Hanno
creduto in Dio, soprattutto hanno creduto nell'uomo, sacrificandosi per
chi soffre in silenzio.
PREFAZIONE
Sono lieto di affidare, come premessa a questo volume, una mia sintesi storica
sull'itinerario di circa 2000 anni di santità piemontese. Auguro
che anche questo volume contribuisca a suscitare nuovi santi e sante. Abbiamo
bisogno di questi modelli.
"So di trovarmi di fronte agli eredi di una straordinaria tradizione
patorale propria del Clero torinese, il quale ha il privilegio di annoverare
tra i suoi ranghi le figure fulgidissime di san Giuseppe Cottolengo e del
beato Sebastiano Valfrè; ad essi andrebbero aggiunti tanti altri
nomi di primo piano, sia di Torino che dell'intero Piemonte che di quei
grandi furono un felice ed efficace riflesso. Quelle figure, infatti, proprio
come avviene per la corona delle Alpi che cinge la vostra regione, sono
soltanto le vette più alte di tutta una catena di monti, robusti
e splendenti. Sempre, la generosità, l'abnegazione, l'instancabile
cura pastorale sono state la caratteristica di intere generazioni di preti,
sapientemente stimolate e guidate dai loro vescovi, soprattutto dopo gli
sbandamenti del Medioevo e del Rinascimento". Questa sintesi di una
parte della "santità" torinese (quella riguardante la categoria
dei preti) è stata tracciata da Giovanni Paolo II nella cattedrale
di Torino il mattino di domanica 13 aprile 1980 quando venne per la prima
volta una visita apostolica. Contiene una osservazione stimolante per la
valutazione della intera santità torinese e piemontese: non basta
guardare alle vette più alte; c'è una corona di persone di
tutto il Popolo di Dio che rivelano come il Vangelo sia stato vissuto fino
alle virtù eroiche della fede, speranza, carità e delle altre
virtù, frutto della imitazione di Cristo.
Le "visite giubilari" previste in parecchie chiese della Arcidiocesi
di Torino, là dove si conservano le "reliquie" dei nostri
santi e sante, beati e beate, ci consente di guardare il meraviglioso e
poliedrico mosaico che testimonia come il Piemonte e la Chiesa torinese
siano una dimostrazione concreta che Gesù Cristo può essere
imitato da tutti e in tutti i tempi.
[..]
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Storie
di vita. Vite di santi, vite di uomini. Chi ha scelto Dio, chi ha scelto
gli uomini. Quelli che tutti conosciamo: dal Cottolengo a don Bosco, dal
Cafasso ad Ignazio di Santhià... Quelli che pochi conoscono: persone
che hanno scritto pagine splendide nel sociale del Piemonte, aprendo le
porte delle loro case a chi fa fatica, sporcandosi le mani in strada, inventando
gruppi, associazioni; dando la carica a mille paesi, costruendo umanità.
Sono i volti di chi ha lasciato un'impronta forte nelle vicende di famiglie
sfortunate, smembrate, distrutte, prestandosi, nel silenzio, per gli altri.
I loro profili sono quelli dei volontari del Duemila: dalla "zia"
di Novara a Nicola Grosa che, dopo la guerra, ha consumato le sue giornate
per dare sepoltura ai partigiani. Industriali illuminati come Adriano Olivetti
o Napoleone Leumann che hanno anticipato sistemi sociali, assistenza, il
lavoro a misura d'uomo. Ragazze che sono andate incontro alla malattia con
il sorriso. Gente semplice, "il sale" di una terra che rinnova
la tradizione dei suoi santi sociali trasformandola in case d'accoglienza
e solidarietà.
Un Piemonte dal cuore grande che ha ancora tanti segreti e tanta passione
da raccontarci: una eredità da raccogliere.
INDICE
Prefazione
di mons. Franco peradotto
Due passi indietro
Torino: gli anni speciali
Parroci, religiosi e laici dal cuore grande
Due cuori puri
Album
Martiri per gli altri
Suore Sante
Vescovi"Doc"
Missionari eccezionali
I giornali di Don Alberione
Impronte |
Gian Mario Ricciardi
SANTI E LAICI. I "GIUSTI" DEL PIEMONTE
editore PRIULI & VERLUCCA
edizione 2002
pagine 216
formato 12x19,5
brossura editoriale
tempo medio evasione ordine ESAURITO
9.50 €
9.50 €
ISBN : 88-8068-203-2
EAN : 9788880682035
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