Come Torino visse la cessione di Savoia e Nizza: discussioni parlamentari e opinione pubblica*
Attorno alla cessione alla Francia, da parte del Regno di Sardegna, della Savoia e di Nizza è stata sviluppata un'ampia produzione bibliografica, al di qua (chi scrive si trova in Piemonte), come al dí là delle Alpi. Tanto ampia, tanto articolata da far sorgere il dubbio che tutto ciò che poteva essere studiato lo sia stato, che tutte le differenti visioni e chiavi di lettura, fonti e documenti siano state già identificate, adeguatamente esplorate e che ne siano state tratte le conclusioni più opportune.
Inspiegabilmente, tuttavia, non occorrono indagini particolarmente approfondite, né vaste, per constatare che qualcosa non quadra nella storiografia incentrata sugli eventi che portarono all'uscita di scena dei Savoia dal versante oltralpino e dai litorali e paesi interni del Nizzardo. Quali sovrani, beninteso, dato che la storia e il passato di queste regioni, non diversamente da quanto si deve dire per il Piemonte e la Valle d'Aosta, sono un tutt'uno inestricabile con le vicende e col nome della dinastia.
Tanto in Italia quanto in Francia, pur non mancando voci dissonanti, non è difficile trovare storici pronti a dichiarare o a lasciare intendere che la scissione degli Stati sabaudi avvenne senza particolari traumi, che fu universalmente bene accetta e che le consultazioni popolari confermarono, con travolgenti percentuali, il favore alla cessione e alla conseguente annessione. Il successo del «si» non lo si potrebbe negare, ma le consultazioni popolari - che effettivamente confermarono a grandissima maggioranza il distacco - si svolsero nel rispetto di regole rigorose o non furono altro che mere finzioni sceniche?
Per indagare su quanto realmente accadde e in particolare su quale ne fu la percezione a Torino e in Piemonte, abbiamo scelto due dei molti percorsi pertinenti: escludendo o limitando i commenti, abbiamo essenzialmente dato voce ai contemporanei e ai protagonisti degli eventi, realizzando un breve e essenziale resoconto delle discussioni parlamentari e una sintetica rassegna stampa, estratta da alcuni tra i principali giornali torinesi del tempo.
Alcune domande chiave riguardano l'operato parlamentare e il voto popolare. |
* Ricorre nel 2010 il 150° anniversario della cessione di Nizza e Savoia alla Francia da parte del Regno di Sardegna. «Studi Piemontesi» ha voluto rievocare l'impatto che essa ebbe nei territori congiuntamente toccati dall'evento: il Piemonte e la Valle d'Aosta a fianco della Savoia e del Nizzardo, destinati a essere non più coesa compagine di uno stesso Stato e partecipi di una stessa identità di popoli. In sede storiografica il dibattito attorno alla cessione resta vivo anche ai giorni nostri e fa registrare numerosi interventi, talora di segno diverso e decisamente contrastante, al di qua come al di là delle Alpi. Il presente saggio presenta una dimensione alquanto inusuale per la nostra rivista, in quanto in esso confluiscono i contributi distinti dei tre autori che, concorrendo a formare una visione complessiva e concordante dei fatti, è parso utile fondere in un unico insieme.
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Gustavo Mola di Nomaglio - Italo Pennaroli - Roberto Sandri
COME TORINO VISSE LA CESSIONE DI SAVOIA E NIZZA
editore CENTRO STUDI PIEMONTESI
edizione 2010
pagine 38
formato 17x24
brossura con alette
tempo medio evasione ordine 5 giorni
7.00 €
6.30 €
ISBN : 978-88-8262-168-1
EAN : 9788882621681
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