È autunno, momento magico di silenzi, di foglie dorate e di funghi e il commissario Bartolomeo Rebaudengo passeggia nei boschi di Ceva. Ma la tranquillità dura poco, subito funestata da un delitto atroce, quasi un rituale che rimanda a un fatto di cronaca nera vecchio di dieci anni. Lo scenario è una bella villa sulla collina di Alassio, tra palme, eucalipti e profumo di mareggiate invernali. Nel frattempo gli uomini del commissariato indagano anche su una vicenda poco chiara che si svolge all'interno di una sfarzosa galleria d'arte e antiquariato appena inaugurata. In uno di quei momenti grigi, durante le indagini, quando la soluzione sembra lontana e si avverte il peso della lentezza, un amico va a trovare Bartolomeo nel suo ufficio e lo aiuta a ritrovare la pista, come sa fare un buon cane da tartufi. |
PROLOGO
Alassio sembrava una luminaria natalizia stesa davanti al mare, a riflettersi sull'acqua immobile, quasi lacustre. Era lontana, lontanissima, nello spazio e nel tempo. Lì il tempo non c'era, solo la notte con il suo silenzio, un silenzio che dominava lo spazio, l'ombra e la penombra. E la luna era un pendolo di peltro immobile, appeso sopra il mondo, sulle foglie di latta dei limoni, sulle rose grigie, sulle lame nere della cancellata arrugginita.
In mezzo al giardino una riproduzione in marmo dell'Attis di Donatello sovrastava una fontana morta. La luce del plenilunio colava chiara sulla ghiaia del viale, a formare pozze pallide sotto l'intrico alto dei rami. Sul fondale, una scalinata polverosa portava all'ombra di una loggia, sovrastata da un timpano che proclamava la sua solennità. Al piano superiore stava una fila di finestre chiuse con le persiane scrostate. Chissà se mai, in un passato difficile, s'erano aperte al vento abbagliante che arrivava dal mare, pieno di aromi e di sogni... Non sembrava una casa dove le risate fossero corse da una stanza all'altra, come fremiti d'aria fresca a muovere la calura estiva. Era difficile immaginare che qualcuno avesse apparecchiato in giardino una tavola - con la tovaglia di lino immacolato, rigido di ricami, e che odore di aglio dorato e pomodori avesse invaso la cucina. Chissà se un raggio di sole aveva mai brillato sulla condensa formata dal vino bianco ghiacciato, nelle caraffe panciute. Le rose ormai eran rovi ed i gerani erano intrichi selvatici, sarebbero stati un buon rifugio per giocare a nascondino: quell'inerzia malsana non evocava però il ricordo di corse e strilli di bambini
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Cristina Rava
TRE TRIFOLE PER REBAUDENGO - IV edizione
editore FRILLI EDITORI
edizione 2013
pagine 288
formato 12x19
rilegato con sovracoperta colori
tempo medio evasione ordine 2 giorni
9.90 €
9.90 €
ISBN : 978-88-7563-822-1
EAN : 9788875638221
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