IL WEST DI SERPIERI
di Guido Tiberga
La destra e la sinistra, i russi e gli americani, i comunisti e i democristiani, i buoni e i cattivi (decidete voi quali), gli indiani e i cowboy, il Toro e la Juve. E poi progressisti e conservatori, tradizione e innovazione, rock e melodia, guardie e ladri, ricchi e poveri, professori e studenti, vecchi e giovani, rossi e neri. C'è stato un tempo, in questo Paese e nel resto del mondo, in cui le categorie erano facili e gli schieramenti nettissimi: di qua o di là, senza terzismi o esitazioni di sorta.
Valeva per tutto, dalla politica alla cucina: scelte nette e irreversibili, senza cambi di maglia che non ricadessero nel gorgo infame del tradimento. Valeva anche per il fumetto: o popolare o d'autore, categorie dell'esistenza scolpite nel marmo che riassumevano tutte le precedenti. Da una parte la produzione artigianale dei semplici, scritta e disegnata per i ragazzini: personaggi seriali di cui a stento si conoscevano gli autori, pagine in bianco e nero stampate su carta da poco. Dall'altra le invenzioni artistiche o letterarie destinate ai mensili più colti: le strisce americane sdoganate da Umberto Eco, le geniali provocazioni di Andrea Pazienza, le riviste colorate e costose. Il tempo ci avrebbe insegnato che - Juve e certezze a cadere fu proprio il fumetto: d'accordo le riviste dei professori, d'accordo le tematiche sociali che si contrapponevano ai vecchi western consumati dal cinema, d'accordo l'innovazione grafica che superava gli schemi della tavola e delle vignette. Però Hugo Pratt e Corto Maltese li avevamo conosciuti sulle pagine del Corriere dei ragazzi. Però in Tex gli indiani non erano tutti selvaggi e qualche bianco vigliacco e spietato si era visto anche prima che Ralph Nel-son ci mostrasse le infamie dei soldati blu sulle rive del Sand Creek. Granelli di sabbia nell'ingranaggio delle certezze: allora si poteva essere «popolari» senza essere banali, si poteva essere «d'autore» vendendo migliaia di copie. Ci avremmo messo anni a capire che - Juve e Toro a parte - il mondo dei Muri era soltanto un'illusione.
Le cinque storie di Paolo Eleuteri Serpieri che state per leggere, corredate da una galleria di ritratti che appartengono a pieno diritto alla categoria della pittura (che Serpieri aveva frequentato da giovane alla scuola di Renato Guttuso), sono una prova della contaminazione. Tre - «L'uomo che non aveva i pollici», «Sciamano» e «Oro maledetto»
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Paolo Eleuteri Serpieri
SERPIERI - I COLORI DEL WEST
editore CAPRICORNO
edizione 2013
pagine 94
formato 24x29
cartonato
tempo medio evasione ordine 2 giorni
9.90 €
8.40 €
ISBN : 978-88-7707-169-9
EAN : 9788877071699
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