PREMESSA
Valerio Zanone
Per il 150esimo anniversario della morte di Cavour la Fondazione Burzio dedicherà il convegno del 2011 alla ricognizione dell'Italia nel 1861: economia, infrastrutture, ordinamenti giuridici, saperi e tecnologie alla soglia dell'unità. La descrizione dell'Italia quale era al tempo di Cavour sarà preceduta da una rassegna delle pubblicazioni che dal bicentenario della nascita ad oggi hanno ampliato la bibliografia cavouriana.
In un secolo e mezzo il conte di Cavour ha trovato in ogni generazione storici eccellenti, tutti i suoi scritti sono stati studiati e sono reperibili nelle biblioteche. Ma gli archivi nascondono sempre qualche sorpresa. Così in quello dell'Arma del Genio il generale Giovanni De Paoli, testimone diretto dell'insegnamento di Filippo Burzio nella Scuola di Applicazione di Torino, ha ritrovato a suo tempo l'autografo cavouriano che viene pubblicato per la prima volta con la prefazione di Vittorio Marchis.
Come i lettori vedranno dalla trascrizione, il manoscritto dimostra la spiccata attitudine di Cavour alla matematica (Pascal Dupont ha scritto che nell'accademia militare "gli venne spesso affidato il compito di dare ripetizioni di matematica ai compagni meno capaci"), ed insieme la sua scarsa attenzione verso l'ortografia italiana, che si ritrova anche nei carteggi confidenziali della maturità. Nello scritto di Cavour diciottenne si notano anche diversi francesismi, quali "nivello", "commincia", "prolongamento", "curbatura". Per quanto giornalista di alta dasse e autore di discorsi memorabili, Cavour non ebbe mai ambizioni letterarie. Diceva di ignorare il greco ed il latino, e a
differenza di tutti i giovani dell'epoca di non aver mai scritto in versi. Anzi al fedelissimo segretario Isacco Artom confidava: "Mi è più facile fare l'Italia che un sonetto".
Alla matematica Cavour attribuiva invece la massima importanza come disciplina mentale, e ad Artom ammirato per la logica stringente dei suoi interventi parlamentari spiegava: "l'abitudine che avevo in gioventù di risolvere mentalmente dei problemi di matematica mi mise in grado di accumulare nel cervello una serie di teoremi e di deduzioni".
La pubblicazione dell'inedito segna un anello di congiunzione fra Burzio e Cavour. Negli scritti scientifici pubblicati nel 1997 a cura di Gaetano Pellegrino, Burzio traccia le biografie dei docenti di balistica nella Scuola di Applicazione, a cominciare da Lagrange di cui Cavour aveva studiato l'analisi matematica, ed a seguire con il nipote di Lagrange Giovanni Plana di cui Cavour fu allievo. Nella bibliografia dell'anniversario cavouriano, spettava alla Fondazione intitolata al docente di balistica Filippo Burzio dare alle stampe il manoscritto di Cavour sul tiro al rimbalzo. |
INDICE
VALERIO ZANONE
Premessa
VITTORIO MARCHIS
Camillo Cavour, giovane ufficiale nel Corpo Reale del Genio alle prese con la balistica
CAMILLO BENSO CONTE DI CAVOUR
Del tiro di rimbalzo |
Vittorio Marchis
CAMILLO CAVOUR, DEL TIRO DI RIMBALZO
editore CENTRO STUDI PIEMONTESI
edizione 2011
pagine 54
formato 15x21
brossura con sovracoperta a colori
tempo medio evasione ordine 2 giorni
10.00 €
9.00 €
ISBN : 978-88-8262-181-0
EAN : 9788882621810
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