PREMESSA
Ripubblico qui - con leggerissime modiche dovute per lo più a correzione di sviste, imprecisioni, refusi, via via segnalatimi nel tempo da occhi più attenti - una ricerca edita quasi un ventanni fa per i tipi della Franco Angeli di Milano con il titolo di Uomini, fabbrica e potere, il cui volume è da tempo esaurito. Rispetto alla precedente edizione sono state eliminate sia l'introduzione che il lungo elenco dei nominativi di coloro che avevano ottenuto il riconoscimento della qualifica di "licenziato per rappresaglia politica, sindacale e religiosa" ai sensi della legge 36/1974. La prima perché, sebbene utile a documentare la genesi, lo sviluppo, l'esito della ricerca e la complessa interazione che si era stabilita tra ricercatore e testimoni, avrebbe richiesto interventi di aggiornamento tali che ne avrebbero snaturato le finalità e lo spirito. Il secondo poiché a quei nomi altri se ne sono successivamente aggiunti, in seguito alla terza (ed ultima) riapertura dei termini di presentazione delle domande per lo stesso riconoscimento, ma molti altri avrebbero dovuto essere segnalati come di nomi di persone non più presenti: si è preferito pertanto omettere quell'elenco che, a valore testimoniale, rimane documentato nella precedente edizione. Il testo invece è rimasto sostanzialmente inalterato: solo l'ultimo capitolo - l'ottavo, che riproduceva la trascrizione di alcune testimonianze collettive dei membri della segreteria della Associazione Licenziati per rappresaglia politica e sindacale - è stato integralmente riscritto, nel tentativo di meglio chiarire non solo gli scopi della "committenza", ma soprattutto le consapevolezze a cui era giunta la ricerca. Ma si tratta di una integrazione che tende a rispettare fino in fondo lo spirito e la documentazione utilizzata allora, senza aggiungere altro se non una parte finale di aggiornamento dei dati sulla gestione della legge 36/1974.
La scelta di ripubblicare il testo senza modifiche risponde a più ragioni. La prima è la seguente: una modifica del testo avrebbe comportato una rilettura complessiva e quindi un aggiornamento della ricerca che avrebbe richiesto una riscrittura completa, in altre parole avrei dovuto scrivere un altro libro, diverso da questo, che tenesse in conto intanto delle novità bibliografiche, che in questi ultimi venti anni la storiografia sul movimento operaio ha prodotto. Ma il problema è meno quantitativo che qualitativo: la produzione infatti non è stata quantitativamente elevata (anche se si sono moltiplicate più ancora che le analisi storiche o le ricerche documentarie, le testimonianze dei protagonisti grandi e piccoli che comunque avrebbe richiesto un aggiornamento esteso e ragionato della bibliografia di riferimento). Neppure avrebbe giovato comunque una integrazione bibliografica nelle note a piè di pagina, non solo per le complesse mediazioni che ciò avrebbe comportato. Il fatto è che la novità degli studi sulla storia del movimento operaio consiste in un mutamento radicale del punto di vista interpretativo, mutamento ancora brn poco evidente al momento in cui cominciai la ricerca poi conclusasi cón questo volume e al quale questo volume diede un contributo non del tutto marginale.
Con gli anni Ottanta la storia del movimento operaio abbandonava in larga parte la ricerca sul dibattito ideologico e politico o la ricostruzione delle vicende riguardanti il nucleo dirigente, i suoi conflitti e le sue velleità o ancora l'enfasi sulle testimonianze di militanti di base come fonte per una "storia altra dal basso" e si avviava invece ad una analisi più attenta del complesso rapporto che si stabilisce all'interno dei partiti di massa tra gruppo dirigente e massa della militanza politica, tra formule e forme organizzative e scelte di strategie politiche, tra adesione ai grandi valori ideologici proclamati e concreta difesa di interessi di gruppo e individuali. L'ambizione della mia ricerca era quella di indagare la natura, le ragioni, i fattori di solidarietà, ma anche di conflitto e di contrapposizione, che caratterizzano il "modo di vivere" dei partiti di massa, per questo avevo concentrato, già in precedenti lavori, la mia attenzione su quel particolare segmento dell'agire politico rappresentato da una figura possibile solo nelle moderne democrazie di massa qual è quella del militante politico di base. All'interno della storia del movimento operaio poi avevo privilegiato la storia del militante comunista un po' per ragioni di comodità di ricerca, un po' per ragioni storico-politiche. |
INDICE
Premessa
Nota sulle fonti
Capitolo 1. GLI OPERAI DEL MARZO
1. Gli operai del marzo
2. 5 marzo a Mirafiori
3. Torino operaia
Capitolo 2. OPERAI NELLA GUERRA
1. Le bombe sulla città
2. Uso operaio della guerra
Capitolo 3. GLI UOMINI NUOVI
I. La disobbedienza
2. La liberazione
Capitolo 4. LA FABBRICA E IL POTERE
1. La rivoluzione d'aprile
2. Ripulire la fabbrica
Capitolo 5. LA BOCCA SOTTO IL NASO
1. Democrazia: un'idea
2. La non collaborazione
Capitolo 6. LA SCONFITTA
1. Modelli di sviluppo
2. Il comando e la resistenza
3. "Le scoppole sulla testa"
Capitolo 7. PROFETI DISARMATI
1. Le ragioni dei vinti
2. Le mille risorse
Capitolo 8. LA ASSOCIAZIONE LICENZIATI PER RAPPRESAGLIA
NOTE:
Capitolo I
Capitolo 2
Capitolo 3
Capitolo 4
Capitolo 5
Capitolo 6
Capitolo 7
Capitolo 8
INDICE DEI NOMI
|
Adriano Ballone
TORINO OPERAIA 1939 - 1962
editore ALZANI
edizione 2003
pagine 494
formato 15x21
brossura
tempo medio evasione ordine 2 giorni
29.00 €
14.90 €
ISBN : 88-8170-206-1
EAN : 9788881702061
|
|