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STORIE DI MASCHE
Ma che cosa sono queste masche? Riuscirà Maria Tarditi a svelarci tutti i misteri che circondano il mito delle nostre campagne, quelle donne-streghe che hanno popolato la fantasia dei secoli passati a cavallo tra Piemonte e Liguria? Nelle stalle, durante le veglie, il fiato degli animali si animava delle incredibili e paurose vicende di vecchie signore che di notte diventavano capre, gatti, pecore, e ne combinavano di tutti i colori.
A leggere i racconti della Tarditi (alcuni dei quali già apparsi nel libro "Il diavolo, l'acqua santa e la paura") sí ha voglia di tornare bambini, per sentire le sue storie dalla viva voce delle nonne di quell'epoca perduta.
Una grande scrittrice, una prova di altissima letteratura.

Chi arrivava appendeva la mantellina o lo scialle ai pioli, bene allineati sul muro della cucina, al caldo. Sbatteva e scrollava gli zoccoli infangati o innevati sui mattoni del pavimento. Si scaldava le mani stropicciandole sul fuoco. Poi prendeva il suo posto. Gli uomini sulla panca dietro la stufa. Le donne sulle sedie impagliate, disposte a semicerchio di fronte agli uomini. Noi bambini sui nostri panchetti, tra le gambe delle donne. I vecchi di solito "ciccavano" tabacco, e, di tanto in tanto, sputavano nero per terra. Gli altri si arrotolavano la sigaretta, con la "cartina" e un pizzico di trinciato. Poi la fumavano golosi, la succhiavano come una ghiottoneria. Fino a bruciarsi le dita con la cicca. Le donne filavano la canapa o la lana, oppure sferruzzavano i loro eterni lavori a maglia.

Una sera sul tardi, passando nell'aia per salire a dormire nel fienile, il servi-torello Berto ha sentito un fitto chiacchiericcio, intercalato da risatine, provenire-, dal sotto scala. Ha guardato attraverso il finestrino e al chiaro di luna ha visto le pecore sperse accucciate sulla paglia che discorrevano! Muovevano la bocca preciso a come fanno i cristiani quando parlano e ridono. Uno spavento! Da restarci secco. Bianco come uno straccio lavato, è tornato sparato in casa dove Giulia trafficava ancora, e le ha detto con un filo di voce: «Padrona, le due pecore sperse parlano!! Parlano come noi! Le ho sentite... e le ho viste! Sono masche!!».


"Ogni sera, dopo aver sentito (e visto) l'ultimo telegiornale con la razione quotidiana dei terrori che opprimono il nostro povero mondo, sento nostalgia delle masche, delle anime del Purgatorio e di tutti i misteri che, quando ero bambina, mi sembravano tanto spaventosi E mi si stringe il cuore. Poveri bambini di oggi, costretti anche a "vedere" le diavolerie del terzo millennio, spatarate sul teleschermo senza misericordia! A colori!! In diretta! ! ! Ogni epoca ha i suoi mostri. D'accordo. Ma i nostri erano meglio."
Questo l'epilogo col quale Maria Tarditi conclude questo suo nuovo libro su paure, fantasmi, credenze e diavolerie che tengono banco in terra di Langa da secoli.
Nel 2002 quando il giornalista Gianni Martini mi chiese di scrivere una prefazione al libro edito dalla Casa Editrice Primalpe di Cuneo "Il diavolo, l'acqua santa e la paura" non conoscevo Maria Tarditi. Avevo letto il suo primo libro "Pecore matte" e ne ero rimasto ammascato, sedotto, per quella speciale magia che i libri belli esercitano sui lettori quando li imprigionano dentro le storie che raccontano, incatenandoli alle pagine.
Non si dovrebbe scrivere di una persona che non si conosce, è un azzardo, un rischio. Io fui anche in quell'occasione spericolato e scrissi che Maria Tardíti è una "masca". Lo scrissi di getto, senza ragionarci sopra, convinto di avere a che fare con una maestra scrittrice che stava rivelando dí sé e del suo mondo qualcosa di importante e che era appena agli inizi. Una sorta di iceberg di cui si vedeva quasi nulla e che nascondeva i suoi giacimenti di conoscenza, le sue qualità di scrittrice.
Ebbi modo di incontrarla due anni dopo a Neive Borgonuovo, presso l'Auditorium San Giuseppe, quando le venne consegnato il premio "Reis éncreuse" che l'Associazione Arvangia ha inventato per festeggiare quelli che oggi chiama i rabdomanti della cultura. Nell'occasione l'amico Oscar Barile lesse alcune [..]
INDICE

Prefazione

LE VEGLIE

STORIE DI MASCHE
La capra nera
Il mascòt
Le masche di Noceto
La Scùa granda
L'inferno nella stalla
I maialetti morti
Il lupo del "bosch di fo"
La vigna secca
"'R gùrg 'd Runqué"
Gli occhi delle masche
Il bambino che piangeva
La masca assassina
I bachi da seta

NON SOLO MALEFICI
Le segnature
I vermi
La biscèra
Il miracolo
Il male del grip
Gli ori

I DIALOGHI DELLE MASCHE

LE CIABRE

SANTI, ANIME SANTE, FALSI MISTERI
Il castigo di Dio
La promessa
La santa della Scaletta
Le "anime" del cimitero
Paura alla Scaffa
Le "anime" della Carchére

LE MASCHE INVISIBILI
Il «Cavallo mariano»
La Cavalla d'aria
La Civetta di mezzogiorno
Il Grillo della neve
Le pecore sperse

EPILOGO




Maria Tarditi

STORIE DI MASCHE

editore ARABA FENICE
edizione 2012
pagine 256
formato 14,5x21
brossura con alette
tempo medio evasione ordine
ESAURITO

16.00 €
16.00 €

ISBN :
EAN : 9788895853086

 
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