PREFAZIONE
Leggendo questi brevi racconti di Matteo Cadorin, ci si accorge fin da subito che non siamo in un contesto strettamente scientifico, psicanalitico, oserei dire anche religioso, proprio perché Matteo tenta di intessere queste varie discipline privo della consapevolezza del volerlo fare. Sono testi scritti da chi ha esperienza quotidiana, nella propria attività del vivere una vita da pensatore, ma anche di chi si rispecchia parimenti nei comportamenti quotidiani elaborandoli fantasticamente. La ricchezza dei suoi scritti sta quindi nella folla di esempi e di riferimenti al "Tempo" con storie paradossali che succedono tutti i giorni nella moltitudine dei gesti automatici.
Racconti fantastici dunque, che traggono origine da contenuti immaginari per suscitare piacere e meraviglia, ma anche brevi narrazioni con un fine moraleggiante, una approfondita riflessione sul tempo ricercando gli ideali e i bisogni inconsci della mente umana. Basti scorrere velocemente alcuni suoi "appunti del tempo".
"Tuttavia, nella mia anima, io misuro tempo. È me che misuro quando misuro il tempo"? Sono parole di Agostino, ma potrebbero essere tranquillamente mimetizzate fra le innumerevoli affermazioni di Matteo.
Così, contenuti paralleli si possono trovare nei romanzi di Virginia Woolf "il tempo degli orologi e il tempo di coscienza interna", George Onvell "chi controlla il passato, controlla il futuro, chi controlla il presente, controlla il passato".
Diceva Goethe: "Fermati o Tempo, sei così bello!". Ma se il tempo si ferma è perduto... dal romanzo sugli uomini e sul tempo di Marcel Proust "Alla ricerca del tempo perduto".
Non solo l'opera di importanti scrittori si è posta di fronte al concetto di Tempo, anche alcuni filosofi come Bergson "il teinpo è memoria", Levinas "il tempo è speranza", Heidegger "il tempo e la morte" e Nietzsche "l'eterno ritorno" in cui il filosofo tedesco affronta uno dei passaggi più complessi della filosofia del secolo scorso: il tempo non è inteso come un andare dal passato verso il futuro ma il passato ritorna nel flusso degli eventi.
Con un linguaggio semplice e volutamente discorsivo, l'autore sottolinea ampliamente l'intento divulgativo di questa difficile rappresentazione mentale.
Ugo Giletta |
A passeggio con il tempo
Non è solo un modo di dire.
Non è nemmeno il modo di andare a ritroso nel tempo, per scoprire le cose che ci hanno preceduto.
Alberto era un bambino che aveva circa otto anni.
Non aveva vizi, ma proprio nessuno. Gli piaceva molto leggere (qualunque cosa), disegnare, e, soprattutto, fantasticare. Quando né aveva il tempo, si inventava delle bellissime storie. Sì, quando non era impegnato, perché Alberto, oltre ad andare a scuola (frequentava la terza elementare) seguiva un corso di francese, uno di nuoto, suonava la chitarra e, appunto, leggeva molto.
Leggeva di tutto, dai romanzi polizieschi, alle Avventure del mago di OZ.
Quando non era impegnato,e questo accadeva molto raramente, andava a farsi una passeggiata al parco, proprio vicino a casa sua, e lì inventava delle storie.
La fantasia non gli mancava di certo.
Camminava tranquillo, sia d'inverno che d'estate, con la pioggia o con il vento, bastava che si infilasse la sua bellissima mantella blu e, a seconda di come era il tempo, inventava una storia. Non guardava mai l'orologio, tanto non aveva nessuna fretta, e poi, quando uno è ispirato, è ispirato.
Insomma, per farla breve, lui passeggiava insieme al tempo, cosa che lo tranquillizzava molto.
Erano diventati grandi amici, inseparabili, e si aspettavano a vicenda per andare a fare una passeggiata e inventarsi... LE STORIE DEL TEMPO. |
Matteo Cadorin
IL TEMPO E LE SUE STORIE
editore FUSTA
edizione 2007
pagine 96
formato 13x21
brossura
tempo medio evasione ordine 2 giorni
13.00 €
9.70 €
ISBN : 978-88-95163-05-5
EAN : 9788895163055
|
|