Ripercorrere la storia di Torino attraverso
il racconto delle grandi esposizioni,
dall'Unità a oggi.
1884, 1898, 1902, 1911, 1928, 1961: un florilegio di eventi straordinari
che hanno accompagnato e spesso determinato
i grandi cambiamenti della città.
Le immagini, la cronaca, i personaggi, gli edifici, le curiosità.
Alla vigilia del centocinquantenario, una storia diversa.
La nostra storia.
Forse non tutti sanno che, negli ultimi centocinquant'anni, Torino è stata protagonista di una serie di esposizioni di rilevanza internazionale che hanno segnato la vita della città. Per testimoniarne l'importanza basterebbero le cifre: 3 milioni di visitatori nel 1884 e nel 1898, addirittura 7 nel 1911, più di 6 per Italia 61, un evento rimasto profondamente impresso nell'immaginario di migliaia di torinesi. Il volume racconta per la prima volta, in maniera divulgativa ma rigorosa, l'affascinante storia delle esposizioni torinesi tra Otto e Novecento, collocandole nello spazio (urbano) e nel tempo (storico) in cui si sono svolte. Più di 300 immagini, tra fotografie d'epoca, cartoline e cartellonistica; le piante delle esposizioni «calate» nella Torino di oggi; i personaggi e gli artisti coinvolti. E, fra un'expo e l'altra, i piccoli e i grandi eventi della storia della città, dall'Unità a oggi.
Torino fra modernità e contemporaneità. |
SOMMARIO
PROLOGO
UN FRUTTO DELLE RIVOLUZIONI
CAPITOLO 1
TORINO COME PARIGI
CAPITOLO 2
FIGLIA PREDILETTA DEL RISORGIMENTO (L'ESPOSIZIONE DEL 1884)
CAPITOLO 3
PROVE TECNICHE DI CONCILIAZIONE (L'ESPOSIZIONE GENERALE DEL 1898)
CAPITOLO 4
L'ARTE DIVENTA INDUSTRIA (L'ESPOSIZIONE INTERNAZIONALE DI ARTE DECORATIVA DEL 1902)
CAPITOLO 5
NASCITA DI UNA METROPOLI
CAPITOLO 6
L'ESPOSIZIONE INTERNAZIONALE DEL 1911
CAPITOLO 7
DOPO LA GUERRA
CAPITOLO 8
PER IL DUCE E PER IL RE. L'ESPOSIZIONE DEL 1928
CAPITOLO 9
UN MILIONE DI ABITANTI
CAPITOLO 10
LE CELEBRAZIONI DI ITALIA 61
CAPITOLO 11
LA NUOVA TORINO
APPENDICE ANTOLOGICA
PROLOGO
UN FRUTTO
DELLE RIVOLUZIONI
Non sappiamo se, in assenza della rivoluzione francese, la moda delle esposizioni — che caratterizzò tutto l'Ottocento, penetrando I fondo anche nel Ventesimo secolo — avrebbe muto altrettanta fortuna. In ogni caso, fu proprio nell'evento — glorioso o luttuoso, secondo che lo s: voglia considerare — a imporne l'effettuazione, al ii qua e al di là dell'Atlantico. Vediamo dunque :ome sono andate le cose.
La Rivoluzione, com'è noto, oltre a introdurre nell'uso corrente la ghigliottina, il berretto frigio e la Marsigliese, aveva anche operato una robusta modifica del calendario. Non più dodici mesi di diversa lunghezza, che facevano disordine e obbligavano ad apprendere a memoria sciocche filastrocche per ricordare la durata di ciascuno di essi. Memori di essere figli del razionalismo illuminista, i riformatori introdussero una successione ordinata di mesi, tutti rigorosamente di trenta giorni — non
uno di più, non uno di meno — senza badare troppo al fatto che così avanzavano cinque giorni che andavano collocati in qualche modo: perché se era agevole modificare il calendario, non altrettanto agevole risultava modificare la meccanica celeste. La questione venne risolta stabilendo che i giorni in questione, detti «complementari», venissero dedicati «al culto della dea Ragione».
Prospettata in questo modo, la riforma suonava bene; la situazione, però, s'ingarbugliava quando si dovette stabilire in concreto che cosa avesse a intendersi per «culto», e attraverso quali cerimonie andasse praticato. E così, dopo alcune esperienze infelici, il ministro dell'Interno, Frainois de Neufchateau, incaricato dal Direttorio di organizzare le celebrazioni, che dovevano necessariamente avere carattere popolare, ritenne di indire una specie di sondaggio ante litteram ascoltando il maggior numero possibile di pareri.
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Pier Luigi Bassignana
TORINO 1861-2011
editore CAPRICORNO
edizione 2011
pagine 262
formato 21x22,5
brossura
tempo medio evasione ordine 2 giorni
10.90 €
10.00 €
ISBN : 978-88-7707-122-4
EAN : 9788877071224
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