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SUGGESTIONI MEDIOEVALI IN PIEMONTE
Luci e colori nei castelli di Enrico Gonin
Questa "galleria delle meraviglie" parte dall'Album delle Principali Castella Feudali della Monarchia di Savoja, insuperato "portfolio" iconografico ottocentesco di Enrico Gonin, le cui incisioni al tratto sono state affidate alle mani ed ai pennelli di Adriana Costamagna, pittrice benese, che ha donato alle tavole "nuova vita" cromatica.
Ne è emersa una interpretazione delicata, aulica, che si contestualizza in modo ottimale con l'ambientazione romantica e pastorale nella quale già l'illustratore torinese aveva elaborato le vedute dei duecento castelli piemontesi.
D'altro canto, visto e considerato che, fortunatamente, moltissimi edifici tra quelli elencati sono stati recentemente restaurati e valorizzati, Nadia Lovera ha aggiornato le schede descrittive, raccontando le vicende antiche e recenti dei manieri e le attuali destinazioni d'uso, con particolare attenzione a quelli che sono stati resi nuovamente, o per la prima volta, fruibili al pubblico.
Federico Bona, infine, ha completato l'opera con una paziente ed attenta ricerca araldica, individuando per ognuna delle residenze gli stemmi delle famiglie che le hanno possedute ed abitate, mentre Gustavo Mola di Nomaglio, nella sua presentazione, introduce il lettore nell'affascinante ma sobria atmosfera di questi luoghi, che sono stati per secoli palcoscenico di guerre, intrighi, amori e passioni che hanno segnato la storia piemontese degli ultimi mille anni.


Col titolo Sulle famiglie nobili della Monarchia di Savoia, narrazioni fregiate de' rispettivi stemmi incisi da Giovanni Monneret ed accompagnate dalle vedute de' Castelli feudali, disegnati dal vero da Enrico Gonin, Vittorio Angius pubblicò "a puntate", in un lungo arco di tempo, la sua celebre e monumentale opera dedicata alla nobiltà subalpina. Le dispense che la formarono, ciascuna di 16 pagine di testo, uscirono con cadenza quindicinale tra il 1841
il 1857. Promotori dell'ambiziosa impresa editoriale (che comportò un impegno davvero vasto e gravoso) furono gli editori Fontana e Isnardi. I volumi di testo, "in 4° massimo", raggiunsero complessivamente quasi 6500 fitte pagine, stampai i dapprima dalla «Stamperia Sociale degli artisti tipografi» e poi dalla «Tipografia di Giuseppe Cassone». Contemporaneamente alle dispense di testo procedeva anche la pubblicazione delle tavole litografiche, da raccogliersi in un Album separato, in cui erano raffigurati i castelli, perlopiù - ma non necessariamente - legati alle famiglie di cui l'opera conteneva un cenno storico.
Nella prefazione del testo l'Angius esplicitò alcuni dei suoi intendimenti. In primo luogo respinse a priori qualunque intento di adulazione che potesse essergli attribuito, affermando che la sua intenzione era «più pura e civile [volta] alla illustrazione degli onori, de' quali in ogni tempo rifulse questa bella porzione dell'Italia subalpina, questo potente principato italiano, sempre
florido, rispettato e glorioso per il senno e le felici imprese degli eroi dell'antichissima Real Famiglia italiana [...]». L'autore era certo che nel rinnovare la memoria «di uomini degni di ricordanza» si rendesse alla patria un dovere che sarebbe stato «empietà non aver sacro», quello di scoprire «in faccia agli altri popoli tutti i titoli di gloria che essa otteneva dal grand'animo de' suoi cittadini [...] dimostrando, contro quelli che stoltamente osano comparare le glorie mal conosciute de' popoli e poi pronunciare ingiuste preferenze, che la Nobiltà subalpina merita esser ordinata in un istesso grado col patriziato più illustre dell'Europa, sia per lontananza d'origine, sia per antica maestà di condizione, sia per egregii fatti di virtù militare o civile, sia finalmente per potenza d'ingegno nelle scienze e nella letteratura, e non solo negli uomini, ma pure in non poche anime egregie del gentil sesso, delle quali la nazione va con tutto diritto orgogliosa». L'autore, dichiarando le «glorie de' subalpini gloria dell'Italia» afferma che grazie ad esse la penisola intera poteva «in se stessa esaltarsi al cospetto di tutti i popoli, tra i quali siede rispettata come antica signora, e venerata come maestra della civiltà europea».
Secondo quanto si legge nella Bibliografia storica degli Stati della Monarchia di Savoia, di Antonio Manno e di Vincenzo Promis (vol. I, Torino, 1884, p. 178, n. 2555) l'opera sarebbe una «Mera compilazione fatta da uomo studioso ma per nulla pratico ed intendente della difficile e pericolosa materia.
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Adriana Costamagna - Nadia Lovera - Federico Bona

SUGGESTIONI MEDIOEVALI IN PIEMONTE

editore L'ARTISTICA
edizione 2008
pagine 416
formato 30x26
legatura cartonata con sovracoperta colori
tempo medio evasione ordine
5 giorni

80.00 €
80.00 €

ISBN : 978-88-7320-195-3
EAN : 9788873201953

 
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