PREMESSA
All'inizio del Terzo Millennio Saluzzo conta meno di 16.000 abitanti distribuiti
in poco più di 75 Kmq. Fra le "città storiche" del
Piemonte è la meno popolosa. A parte i capoluoghi di provincia,
le altre "città" del Cuneese la superano nettamente.
Alba ne conta circa 30.000, Fossano 24.000, Bra 27.000, Mondovì 22.000,
Savigliano circa 20.000. Nelle altre provincie Casale Monferrato s'avvicina
ai 40.000, l'antica città fortificata di Tortona ne ha oltre
26.000, Biella quasi 50.000, Carmagnola 25.000, Ivrea altrettanti,
Pinerolo 34.000, Domodossola 18.000, Verbania 30.000, Omegna oltre
15.000... e potremmo continuare, passando da Novi (28.000) e i tanti "paesi" cresciuti
a "città",
anche a tacere dei comuni della "cintura" di Torino. Però...
Saluzzo ha persino meno abitanti di quanti ne contasse mezzo millennio addietro.
Sull'inizio dell'Ottocento le statistiche di età napoleonica - più
accurata quella pubblicata nell'Annuaire del 1809 - le attribuirono
circa 10.500 abitanti. Nel 1838 - durante il regno di Carlo Alberto di Savoia
- era tornata vicina ai 15.000. E tale rimase nei centosettant'anni seguenti,
con le punte del 1861 (16.627), del 1931 (17.037) e, nel dopoguerra, del
1971 (17.906): ma quelli erano gli anni nei quali Torino superò il
milione: ora ne ha poco più di 900.000.
Saluzzo è dunque una città demograficamente quasi stabile
da cinque secoli, con gli alti e i bassi dovuti a pestilenze, invasioni,
accasermamento di truppe... immigrazioni temporanee di sfollati da altre
città più esposte a eventi bellici eccezionali. Di più:
a differenza delle altre città "antiche" del Piemonte,
il suo centro storico - quello che s'intravede da decine di chilometri da
qualsiasi direzione vi si giunga - è rimasto pressochè identico
nel tempo: poco diverso, almeno nel profilo e nei tratti di fondo, da come
lo lasciarono il grande marchese Ludovico II (1475-1504) e Margherita di
Foix, prima del secolo d'oro e di ferro, di glorie e di bassezze, concluso
con l'annessione del Marchesato di Saluzzo al ducato di Savoia per ferma
volontà di Carlo Emanuele I (1588-1601).
La città "storica" rimane qual era: una sorta di triangolo
urabanizzato, con una base di meno di un chilometro e una profontità
di circa 600 metri, dall'attuale linea da via Spielberg-corso Italia-corso
Piemonte a piazza Castello. Un fazzoletto di terra, dunque: densamente abitato.
Anzi più abitato che a metà Ottocento, quando la popolazione
urbana non arrivava a 10.000 persone e la rurale superava le 6000. Quel
breve tratto di vecchio Piemonte impiegò circa due secoli a empirsi
e stentò poi a valicare la cinta muraria originaria (da porta dei
Mondagli a porta Fia, da porta Gaifera a porta Pisterna). Quando raggiunse
le nuove dimensioni - da porta Santa Maria a porta Vacca a porta San Martino
- trasse un lungo sospiro e sostò. [..] |
INDICE
PREMESSA
La sacra rappresentazione del 1901
La parabola del Marchesato
Come fu trattato il Trattato di Lione (1601)
Saluzzo: vivaio della Nuova Italia
L'ostensione di Saluzzo: 1874, il primo "anno mirabile"
Organizzazione del territorio e classe politica nel Saluzzese a fine Ottocento
La Cassa di Risparmio di Saluzzo (1900-1929)
Dall'egemonia liberale all'avvento del fascismo (1922-1927)
Sotto il segno di "Carlo il Buono" (1928-1943)
Una città in stato d'assedio. Luci della "zona grigia"
(1943-1945)
Risalire la china (1945-1948)
Il difficile dopoguerra (1948-1955)
L'ombra di Pellico: 1854-1954 e oltre
Alla ricerca di Saluzzo
APPENDICE
Fonti e bibliografia
Indice dei nomi
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Aldo Alessandro Mola
SALUZZO UN'ANTICA CAPITALE
editore NEWTON & COMPTON
edizione 2001
pagine 400
formato 15x22
rilegato con sovracoperta colori
tempo medio evasione ordine ESAURITO
18.00 €
18.00 €
ISBN : 88-8289-634-X
EAN :
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