PRESENTAZIONE
Si
dice spesso che i ragazzi di oggi non amano ascoltare né considerano la
storia - quella dei libri di testo o quella più minuta ed immediata dei
graffiti, dei ricordi legati ai tanti microcosmi in cui siamo cresciuti
e viviamo - come un bagaglio di conoscenze indispensabili per costruire
il futuro. Per quanto riguarda la storia con la "esse" maiuscola,
sarebbe troppo lungo verificare le cause di questo atteggiamento refrattario,
riconducibile probabilmente al pianeta scuola, la cui credibilità continua
a diminuire. Altro discorso si potrebbe fare invece per i mille affreschi
di vita quotidiana, usi, mestieri, modi di dire, aneddoti, leggende, esperienze
piccole e grandi che un tempo passavano con facilità di generazione in
generazione: bastava la prima neve, un camino acceso oppure il granoturco
da sfogliare sull'aia.
Anche
in epoca più recente, nonostante il cambiamento delle condizioni di vita
avesse ormai cancellato le veglie nelle stalle e le altre occasioni di
raccontare il passato, il fascino di conoscere non era del tutto scomparso
- sulla piazza di Migliandolo, durante le vacanze estive, ho passato intere
notti a sentire gli anziani narrare le loro storie, con la stessa sete
di conoscenza che mi spingeva a chiedere continuamente spiegazioni ai
genitori, ai nonni su frammenti di un mondo che percepivo ma sovente non
comprendevo.
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Chi
abitava in quella casa? Che cosa c'era al posto dei bosco? Percbé quando
uno è in cattive acque si dice che sta "Pei d'in con an t'in arbi
"? Aver cercato ed ottenuto risposte a queste domande credo mi abbia
arricchito, né più né meno di quanto mi sia stato utile leggere l’Anabasi
o le Verrine oppure Pirandello. "Siamo nani sulle spalle di giganti",
scriveva Parini per esaltare l'utilità della storia. I ragazzi di oggi
pare non siano troppo d'accordo con lui, non amano ascoltare il passato.
E'altrettanto vero, però, che se il fascino di quella storia minuta che
scaturiva dalle parole dei nonni oggi fa pochi proseliti, mancano comunque
le persone che hanno ancora voglia di raccontare.
A Clotilde Santanera invece la voglia non manca, né gli argomenti. Quando
mi propose di pubblicare sull’Eco un appuntamento settimanale di "amarcord"
del nostro Passato ne fui subito entusiasta, così come mi colpì il nome
che intendeva dare alla rubrica: splúvi, 'd er passà, scintille, infinitesimali
molecole di luce dalle quali il ricordo si snoda. La sua prosa scorrevole
ed essenziale ha inoltre il merito di mettere in risalto, partendo da
un piccolo particolare, i presupposti ed i valori di una civiltà.
Non posso quindi che rallegrarmi con l'autrice e con l'amico Lorenzo
Fornaca, magna pars in questo progetto editoriale, per la realizzazione
del volume, uno scrigno prezioso in cui Clotilde Santanera ha racchiuso
momenti di vita che ci appartengono, le nostre radici, alle quali non
dobbiamo mai rinunciare perché chi non sa da dove viene non sa neppure
dove vuole arrivare.
PAOLO
RAVIOLA
Direttore del settimanale
L'eco del lunedì
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Clotilde Santanera
SPLUVI 'D ER PASSA' (Faville del nostro passato)
editore SE.DI.CO di L. Fornaca - GRIBAUDO
edizione 1994
pagine 252
formato 17x24
copertina telata con sovracoperta colori
tempo medio evasione ordine ESAURITO
22.50 €
22.50 €
ISBN :
EAN :
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