INTRODUZIONE
La storia del restauro del teatro di Alba, di cui questo volume vuole dare testimonianza, è lunga tre decenni. Gli archivi della Soprintendenza, pur nel modo un po' burocratico di affrontare i problemi, permettono di ricostruirne le vicende: ci pare possa essere utile riferirne brevemente. La successione dei fatti e delle scelte che hanno condotto ai risultati che oggi presentiamo permette infatti una lettura peculiare, in quanto riferita a un'architettura specifica e in genere unica in un contesto cittadino, dell'evoluzione che i temi e i modi del recupero del costruito hanno avuto in questi anni.
Il problema della tutela si pone ufficialmente all'attenzione della Soprintendenza nel 1967, ma il teatro non era più in funzione dal 1932, anno in cui era stato dichiarato pericolante.
Proprietà, come tutti i teatri di provincia, del consorzio di cittadini che ne avevano promosso la costruzione alla metà del XIX secolo, il nostro teatro vide, dopo il '32, faticosi tentativi di accordo tra i titolari dei palchi per promuoverne il restauro. L'accordo non fu raggiunto e nel 1936 tutti, tranne tre, decisero di cedere le loro quote al comune per cinquantamila lire.
Il frazionamento bloccò di fatto ogni iniziativa e il degrado proseguì inesorabilmente. Durante la seconda guerra mondiale l'edificio riportò ulteriori danni e solo nel 1953 il Comune riuscì ad acquisire l'intera proprietà del bene. La stampa dà notizia dell'esistenza, negli anni, di iniziative per il recupero, che non ebbero tuttavia alcun seguito nel difficile clima della ricostruzione postbellica. Così, nel 1967, il Consiglio comunale, nel corso di un'appassionata riunione, ne decretò la demolizione per dar corso a un piano particolareggiato per la riqualificazione dell'intera area.
La scelta non stupisce: in quegli anni, nei grandi come nei piccoli centri, il rinnovamento urbano viene generalmente inteso come integrale sostituzione del tessuto edilizio preesistente e se qualche attenzione viene rivolta ai grandi monumenti e alle testimonianze del medioevo, uniche architetture che meritano il pomposo riconoscimento di "monumento nazionale" anche nelle corrispondenze dei sindaci, poco o nessun interesse viene rivolto agli edifici dell'Ottocento. La stampa locale e la stessa "Gazzetta del popolo" riportano in un primo momento la notizia come semplice fatto di cronaca, senza prendere posizione.
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SOMMARIO
Introduzione
Mirella Macera
L'occhio magico
Pino Dell'Aquila
Il teatro di Alba e il suo doppio
Nico Orengo
Il progetto e il restauro
Guido Caminiti, Ugo Dellapiana, Pier Massimo Stanchi
Il recupero dell'immagine storica
Laura Moro
Il teatro nella provincia, presenza essenziale
Nuccio Messina
Il Teatro Sociale di Alba
Elena Dellapiana
Il teatro di prosa nelle città di provincia del Piemonte dall'Unità al nuovo secolo
Gigi Livio
Classicisti contro palchettisti. Schemi consolidati e avanguardia nella concezione del teatro ottocentesco
Elena Dellapiana
La facies di Alba nell'Ottocento: i luoghi della borghesia
Micaela Viglino Davico
Per lo studio della struttura societaria dei teatri ottocenteschi
Roberto Alonge
Quaderno degli ospiti |
IL TEATRO SOCIALE DI ALBA
editore CELID
edizione 1997
pagine 132
formato 22x22
brossura
tempo medio evasione ordine a richiesta
21.00 €
14.70 €
ISBN : 88-7661-305-6
EAN : 9788876613050
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