UN
SOGNO GRANATA ... e se il Grande Torino fosse sopravvissuto a Superga? |
Romanzo
E se non fosse accaduto? Se il comandante Meroni fosse riuscito a guadagnare quei pochi metri necessari ad evitare l'irnpatto fatale del G 212 con il colle di Superga, la storia del Torino Calcio sarebbe stata molto diversa? E come? E' questa la tormentosa domanda a cui il settantenne signor Giulio R., afflitto da disturbo ossessivo originato dal lutto di quel pur lontano trauma, 'risponde' inconsciamente nel corso di una lunghissima seduta di ipnosi oniroterapica voluta dal suo psicologo. Scorre così una vera e propria storia alternativa del Torino Calcio, che viene ad assumere per il vecchio tifoso la testimonianza di un autentico, agognato atto di giustizia per il Grande Torino e per quegli altri Grandi che vennero dopo: Meroni e capitan Ferrini, anch'essi scomparsi troppo presto. Dai Mondiali del 1950 allo scudetto del 1970, i Granata soffrono ancora, com'è nel loro destino, ma vivono, e lo fanno tra sconfitte e successi, lotte impari e colpi di scena, delusioni e trionfi; ed ecco allora le incalzanti vicende sportive, 'concretamente' immaginate dal signor Giulio R., con protagonisti, in maglia granata, Valentino Mazzola e Schiaffino, Puskas, Hamrin e Law, e poi Ferrario, Bearzot, Rosato, Sandro Mazzola, ma anche le 'promesse' Gianmarinaro, Marchetto, Tomà, e gli scomparsi Barison e Limena... Giustizia, giustizia per tutti! Nient'altro che un sogno? Per l'inconscio non c'è differenza tra sogno e realtà, cosicché le progressive imprese sportive dei granata suggeriscono implicitamente al lettore di ripensare il Torino Calcio in termini più positivi, meno condizionati dal peso del rimpianto di Superga e dei ricordi struggenti che troppo spesso hanno condizionato questa squadra. Il superamento della componente pessimistica dei ricordi potrebbe infatti far si che il grande campo affettivo, che unisce da sempre la società granata ai suoi sostenitori, attiri finalmente eventi più favorevoli, secondo il noto principio psicologico della 'profezia che si autorealizza'. Ed è proprio qui, allora, che Tradizione e investimenti possono proficuamente incontrarsi, permettendo a quel concentrato affettivo che è il Torino Calcio di superare il ricordo di Superga e di ereditare invece pienamente l'esempio di Chi dimostrò per sempre,di essere caparbio e Grande senza atteggiamenti divistici. Cioè: umanamente grande! |
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