suoi colleghi, dai tedeschi il 22 settembre 1943.
Non una nuova ricostruzione dei fatti di Cefalonia, che come disse il Presidente Ciampi “fu il primo atto della Resistenza, di un’Italia libera dal fascismo”, ma il tentativo, per alcuni aspetti originale, di raccontare il clima e i tragici fatti di quei giorni attraverso la figura di un eroico protagonista rimasto sconosciuto, come altri diecimila italiani trucidati dai nazisti sull’isola greca.
Attraverso le lettere alla famiglia e agli amici, Carlo Cerrato ricostruisce la figura del Capitano Commissario di Marina Luigi Pozzi, uno dei primi ufficiali di Marina a dire no alla consegna delle armi ai tedeschi dopo l’8 settembre e uno degli ultimi a cedere nel fortino della Batteria E208 sulle alture di Argostòli.
Il racconto è una sorta di “autoritratto fatto di parole” di un marinaio di collina (Luigi Pozzi era nato nel ‘15 a Portacomaro d’Asti) tra sogni e ricordi, affetti e piccole avventure, la vita normale di un ragazzo in divisa, regolarmente iscritto al PNF, che dopo il 25 luglio scrive da Argostòli ai famigliari:”Finalmente!...Se n’è andato!... Siete contenti? Il nostro buon Pidrin (Pietro Badoglio, ndr), piemontese e pieno di buon senso è venuto a mettere un po’ di serenità!...”
E l’otto di settembre decide subito di stare con chi non vuole consegnare le armi ai tedeschi.
Nel libro, la vicenda del Capitano Pozzi, “medaglia d’argento alla memoria, sul campo” si intreccia con l’angoscio dei famigliari che cercano e non trovano notizie e dell’intero paese , Portacomaro, che vive il dramma della guerra, dello sbandamento e della Resistenza.
E’ la storia di un eroe della normalità, uno dei diecimila dimenticati di Cefalonia, raccontata come un reportage attraverso fatti , opinioni e documenti con linguaggio semplice, asciutto, diretto.
Di notevole interesse anche la ricostruzione dei tentativi fatti nei mesi successivi alla tragedia dei famigliari per tentare di capire cos’era successo davvero a Cefalonia e quale sorte fosse toccata al Capitano Pozzi e ai suoi colleghi. Particolarmente interessante la risposta alla richiesta di el fratello Giulio di far pubblicare un necrologio su alcuni quotidiani nel maggio 44. La risposta è negativa:”L’inserzione potrebbe essere accettata se privata della data -22 settembre – e della località. P.S. Accetterebbero l’inserzione purchè tu ti presenti a specificare che tuo fratello non ha fatto parte dei movimenti di cui si intende:” Ufficialmente a Cefalonia non era ancora successo nulla. Nel 45, dopo la liberazione, qualche giornale raccoglie le testimonianze di alcuni superstiti che il fratello del Capitano Pozzi cerca con ansia ovunque, per sapere qualcosa. Poi sui morti di Cefalonia cala un velo di silenzio. “Da tempo – dice Carlo Cerrato – volevo raccontare la storia del Capitano Pozzi. Mi sono deciso qualche mese fa, dopo un incontro nella sua casa di Molare con Marcello Venturi che con il suo libro Bandiera bianca a Cefalonia, quarant’anni fa, seppe far conoscere all’opinione pubblica mondiale quel massacro. Cosa possiamo fare per rimediare a tanto colpevole silenzio, gli domandai nell’intervista. Mi rispose: parlarne, parlarne, parlarne.”
“Durante l’estate –aggiunge l’autore – ha preso forma il libro che ho voluto intitolare “L’ulivo di Argostòli” in omaggio a due superstiti, Serafino Cono e Elio Sfiligoi, che oggi vive in Slovenia, che nel 1990 mi inviarono preziose informazionI e la fotografia dell’albero accanto al quale , secondo un testimone greco, fu ucciso il Capitano Pozzi”.





Carlo Cerrato

L'ULIVO DI ARGOSTOLI

editore DE FERRARI
edizione 2003
pagine 128
formato 14x21
brossura con alette
tempo medio evasione ordine
2 giorni

12.00 €
12.00 €

ISBN : 88-7172-525-5
EAN :

 
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