...ecco, è diventato un incubo: di solito finiscono i libri, per noi invece è la birra fresca che è finita.
Non ci resta che toglierci gli sfizi provando a inventare specialità culinarie: si dà ampio spazio all'inventiva e si fanno i conti con gli ingredienti che si hanno a bordo. Quasi mai quelli giusti...
Una raccolta di racconti umoristici autobiografici, ambientati nei mari del mondo, dal nostro Mediterraneo al lontano Oceano Pacifico, navigando attraverso l'Atlantico.
Traversie e vicissitudini della skipper torinese e dei suoi variegati equipaggi, ambientati sulle più prestigiose barche in circolazione nei nostri mari.
Filo rosso del volume sono le disavventure di mare e la cambusa di bordo; le poche ricette esotiche che compaiono tra le storie sono frutto di esperienze culinarie personali.
Facilmente riproducibili a casa, i piatti originali si intrecciano con le gustose avventure di mare e con i personaggi incontrati durante le navigazioni, descritti con ironia.
I protagonisti indiscussi del libro sono luoghi di rara bellezza, le barche e le navigazioni ardite.
Un libro da leggere tutto d'un fiato, sognando il fruscio delle vele al vento e - perché no? - un buon piatto di crocchette di coconut crab delle Vanuatu.
ANTEFATTO
Che non fossimo proprio due grandi cuoche si era capito fin dall'inizio, quando alla tenera età di dieci anni io e nove la mia amica Maria, grazie all'apparecchio chiamato "dolce forno", che Gesù Bambino mi aveva portato per Natale, ci cimentavamo in tortine e biscotti cotti al calore di una potente lampadina.
Il profumo era sempre buono e invitante, ma le nostre rispettive cavie: il mio papà, quando giocavamo a casa mia, e nonno Penno, quando ci trasferivamo da lei qualche piano più in su, esprimevano garbata diffidenza, per altro del tutto motivata perché di fatto non avevano idea di quello che avrebbero dovuto trangugiare.
Il gioco più divertente consisteva nella sperimentazione: impastare, con le manine non sempre pulite, farina, zucchero e ingredienti trovati negli scaffali delle rispettive cucine familiari.
Bicarbonato e lievito, miscelato all'impasto in grande quantità, non aumentavano sicuramente la morbidezza dei tortini che tiravamo fuori dal forno elettrico, realizzato in plastica gialla.
A rischio di spaccarsi i denti, i nostri rispettivi genitori e nonni assaggiavano, tra sorrisi e complimenti, le nostre creazioni. Con la loro approvazione, Ilaria e io fingevamo di essere i grandi chef di un ristorante per animali di peluche.
Crescendo, le nostre doti di cuoche non sono migliorate un granché; pentole e fornelli da campeggio ci vedono, adolescenti, impegnate nella cucina comune di un campo scout.
Ilaria e io impastiamo ancora, questa volta per realizzare il pane per la nostra squadriglia, cotto in un improvvisato forno fatto di pietre ammassate e brace di legna. Le mani che lavorano gli impasti sono sempre caratterizzate da una dubbia igiene, e aggiungono estrose varianti alle focacce, tipo misteriose erbe del bosco; del resto, come biasimarci, in quelle situazioni manca sempre l'ingrediente principe, il rosmarino.
Maturando, diventiamo due donne in carriera; la nostra massima aspirazione non è di sicuro la vita da casalinghe o la realizzazione personale nella cucina di casa.
Amici, fidanzati e parenti di Ilaria sopravvivono ai suoi inviti a cena, grazie all'esistenza dei surgelati e del forno a microonde; i miei commensali si salvano grazie all'esistenza della pentola a pressione e del suo manuale allegato.
I nostri destini ci portano entrambe a viaggiare; io navigo in luoghi esotici, lei preferisce i paesi nordici.
Dalla nostra movimentata vita quotidiana, fuori dagli schemi tradizionali, importiamo entrambe, usanze e costumi stranieri, anche in cucina: cibi semplici e veloci, soprattutto piatti unici.
Noi due, grandi sognatrici, non abbiamo tempo per spignattare; amiamo viaggiare, scrivere, visitare città, fotografare e ammirare la forza della natura nelle sue manifestazioni.
Da tempo, Ilaria è partita per un grande viaggio, molto impegnativo. La sua valigia è leggera, ma sono sicura che in una tasca c'è posto per questo mio libro di semplici ricette, a lei dedicate con affetto. |
INDICE
Antefatto
Parte prima
DIETA MEDITERRANEA
Un mare di ratatouille
Caviale di melanzane
Zuppa di pesce alla birra
Zuppa di patate alla birra
Torta Haidi con pane in cassetta
Natale... dove puoi
Crema di insalata
Branzíno in rada mediterranea
Panettone navigato
Parte seconda
ATLANTICO, ANDATA E RITORNO
Nozioni di cambusa
Patè di ceci
Zuppa di pesce delle Antille
Pasta all'avocado delle Grenadine
Torta esotica con ananas
Donne in regata
Crema di patate
Torta dolce di patate
Polenta dolce
Antigua mon amour
Guacamole
Gnocchi della Guadalupe
Merluzzo dell'isola di Antigua
Banana cake
Parte terza
ESOTICO PACIFICO
Terra in vista!
Salsa all'aglio
Cevice mixto delle Galapagos
Uccellini ubriachi della Polinesia
Dolce del povero naufrago
Palline di cocco
L'atollo sperduto
Patè vegetariano
Piovra dell'atollo polinesiano
Crocchette di coconut crab delle Vanuatu
Emergency cake on board sailing yacht Pelle V
Chocklad kaka - Carrot cake
Biscotti alla birra e zenzero
Quarantena in agguato
Impasto base per pizze e focaccie
Riciclo del pane secco
Budino di pane della delfina
Ringraziamenti
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Lucia Pozzo
TEMPESTA IN PENTOLA
editore DANIELA PIAZZA
edizione 2010
pagine 234
formato 13x21
plastificato con alette
tempo medio evasione ordine 2 giorni
17.00 €
17.00 €
ISBN : 978-88-7889-246-0
EAN : 9788878892460
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