Maestro dei colori, così Straulino chiamava me, il suo stampatore, all'inizio della sua carriera – quasi in modo ossequioso. E definiva se stesso „il piccolo fotografo Straulino". Questo circa quindici anni fa, quando lui scoprì la sua passione per la fotografia e le nostre strade si incrociarono. Ormai il piccolo fotografo si è trasformato in un grande fotografo, anche se lui stesso a tutt'oggi sostiene di non fare aItro che "scattare qualche foto". Se gli si fa notare quanto il suo percorso professionale sia stato insolito, è lui il primo a meravigliarsene... per lui non si era trattato che della testardaggine entusiasta di un bambino curioso, con la quale andare alla scoperta della fotografia come di una busta a sorpresa.
Tutto ebbe inizio con il suo amico David Luther. Con lui andò a Praga nel 1995, prese in affitto uno studio da un fotografo ceco, e i due cominciarono a fare esperimenti interminabili con le immagini scattate. Per ore, di giorno e di notte, ispirati dal vino rosso e dall'entusiasmo,
per settimane intere. Furono sei mesi indimenticabili.
Ad eccezione di poche amicizie importanti, però, al notorio autodidatta, amante degli esperimenti riesce difficile guardare
al passato.
Per lui, infatti, conta vivere il presente, assaporare il momento. Naturalmente anche il futuro ha valore, ma solo in quanto promessa di sorprese sempre nuove. Sostiene ancora incredulo di sentirsi come un bambino in un parco giochi, libero di divertirsi e addirittura pagato per farlo...
La durezza del lavoro di un fotografo della bellezza Straulino non l'ha mai sentita. Probabilmente è stata proprio la sua disinvoltura a proteggerlo. Così il suo talento ha potuto svilupparsi con armonia e in piena libertà. Forse è proprio l'immediatezza della sua personalità che affascina l'osservatore attraverso le sue immagini.
Si cercheranno invano, nelle fotografie di Straulino, tracce di Zeitgeist: esse si pongono al di fuori del tempo. Perfino il fascino personale delle sue modelle si risolve in astrazione – belle ragazze diventano bellezza. Il suo ideale fotografico è stato raggiunto da pochi prima di lui. Erwin Blumenfeld, per esempio, è uno dei suoi fotografi preferiti. Nei vecchi volumi di fotografie che Straulino è andato collezionando, gli capita di scoprire immagini che gli appaiono più innovative rispetto a quelle di oggi. Soprattutto le foto degli anni '40 illustran quello che egli intende per atemporalità; a suo parere la fotografia moderna può essere solo fotografia senza tempo.
Non può sorprendere, dunque, che tecnica e tecniche non abbiano quasi alcuna rilevanza per Straulino. Tutto ciò di cui ha bisogno è la musica, grazie alla quale le sue modelle assumono lo stato d'animo giusto per permettergli di lavorare. Sempre in qualità di accompagnatore prudente, mai da cacciatore, cattura i loro movimenti, le loro espressioni, i loro gesti – in modo non verbale, dimentico di se e allo stesso tempo con la massima attenzione. Una coreografia che non richiede alcuna regia, che nasce unica e irripetibile dall'intuizione e dalla spontaneità dei partecipanti.
Dovunque a questo mondo si venga a trovare nel corso dei suoi lavori – dei suoi "giochi" – il mio amico Straulino, io lo accompagno come un satellite. Anni fa ci piaceva discutere su chi dei due gravitasse intorno all'altro – oggi sono certo che sia lui l'astro che mi attira nellasua sfera d'influenza.
Erwin Rittenschober |
Master of the colours is what Straulino called me, his printer, years ago when he just started his career – almost reverently. Himself he referred to as the small photographer Straulino. That was roughly 15 years ago when he discovered photography and our paths crossed. Nowadays the small photographer who to this day talks about taking snapshots is a big name amongst his colleagues. If one draws his attention to his unusual development, he himself is the most astonished about it... It was only with the ardent stolidness of a nosy child that he saw photography unfurl in front of him like a surprise packet... Then there was his friend David Luther. In 1995 he tagged along with him to Prague, rented a studio from a czech photographer and the two experimented with endless series of pictures. Hours, days, whole nights, edged on by red wine and enthusiasm – weeks on end. It turned out to be no less than six months. A time he will never forget. With the exception of a few formative friendships, the notoriously ever exploring autodidact Straulino finds it difficult, however, to reflect on the past. He is too much in the present, relishing the here and now far too much. Certainly the future also plays a role in his mind. But only because it is full of new surprises. He is sitting in a sandpit and is allowed to play to his heart's content he states almost incredulously, and he is being paid for it... He never really felt the stress of his job as a beauty photographer. His uninhibited nature must have protected him against it. Thus his talent was allowed to develop freely and unscathed. Perhaps it is this unblocked quality of his personality that fascinates the viewer of his pictures. One searches in vain for the zeitgeist in Straulino's photographs – they are created out of time. And even the individuai aura of his models disintegrates into the abstract – the beautiful become beauty itself. His photographic ideai has been reached by a select few before him. There is Erwin Blumenfeld, one of his favourite photographers. Straulino sometimes discovers pictures in his collection of old photographic volumes which he states are simply beyond some of their contemporary counterparts. Especially images of the forties encapsulate timelessness for him. Modern photography, he says, can only be timeless photography. Somehow it is inevitable that Straulino hardly pays attention to technical equipment and techniques. All he requires to be able to work is music. It puts his models in the right mood that enables him to work. Never hunter but always a quiet companion he captures their movements, their mimicry, their gestures – nonverbal, oblivious to the outside world yet alert with every fibre of his being. A choreography not requiring stage direction, created uniquely and unreproducibly by the intuition and spontaneity of its participants. Wherever in the world my friend Straulino may be working or "playing", I accompany him akin to a satellite. If in the past we discussed who circled who, today I am certain that he is the star whose gravity keeps me in its speli.
Erwin Rittenschober |
foreword by Erwin Rittenschober
STRAULINO - PLAYTIME
editore DAAB
edizione 2006
pagine 140
formato 25x32
hardcover + jacket
tempo medio evasione ordine 5 giorni
39.95 €
24.00 €
ISBN : 3-937718-84-2
EAN : 9783937718842
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