Vorrei scrivere per Giacinto Grassi le cose più belle, quelle ancora mai dette di lui e quelle più espressive, ma sono consapevole che altri potrebbero farlo in modo più autorevole di me. La sua figura emerge dai miei ricordi di bambina, poi di ragazza e di studentessa e infine di donna.
Non esiste un momento in cui ho conosciuto Giacinto, non posso raccontare il primo ricordo che ho di lui. Semplicemente c’è sempre stato. Ci conoscevamo da ancor prima che io nascessi, come amava dirmi lui anche di fronte a qualche interlocutore un po’ perplesso per una tale affermazione. E poi ci guardavamo con la complicità di chi è unito da un piccolo segreto. Eppure segreti non ce n’erano, ma il nostro legame affondava le sue radici nella terra del nostro paese, in profondità, nella nostra storia, nelle storie e nelle vicende umili delle nostre famiglie, anche intrecciate da legami di parentela, e si poteva ben dire che andasse oltre i confini dello spazio e del tempo.
So che vedeva in me persone che mi avevano preceduta, in altri tempi, altre vite, così iniziava una sorta di gioco sospeso tra parvenze e suggestioni che solo il suo animo poetico poteva cogliere. Volti, lineamenti, gestualità di persone ormai lontane nel tempo erano ricordate da lui, ritrovate in ignari nipoti e pronipoti, nei visi che popolano oggi il paese di Settime. Il più delle volte ne intuiva la famiglia di origine proprio“leggendo” le espressioni, le andature, il modo di esprimersi, i gesti, le caratteristiche fisiche. Eraun gioco che lo divertiva e allo stesso tempo gli “faceva venire i brividi” e lo emozionava.
Del resto Giacinto Grassi era tra le persone non comuni che nella maturità riescono ancora a emozionarsi come bambini di fronte a piccole cose, un ricordo, un profumo, persino un filo d’erba scosso dal movimento del treno che passa, o un temporale di fine estate, o la pioggia che scroscia sul parabrezza di un’auto.
C’è chi lo ricorda come professore al Liceo o alle Magistrali o ancora all’Università della Terza Età e alle innumerevoli conferenze a cui era invitato, intellettuale senza ambizioni di carriera, ma profondo conoscitore della cultura occidentale in genere e della cultura locale artigiana. Pronto ed entusiasta nel sostenere iniziative che potessero in qualche modo divulgare la conoscenza del nostro territorio e della cultura artigiana, era stato tra i promotori della rivista Il Platano e tra i fondatori del Gruppo Ricerche Artigiane, ma senza velleità di protagonismo.
Certamente non è mai stato un nostalgico dei tempi andati. Non c’era mai retorica nelle sue parole, piuttosto la ricostruzione attenta e precisa di situazioni e di vita come il suo ricordo vivissimo gli aveva stampato nella mente fin dall’infanzia. Non era un intellettuale distaccato, ma sempre coinvolto, partecipe. Dava l’impressione in chi lo ascoltava di toccare sempre il cuore degli argomenti di cui trattava, degli autori e dei filosofi di cui spiegava, e aveva il dono raro e prezioso di avvicinare la cultura a tutti, di far sentire anche gli argomenti più impegnativi chiari, semplici, affascinanti. Non era sensibile alle fluttuazioni delle mode, non amava far rumore intorno a sé.
In quest’opera di raccolta degli scritti di Giacinto Grassi sono volutamente stati tralasciati i saggi letterari e gli studi filosofici. Si è voluta dare voce all’uomo poeta e all’attento osservatore e testimone della realtà astigiana e delle sue colline, raccogliendo le poesie già edite nei volumi precedenti, gli articoli scritti per la rivista Il Platano, in cui egli ha raccontato tradizioni e personaggi dei nostri luoghi e una sezione di scritti inediti e personali. Il titolo di questo volume è stato scelto come un’immagine rappresentativa delle sue poesie, essendo il soldo di rame utilizzato come paragone e metafora, non solo di elementi naturali come la luna, ma anche per indicare la consapevolezza delle cose semplici, povere e di poco conto che lui stesso attribuiva alla sua poesia.
Se la raccolta degli articoli del Platano costituisce un apporto fecondo alla cultura di Asti e delle sue campagne, le poesie e gli scritti personali ritraggono un uomo legato alle sue radici ma anche innamorato, appassionato, delicato nell’esplorare e nel manifestare i suoi sentimenti verso un universo femminile di cui forse temeva i legami troppo forti. Le donne amate e tratteggiate in modo delicato e sensuale al tempo stesso, sono quindi sentite spesso distanti, irraggiungibili, eppure presenti, come stelle polari che guidano il navigante smarrito in cerca della sua strada. Così Giacinto Grassi ci svela una parte di sé e del suo cammino spirituale e sentimentale, rendendoci ancora più consapevoli del fatto che al di là dello studioso e dell’intellettuale vi era un uomo schietto, vero, sensibile che nell’animo è sempre stato e rimasto un vero, grande poeta.
Maria Grazia Cavallino
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INDICE
UN CARO PAESE
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LA CLESSIDRA
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POESIE E PROSE SPARSE
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L'UOMO: POESIE E PROSE INEDITE
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"IL
PLATANO "
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Album di fotografie
Biografia e bibliografia
Indice
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Giacinto Grassi - a cura di M. Bogetti e M. G. Cavallino
UN SOLDO DI RAME
editore PROVINCIA DI ASTI
edizione 2005
pagine 450
formato 17x24
brossura
tempo medio evasione ordine ESAURITO
10.00 €
10.00 €
ISBN : 88-88491-26-0
EAN :
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