Come
fotografare la natura?
Ulivi. Avvicinarsi fino a toccare con lo sguardo la superficie corrugata
dei loro tronchi. Fino a penetrare tra le pieghe dei rami, nell'oscurità
degli incavi. Fino a immergersi nel passato, nel tempo inscritto entro
la vastità del tronco, nel colore della corteccia, nella forma
dei rami nodosi. Ascoltare il tempo custodito nel suo corpo.
Non si narra forse che gli ulivi dell'orto di Getsemani siano tanto antichi
da aver visto Gesù?
E poi ancora: allontanarsi di poco per abbracciare con la vista le loro
chiome argentee, che seguono il passaggio del vento e assecondano il movimento
del sole. Attendere l'inverno, la fioritura, la crescita delle olive e
la loro spremitura. Avvertire la solidità nascosta delle radici,
sentire la terra. Farsi abbacinare dal sole del Mediterraneo che penetra
tra le foglie sottili.
Tramutare il corpo vivente dell'albero in fotografia. Tramutare la fotografia
in un ritrovamento, in un percorso d'amore.
Durante questo suo lavoro Edoardo Romagnoli sembra essere stato condotto,
guidato da una domanda persistente: in un mondo snaturato quale quello
attuale, come fotografare la natura?
Molti fotografi colti, specie italiani - forse memori di Adorno, secondo
il quale la riproduzione del bello naturale sarebbe solo una tautologia
destinata a tradirne la bellezza; o forse convinti di dover raccontare
solo gli aspetti più macroscopici della modernità - si sono
cimentati soprattutto a fotografare città allargate e periferiche,
bordi informi e terrain vague, metropoli e non-luoghi: hanno insomma evitato,
o addirittura rimosso, ogni confronto con la natura.
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Altri
fotografi invece, più ingenui e sentimentali, si sono fatti sedurre
da petali setosi e fiori in boccio, da tronchi corrugati e chiome luminose,
cadendo nel "carino" e nel pacchiano della bella immagine patinata,
fatta di belle luci e bei colori; senza accorgersi che la natura, reinterpreta
in questa chiave romantica si trasforma paradossalemente nella parodia
di se stessa, in qualcosa di artificioso.
Edoardo Romagnoli tenta un'altra strada: non rinuncia ad avvicinarsi e
a immergersi nella natura, portandosi lonatno dai segni della modernità,
da tangenziali e autostrade, da ville finta cascina e tralicci dell'alta
tensione. Ma non si lascia banalmente irretire dalla bellezza superficiale
delle forme e delle apparenze. E neppure "modernizza" le sue
immagini con sfocati suggestivi e con mossi convulsivi per suggerire emozioni
interiori o visioni oniriche.
Lasciandosi alle spalle gli stili e le mode fotografiche del momento,
e senza farsi distrarre dal paesaggio mediterraneo, Romagnoli fotografa
invece con semplicità, in modo diretto e pacato.
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Edoardo Romagnoli
ULIVI
editore GRIBAUDO
edizione 2002
pagine 96
formato 19,5x19,2
cartonato con sovracoperta
tempo medio evasione ordine ESAURITO
7.99 €
7.99 €
ISBN : 88-8058-210-0
EAN : 9788880582106
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