AL
LETTORE
Questa Storia ripercorre le idee che di Cuneo si fecero quanti la governarono
e amministrarono e quanti si proposero d'interpretarne passato e possibile
futuro. Vi concorrono quindi dirigenza politica e amministrativa, vicende
economiche e sociali, assetto urbano, vita culturale, utopie politiche e
propositi di personalità particolarmente legate alla città
e alla provincia di cui da due secoli Cuneo è capoluogo: "terra
di speranza" anche al di fuori del mondo cattolico, che in vario modo
ne costituì il nerbo e le cui categorie - la percezione del bene
e del male, le pratiche devozionali, il comune sentire - ne furono tessuto
connettivo principale e terreno di riferimento anche per laici e laicisti.
L'opera non s'illude di racchiudere nelle quattrocento pagine originariamente
assegnatele i molteplici aspetti della storia, così ricca e variegata,
della città e dei suoi abitanti. Mirò a coglierne un filo
conduttore, a intendere quale missione i suoi cittadini le abbiano conferito:
in quale relazione essi si siano sentiti con le terre vicine, gli Stati
di cui fecero parte, l'umanità di cui furono e sono frammento, piccolo
e nondimeno rappresentativo. Riteniamo che i cuneesi possano andare orgogliosi
del loro passato e di quanti via via, per retaggio domestico, elezione o
autoelevazione alla loro guida ne ressero le sorti. Anche per posizione
geografica al centro della storia d'Europa, dal Duecento Cuneo giocò
un ruolo di rilievo: con gli Angiò prima, i Savoia poi. Bastione
difensivo dello stato Sabaudo, dal 1798 al 1814 motivò la richiesta
di inclusione nella Repubblica francese (poi Impero napoleonico) con l'improbabile
discendenza del composito "peuple piémontois" dai
"Gaulois cisalpins".
Nuovamente sabaudista (con la Restaurazione) e assai poco carbonara(con
l'Europa delle costituzioni liberali), in seguito ebbe parte di spicco nell'
"inventare" e costruire l'unità nazionale. Nel suo antico
convento di Clarisse s'acquartierarono i Cacciatori delle Alpi che da Cuneo
Garibaldi guidò alle vittorie della seconda guerra d'indipendenza.
Si volle poi capitale della libertà e fucina dell'Europa ventura.
Proiettata sempre verso il futuro, con l'ansia propria di una terra attratta
dai monti e, subito al di là, dal mare: ma rivolta soprattutto all'immensa
pianura che da Cuneo si dilata a perdita d'occhio, segnata dalla cerchia
alpina e dalla morbida linea delle Langhe. Terra aperta dunque; ma perennemente
"in allarme". "Sentinella" quale venne detta dalla testata
d'uno dei tre quotidiani pubblicati a Cuneo nella stagione di maggior fioritura
del giornalismo locale, tra Otto e Novecento.
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INDICE
GENERALE
I. Caput Pedemontis: nella "triplice cerchia di guerrieri spalti"
(1700-1795)
II. Sotto le Aquile di Napoleone I (1796-1814)
APPENDICE: La rete massonica cuneese in età napoleonica
III. Il vecchio e il nuovo nella Restaurazione (1814-1847)
IV. Clero e borghesia: riforme politiche e "incivilimento" dallo
Statuto all'Unità Nazionale (1848-1870)
V. Da Cuneo a Roma (1870-1874)
VI. La formazione del ceto dei deputati (1848-1882)
VII. Come Cuneo s'inventò capitale della libertà (1874-1900)
VIII. L'età giolittiana: minoranze organizzate e società
di massa (1900-1913)
IX. Continuità o precarietà dell'egemonia di Giolitti nel
Cuneese?
X. Prezzo del patriottismo e rifiuto delle rivoluzioni (1914-1922)
XI. Crepuscolo giolittiano e diarchia. La breve stagione del fascismo
cuneese (1922-1939)
XII. Le tre guerre (1940-1945)
XIII. Difficile ricostruzione e prima democrazia di massa (1945-1995)
XIV. Dal disgelo alla pacificazione. Nuove proposte e partecipazione politica
(1956- 1998)
Epilogo
APPENDICE
Senatori del regno d'Italia nativi della provincia di Cuneo (1848-1947)
I Prefetti della provincia di Cuneo (1861-2000)
I Sindaci di Cuneo (1814-2000)
Fonti e bibliografia
Indice dei nomi
Indice delle illustrazioni
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Aldo A. Mola
STORIA DI CUNEO 1700-2000
editore L'ARTISTICA
edizione 2001
pagine 793
formato 17x24
legatura cartonata con sovracoperta
tempo medio evasione ordine 2 giorni
34.00 €
24.90 €
ISBN : 88-7320-000-1
EAN :
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