Alpinista negli muli verdi, l'Autore ha dovuto ben presto interrompere le ascensioni, a causa di una crudele malattia che lo ha travagliato per oltre venticinque anni.
Il mio alpinismo - scrive lui stesso nella prefazione al suo libro più impe-gnato, «La lunga strada agli 8000 » - è quindi per forza di cose tutto interiore, è come il ricordo della luce e del colore in un uomo da molti anni abbacinato. E forse pochi sanno o possono immaginare quale sia la nostalgia delle montagne quando ci compaiono lontanissime, diafane per la distanza, attraverso le grandi vetrate di un ospedale.
«I samaritani della roccia » propone episodi di salvataggio alpino (tragici o felici nella loro conclusione), ripubblicati a quarant'anni dalla prima edizione, cui si aggiungono in questa nuova edizione novelle brevi e notazioni spicciole. Pagine sorprendentemente vive, ricche, umanissime, che ci rivelano l'uomo vero, quello, per intenderci, che, condizionato ma non assoggettato dal male, ha vissuto interiormente in modo intenso e luminoso, riuscendo a cristallizzare nell'animo una inestinguibile giovinezza serena.
Un puntino scende sul ghiacciaio. L'uomo cade, si rialza, ricade, continua a scendere. Sale la musica, cresce la tensione. Ma non erano in due? Dunque è successo qualcosa, chi sarà il sopravvissuto? Betsy Brantley corre incontro al puntino incespicando sulla neve. Riprese spezzate, sguardi ansanti della telecamera, poi la macchina si ferma e improvvisamente appare lui, Sean Connery, salvo e disperato: la montagna si è portata via la sua giovane guida antagonista in amore, ma anche le illusioni di una relazione impossibile con la piccola Betsy. Funerale, pioggia, dissolvenza, fine dell'incanto.
Sono le ultime scene di « Cinque giorni un'estate », il film girato in Engadina nel 1982 dal grande Fred Zinnemann, che resta la più riuscita e veritiera trasposizione cinematografica dell'alpinismo sul grande schermo. Non è una storia vera, ma poco importa: potrebbe esserlo. Gli ambienti sono giusti, i personaggi sono credibili, la ricostruzione storica non fa una piega. Guardando il film di Zinnemann si fa un passo indietro di ottant'anni e ci si proietta nel tempo di quell'alpinismo pionieristico e romantico in cui l'ascensione di una cima era faccenda di sudore, coraggio e fortuna. Una volta lasciato il rifugio, ultimo simbolo della civiltà, le cordate degli scalatori agivano in totale solitudine sulla montagna.
Torniamo alla storia di Zinnemann. Poco prima dell'epilogo, quando è ormai chiaro che è successa una disgrazia, i soccorritori escono dalla capanna d'alta quota con una rustica barella sulle spalle, dirigendosi a lunghe falcate sul ghiacciaio. Tutto qui?, si chiede lo spettatore contemporaneo. E a qtiel punto, in quel preciso momento, capisce che è finita. Niente verricelli e angeli del cielo per imbastire una manovra di recupero, nessun trucco tecnologico per sconfiggere il destino. Solo una patetica lettiga simile a quelle dei portantini della Grande Guerra, quando la pietà spingeva le donne e gli uomini della Croce Rossa sui campi di battaglia e quasi sempre, alla fine, i feriti guarivano o morivano da soli, davanti a un Dio muto e impotente.
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SOMMARIO
Prefazione
di Enrico Cozzarmi
I SAMARITANI DELLA ROCCIA
Aiguille Noire de Peuterey
Mont Blanc du Tacul
Punta Pergameni
Aiguille de la Brenva 83 Cervino
Monte Bianco
ALTRI RACCONTI
Una spedizione memorabile
Quattro stelle nel cielo
Gaspare
Prima che il giorno nasca
Ultimo viaggio |
Cesare Ottin Pecchio
I SAMARITANI DELLA ROCCIA e altri racconti - 2011
editore PRIULI & VERLUCCA
edizione 2011
pagine 160
formato 14x21,5
cartonato con sovracoperta
tempo medio evasione ordine ESAURITO
16.50 €
16.50 €
ISBN : 978-88-8068-498-5
EAN : 9788880684985
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