Nel 2011 la nostra Italia compie centocinquant'anni. Un'occasione per meditare sulle dinamiche con cui il paese è cresciuto, sulle perduranti contraddizioni fra Nord e Sud, sugli squilibri e il modo in cui si sono consolidati. E provare a disegnare un percorso per acquisire maggiore consapevolezza su questi limiti e fornire risposte concrete. 
      Come cambiare, quindi. Quali lezioni trarre dalla crisi. Quali punti di forza valorizzare del sistema Italia. Quali criteri di responsabilità, di merito, di competenza, di dovere civile. Quali risorse a disposizione per far "ripartire" il paese verso un sentiero di sviluppo e di stabilità. 
      G. C. Cantoni 
       
      INTRODUZIONE 
      Stabilità e classe dirigente 
       
      Viviamo in un mondo di debiti pubblici crescenti, inflazione incipiente, sempre peggiore debolezza del dollaro, la valuta 
      di riserva internazionale, persistenti dubbi sulla tenuta dell'euro. 
      A segnare il nostro tempo è l'incertezza. Prendete i giornali economici: ci troverete un giorno una previsione ottimistica, il giorno dopo una previsione negativa. 
      Scorrete le cronache politiche. La storia d'Italia è strana. La prima repubblica era caratterizzata da una fondamentale stabilità di governo: siamo stati governati, per quarant'anni, grosso modo dalla stessa maggioranza, ma proprio l'assenza della mera possibilità di alternanza aveva inceppato il nostro ingranaggio democratico. Il risultato era la sostanziale impasse di qualsiasi governo, destinato a durare troppo poco perché sacrificabile al necessario turnover dei capibastone dei partiti. 
      Con la seconda repubblica, il nostro paese ha trovato governi autorevoli, validati dal giudizio degli elettori che ne hanno scelto - consapevolmente - la leadership. Ma è andato pian 
        piano formandosi un nucleo attivo di nostalgici del vecchio sistema, quello in cui a comandare erano le segreterie di partito. Questi nostalgici stanno guadagnando terreno, mettendo in discussione non tanto Silvio Berlusconi ma ciò che egli, geuinamente, rappresenta: lo spirito della seconda repubblica come momento di piena "occidentalizzazione" dell'Italia. 
        Queste due incertezze di tipo così diverso, l'una macroeconomica l'altra micropolitica, si saldano nella crisi del debito sovrano. Non voglio portare sfortuna, ma l'uragano che ha travolto prima la Grecia e poi l'Irlanda ci ha ricordato proprio come - ben lungi dall'essere rigidamente separate - politica ed economia siano indissolubilmente legate. In un caso l'estrema instabilità politica, nell'altro gli interventi costosissimi a vantaggio del sistema bancario hanno innestato la spirale del debito pubblico. 
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    INDICE 
       
      Classe dirigente, élite globali e mercato:
      una premessa per lo sviluppo moderno dell'Italia 
      di Fabio Massimo Storer 
       
      INTRODUZIONE 
      Stabilità e classe dirigente 
       
      CAPITOLO PRIMO 
      Antefatto 
      Liberisti e interventisti 
      Uno sviluppo felicemente caotico 
      Lo statalismo e i suoi parassiti 
      La nuova imprenditorialità italiana e Milano capitale 
      Il potere bancario 
      Come sono cambiate le banche 
      Non rinnegare le peculiarità italiane 
      Il paese bloccato 
      Oltre le metafore 
       
      CAPITOLO SECONDO 
      Sotto il cielo della crisi. L'Italia e gli altri 
      Un tornado americano 
      Potenti sconsiderati 
      Attenzione agli elefanti 
      Cattivo governo societario 
      Quando cadono i grattacieli 
      Regole non solo locali 
      La tragedia greca 
      Ma i salvataggi non salvino i furbi 
      L'Europa che funziona 
      Perché serve parlare la lingua della fiducia Guardare all'estero, pensare all'Italia 
      Perché non è uno scandalo scommettere sulle Pini Resistere alla crisi del debito 
      L'incertezza del diritto, madre dei nostri problemi  
      Il fantasma della crisi (pensionistica) 
      Lo stato che serve 
      Oltre lo strapotere sindacale 
      Il metodo Marchionne 
       
      CAPITOLO TERZO 
      Come cambiare 
      Perché il centrodestra ha tenuto nella crisi  
      Contro lo statalismo, uno statuto delle imprese  
      Ripensare il rapporto fra stato e mercato 
      Perché la Costituzione non è un tabù Keynes è morto 
      Coesione sociale di mercato 
      Liberalizzare e liberare i servizi locali	 
      La famiglia 
      Cambiare la forma dello stato per cambiarne la sostanza 
      Cari governatori, andate piano, sano e lontano 
      La riforma fiscale tra famiglia ed equità 
      Stato e mercato dopo Keynes 
      Due parole ai più giovani 
      L'agenda Gelmini 
       
      CAPITOLO QUARTO 
      L'Italia adesso 
      Uno sguardo sull'Europa 
      La "ripresina" e i suoi primi frutti 
      Nuove regole per la finanza 
      La ricetta europea 
      Un'etica per la finanza 
      Il rientro dei flussi dall'estero 
      I tre pilastri su cui fondare l'azione della politica 
      Troppi, ma proprio troppi scranni 
      E ancora troppi, ma proprio troppi sprechi 
      La fiducia nello stato contro l'economia della criminalità 
      La politica sia anticipatrice del senso sociale	 
       
      Nota biobibliografica 
      Indice dei nomi 
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               Giampiero Cantoni  
 
 SVILUPPO E STABILITA'  
 
editore SPIRALI  
edizione 2011  
pagine 197  
formato 17x24  
 cartonato con sovracoperta  
tempo medio evasione ordine  2 giorni  
 
25.00 €  
 17.50 €  
 
ISBN : 978-88-7770-896-0  
EAN  : 9788877708960  
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